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Seppellire i morti – Settima Opera di Misericordia Corporale

Le Opere di Misericordia con gli occhi di un biblista

Il biblista e amico Carlo Miglietta ci accompagna nella riflessione quotidiana sulle Opere di Misericordia. In questo tempo Spazio Spadoni si prepara ad accogliere fratelli e sorelle provenienti da tante parti del mondo per costruire insieme strumenti che permettano la divulgazione delle opere.

La settima Opera di Misericordia corporale è “seppellire i morti”

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Il biblista ci fa notare che chi compie quest’opera è simile a:

  • Abramo, che seppellisce Sara (Gn 23,6); Giuseppe, che seppellisce il padre Giacobbe (Gn 50,7.14); Tobi, che seppellisce i morti a rischio della propria vita, e per questo deve fuggire e i suoi beni sono confiscati dal re Sennacherib (Tob 1,17-20); e che poi, tornato a casa, riprende impavido quest’opera di misericordia, tra lo stupore e la derisione dei vicini (Tb 2,1-9).
  • La donna, una peccatrice secondo Lc 7,37, che a Betania unge Gesù di olio profumato, e Gesù esclama: “Versando quest’olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura” (Mt 26,6-16).
  • Giuseppe d’Arimatea, che donò a Gesù la propria tomba, e che ebbe il coraggio di presentarsi a Pilato e di chiedergli il corpo di Gesù (Mt 27,57-60).
  • Nicodemo, che portò una mistura di centro libbre di aromi per ungere il corpo di Gesù (Gv 19,38-42).

Il biblista ci ricorda anche che chi seppellisce i morti ascolta la Parola di Dio

Sotto alcuni estratti:

  • “Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba” (Sir 38,16).
  • “I loro corpi furono sepolti in pace” (Sir 44,14).
  • “Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo” (1 Cor 6,13).
  • “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?” (1 Cor 6,15; 12,27; Ef 5,30).
  • “Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio…? Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Cor 6,19-20).
  • “Aspettiamo…la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,23).
  • “È necessario che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità” (1 Cor 15,53).
  • “Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, nei cieli” (2 Cor 5,1).
  • “Gesù trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (Fil 3,21).

Il biblista ci lascia a conclusione di quest’opera con una provocazione, un’interrogazione: sappiamo essere “pescatori di uomini” (Mc 1,7), individuando chi ha cura dei corpi dei morti e annunciandogli la beatitudine della Misericordia che recita “Beati i misericordiosi” (Mt 5,7)?

La sepoltura in Africa

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Mentre nella cultura occidentale il tema della morte risulta essere quasi un tabù, in quella africana è in stretta comunione con la vita. Dio è vita e in quanto tale, la vita è eterna.

Fin dai tempi antichi, si pensava che i defunti potessero tornare a spaventare i vivi attraverso la loro anima che rimaneva viva anche dopo la morte; questo pensiero ha fatto da sempre in modo che ci fosse un’attenzione particolare per un corpo morto e per la sua degna sepoltura. Esiste un proverbio comune in tutta l’Africa “Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca” a sottolineare il ruolo che riveste la persona anziana, non un peso né un emarginato ma una ricca fonte di sapere grazie alla lunga esperienza di vita, un saggio. Per questo la loro morte e sepoltura sono accompagnate da un lutto più lungo, che perdura diversi giorni e da una grande cerimonia in cui si narrano racconti, si esibiscono danze e si offrono gli stessi cibi e bevande che il defunto era solito consumare in vita, il tutto nella sua memoria.

Il culto collettivo dei morti diventa un momento fondamentale in cui i parenti, i familiari e gli amici si riuniscono per riflettere insieme e per prendere delle decisioni importanti. Ogni persona desidera uno spazio per esprimere il suo ricordo e il suo personale saluto. La perdita di una persona cara, in Africa, non è associata soltanto al dolore e al pianto, ma anche alla gioia di poter partecipare alle funzioni tradizionali e religiose che mettono in comunicazione i vivi con i cari defunti; diventa quasi una festa. In Africa il lutto e la sepoltura di un defunto hanno un costo molto importante e tutto a carico della sua famiglia; ma anche e soprattutto in questo caso, si sperimenta la solidarietà e la prossimità della gente della comunità.

Per sapere di più sul progetto HIC SUM

 Manuale Spazio Spadoni

 Handbook Spazio Spadoni

 Manuel de Spazio Spadoni

Bibliografia

 Carlo Miglietta – Le Opere di Misericordia

 Carlo Miglietta – Works of Mercy

 Carlo Miglietta – Oeuvres de miséricorde

Per approfondire

Visitare i carcerati – Sesta Opera di Misericordia Corporale

Visitare gli infermi – Quinta Opera di Misericordia Corporale

Alloggiare i pellegrini – Quarta Opera di Misericordia Corporale

Vestire gli ignudi – Terza Opera di Misericordia Corporale

Dar da bere agli assetati  – Seconda Opera di Misericordia Corporale

Dar da mangiare agli affamati – Prima Opera di Misericordia Corporale

Le Opere di Misericordia dal Brasile all’Italia

Dalla creatività al dono

Dare Spazio alla Creatività

Fonte dell’articolo

Spazio Spadoni

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