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Le Opere di Misericordia dal Brasile all’Italia

In Brasile si parla di Opere di Misericordia nelle catechesi, nelle omelie, nelle S. Messe in particolare durante il Tempo di Quaresima

Nel gergo popolare spesso si sente dire “ho fatto un atto di misericordia per quella persona”, il ché ha un significato che va oltre al semplice gesto di educazione o gentilezza, perché “far misericordia” implica mettere l’amore dove serve, la carità in azione.

La carità è una donazione di se stessi all’altro, senza chiedere né pretendere nulla in cambio. Non deve necessariamente essere materiale, la si può fare attraverso le quattordici Opere di Misericordia. Praticandole ci avviciniamo al Cielo e facciamo un passo verso la santità.

Cercare di vivere le Opere con fervore ed amore è un cammino di santità

Le Opere sono azioni che vengono fatte sul piano umano, ma che hanno effetti soprannaturali. Non sono azioni una tantum, ma rappresentano un modo di vivere la vita, in cui Gesù Cristo è la nostra ispirazione. Un’azione specifica non ci rende persone caritatevoli, ma il modo in cui agiamo, sì. Ad esempio, potremmo non essere nelle condizioni economiche per fare una donazione materiale, ma la nostra attenzione, il nostro ascolto, il nostro rispetto, la nostra cura e il modo in cui vediamo i nostri fratelli e sorelle ci rendono persone misericordiose.

Prima di ogni discorso, meditiamo cosa ci insegna San Giacomo sulla fede e sulle opere: “Infatti, come il corpo senza alito di vita è morto, così è morta la fede senza le opere” (Giacomo 2,26). In questo modo, comprendiamo l’importanza delle opere per la nostra fede, entrambe sono collegate e l’una alimenta l’altra.

Carità e Misericordia possono essere comprese solo nella prospettiva dell’Amore Divino, ma ci sono differenze marcate e decisive. La carità – che può essere esercitata solo da chi è misericordioso – è più esigente della misericordia, perché la carità è amore e l’amore è esigente (cfr 1 Gv 04,7.21).

Il Signore invita tutti i suoi figli, specialmente i più piccoli, a vivere le Opere di Misericordia e ad usare questo grande strumento per raggiungere il Cielo. Sono atteggiamenti semplici: nessuno di loro richiede un grande atto, ma solo cura degli altri, un grande amore per i fratelli.

Le Opere di Misericordia ci rendono più simili a Gesù, nostro modello, che ci ha insegnato come deve essere il nostro atteggiamento verso gli altri. Seguendo questo insegnamento del Signore, si scambiano i beni temporali con quelli eterni, che sono quelli che realmente contano.

Praticare le Opere di Misericordia è un modo di conformarsi a Cristo. Per mezzo delle quali, infatti, possiamo amare come Gesù ha amato. Sono azioni caritatevoli con le quali aiutiamo il nostro prossimo nelle sue necessità materiali e non.

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Le Opere di Misericordia si dividono in due gruppi: corporali e spirituali

Quelle corporali si trovano per lo più nella descrizione evangelica del Giudizio Universale (Mt 25, 31-45), in cui Gesù afferma che saranno il criterio per separare le pecore destinate al Regno dei Cieli. Tra questi gesti, quello di fare l’elemosina ai poveri e una delle principali testimonianze di carità fraterna e anche pratica di giustizia che piace a Dio (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2447).

Quelle spirituali sono tratte da diversi testi presenti nella Bibbia che richiamano atteggiamenti e insegnamenti di Cristo stesso come il perdono, la correzione fraterna, la consolazione, la sopportazione della sofferenza.

Nel vangelo di San Luca, Gesù dice: “Date e vi sarà dato”. Per questo, con le Opere di Misericordia facciamo la volontà di Dio, diamo qualcosa che è nostro agli altri e il Signore promette che darà anche a noi ciò di cui abbiamo bisogno. Praticare le opere è un modo per cancellare il dolore che rimane nell’anima per i nostri peccati, «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7), è una delle beatitudini.

Approfondimento Opere di Misericordia corporali

1,2 – Dar da mangiare agli affamati e dar da bere agli assetati

Queste due si completano a vicenda e si riferiscono all’aiuto da fornire ai bisognosi in termini di cibo ed altri beni, a coloro che mancano dell’essenziale per vivere.

Gesù, nel il Vangelo di San Luca, raccomanda: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare, faccia lo stesso” (Lc 3, 11).

3 – Alloggiare i pellegrini

Nei tempi antichi, dare alloggio ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, a causa delle difficoltà e dei rischi dell’escursionismo e del viaggio. Anche se oggi non è più così, può capitare di ricevere qualcuno in casa nostra, non soltanto per amicizia o ospitalità familiare, ma per qualche reale necessità.

4 – Vestire gli ignudi

Questa Opera di Misericordia ha lo scopo di alleviare un altro bisogno fondamentale: il vestirsi. Spesso viene soddisfatto con la distribuzione dei vestiti effettuata nelle parrocchie e in altri centri.

Quando consegniamo i nostri abiti, possiamo dare quello che ci è rimasto o che non ci serve più, ma è bene pensare che possiamo anche donare quello che ci è ancora utile. La lettera di San Giacomo ci invita ad essere generosi: «Se un fratello o una sorella è nudo e ha bisogno del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e dissetatevi”, ma non dà loro quello che è necessario al corpo, che gioverà a loro? » (St 2, 15-16).

5 – Visitare gli infermi

La vera preoccupazione per i malati e gli anziani, oltre che alla cura del corpo, sta nel fornire loro un po’ di compagnia. Il miglior esempio nella Sacra Scrittura è la parabola del Buon Samaritano che si prese cura dell’uomo ferito e, non potendo continuare farlo direttamente, affidò a un altro le cure di cui aveva bisogno in cambio di un compenso (cfr Lc 10, 30-37).

6 – Visitare i prigionieri

Consiste nel visitare i carcerati e fornire loro non solo un aiuto materiale, ma anche un’assistenza spirituale che li aiuti a migliorare come persone, a imparare a svolgere un lavoro che possa essere loro utile quando il tempo imposto loro dalla giustizia sarà terminato.

Quest’opera però in passato, assumeva anche il significato di salvare gli innocenti e i rapiti. Nei tempi antichi i cristiani infatti pagavano per liberare schiavi o si scambiavano con prigionieri innocenti.

7 – Seppellire i morti

Cristo non aveva un posto dove riposare. Fu un amico, Giuseppe di Arimatea, a donargli la sua tomba. Ma non solo, ebbe il coraggio di presentarsi davanti a Pilato a chiedergli il corpo di Gesù. Anche Nicodemo partecipò e aiutò a seppellirlo, (Gv 19, 38-42). Perché è importante dare al corpo umano una degna sepoltura? Perché il corpo umano era la dimora dello Spirito Santo. Siamo templi dello Spirito Santo (1 Cor 6,19).

Approfondimento Opere di Misericordia spirituali

1 – Consigliare i dubbiosi

Uno dei doni dello Spirito Santo è il dono del consiglio. Pertanto, chi si mette nella posizione di dare un buon consiglio deve prima essere in sintonia con Dio, poiché non si tratta di dare opinioni personali, ma di fornire una guida, una bussola a chi si trova disorientato. 

2 – Insegnare agli ignoranti

Consiste nell’insegnare a chi non sa, in qualsiasi materia: anche in quelle religiose. Questo insegnamento può essere realizzato attraverso la scrittura o la parola, con qualsiasi mezzo di comunicazione. Come dice il libro di Daniele, «coloro che insegnano la giustizia al popolo brilleranno come le stelle nei secoli dei secoli» (Dn 12, 3b).

3 – Ammonire i peccatori

Quest’Opera di Misericordia si può tradurre anche in “correggi il peccatore”. La correzione fraterna è spiegata da Gesù stesso nel Vangelo di San Matteo: «Se il tuo fratello pecca, parla solo con lui per correggerlo. Se ti ascolta, hai guadagnato tuo fratello» (Mt 19, 15-17). Dobbiamo correggere i nostri vicini con mansuetudine e umiltà. A volte sarà difficile farlo, ma in quei momenti possiamo ricordare quanto dice l’apostolo Giacomo alla fine della sua Lettera: «Chi converte un peccatore dal suo errore salverà la sua anima dalla morte e otterrà il perdono di molti peccati. ” (St 5, 20).

4 – Consolare gli afflitti

Capiterà che quest’opera andrà di pari passo con il dare qualche buon consiglio, che aiuterà a superare queste situazioni di dolore o tristezza. Accompagnare i nostri fratelli in ogni momento, ma soprattutto in quelli più difficili, è mettere in pratica il comportamento di Gesù compassionevole del dolore degli altri. Un esempio viene dal vangelo di San Luca. Si tratta della risurrezione del figlio della vedova di Nain: “Quando furono presso la porta della città, videro che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e con lei venne molta gente dalla città. Il Signore, vedendola, ebbe compassione di lei e le disse: «Non piangere». Avvicinandosi, toccò la bara e quelli che la trasportavano si fermarono. Poi disse: “Giovanotto, io ti dico: Alzati!”. Il morto si alzò a sedere e cominciò a parlare. E Gesù lo diede a sua madre» (Lc 7,12-16).

5 – Perdonare le offese

Nel Padre Nostro diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori», e lo stesso Signore chiarisce: «Se voi perdonate agli uomini i loro debiti, anche il vostro Padre celeste perdonerà a voi. Ma se voi non perdonate agli uomini i loro debiti, neppure il Padre vostro perdonerà i vostri» (Mt 6, 14-16). Perdonare le offese, superare la vendetta e il risentimento significa trattare con gentilezza coloro che ci hanno offeso. Il miglior esempio di perdono nell’Antico Testamento è quello di

Giuseppe, che perdonò i suoi fratelli per aver cercato di ucciderlo e poi venderlo. “Non addoloratevi e non adiratevi con voi stessi perché mi avete venduto a questo paese; perché è per conservare la vita che Dio mi ha mandato qui davanti a voi» (Gen 45, 5). E il perdono più grande nel Nuovo Testamento è quello di Cristo sulla Croce, che ci insegna che bisogna perdonare tutto e sempre: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). 

6 – Sopportare pazientemente le persone moleste

Sopportare con pazienza le debolezze del prossimo. La pazienza di fronte alle colpe degli altri è una virtù e una vera Opera di Misericordia. C’è però un consiglio molto utile che mi sento di dare: quando il sopportare questi difetti fa più male che bene, con molta carità e dolcezza, si dia un avvertimento.

7 – Pregare Dio per i vivi e per i morti

San Paolo raccomanda di pregare per tutti indistintamente, anche per i governanti e le autorità, perché «vuole che tutti siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità» (cfr 1 Tm 2, 2-3).

I defunti che sono in Purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È opera buona pregare per loro, perché siano liberati dai loro peccati (cfr 2 Mac 12, 46).

Spazio Spadoni e il suo impegno con le Opere di Misericordia

Con grande sorpresa ho saputo che vi è un’organizzazione che si occupa di diffondere la conoscenza delle Opere di Misericordia nel mondo. Mi riferisco a Spazio Spadoni che tra pochi giorni darà inizio ad un incontro volto proprio a strutturare strumenti a tale scopo. Vi saranno partecipanti provenienti da tanti angoli del Pianeta proprio a testimoniare l’impronta internazionale, non solamente locale, di questo spazio che è fondamentalmente un’opportunità per confrontarci nella fede e nello spirito fraterno.

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Misericordia nel mondo di oggi

La carità – anche e sempre sotto il prisma della misericordia – oggi ha bisogno di contestare e lottare contro tutte le crudeltà imposte dagli attuali detentori del potere statale ed economico che, per ironia o per destino, sono proprio coloro che avranno più bisogno della misericordia divina. I poveri, i vulnerabili e i miserabili non ne hanno bisogno – ce l’hanno già – e sono proprio coloro (dove il Verbo si fa carne – Gv 1,14) che possono o meno dare misericordia a chi oggi impone varie e spietate crudeltà. Non è un individuo povero, un caso isolato ad aver bisogno dell’elemosina, ma un’espressiva densità demografica che costituisce la maggioranza della popolazione di questo pianeta. Questa “fratellanza” ha bisogno di qualcuno che protesti insieme ad essa per politiche pubbliche che inducano sviluppo economico e sociale, meccanismi di tutela dell’ambiente, piena attenzione alla salute, all’istruzione e all’edilizia abitativa popolare. La comprensione della Carità comporta necessariamente la comprensione di chi è mio fratello che deve essere amato. Logicamente questa risposta deve essere vera (Benedetto XVI) e non può essere ipocrita (Papa Francesco).

Vivere e portare la misericordia di Dio nel mondo è la nostra missione, consumarci per costruire vite e salvare anime!

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