Santo del giorno 16 giugno: San Giovanni Francesco Regis
La storia di San Giovanni Francesco Regis: nato in una famiglia benestante, Giovanni Francesco rimase così colpito dai suoi educatori gesuiti che desiderò lui stesso entrare nella Compagnia di Gesù
Lo ha fatto a 18 anni.
Nonostante il suo rigoroso programma accademico, trascorreva molte ore in cappella, spesso con costernazione dei compagni seminaristi preoccupati per la sua salute.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, Giovanni Francesco intraprese il lavoro missionario in diverse città francesi
Mentre i sermoni formali del giorno tendevano al poetico, i suoi discorsi erano semplici.
Ma hanno rivelato il fervore dentro di lui e hanno attratto persone di tutte le classi.
Padre Regis si è messo soprattutto a disposizione dei poveri
Molte mattine si passavano in confessionale o all’altare a celebrare la messa; i pomeriggi erano riservati alle visite alle carceri e agli ospedali.
Il vescovo di Viviers, osservando il successo di padre Regis nel comunicare con la gente, cercò di attingere ai suoi numerosi doni, particolarmente necessari durante le prolungate lotte civili e religiose che allora dilagavano in tutta la Francia.
Con molti prelati assenti e sacerdoti negligenti, il popolo era stato privato dei sacramenti per 20 anni o più.
In alcuni casi prosperavano varie forme di protestantesimo, mentre in altri casi era evidente una generale indifferenza verso la religione.
Per tre anni, padre Regis ha viaggiato in tutta la diocesi, conducendo missioni prima della visita del vescovo.
Riuscì a convertire molte persone ea riportare molte altre alle osservanze religiose.
Sebbene padre Regis desiderasse ardentemente lavorare come missionario tra i nativi americani in Canada, avrebbe vissuto i suoi giorni lavorando per il Signore nella parte più selvaggia e desolata della sua nativa Francia.
Lì ha incontrato inverni rigidi, cumuli di neve e altre privazioni.
Nel frattempo continuò a predicare missioni e si guadagnò fama di santo.
Entrando nella città di Saint-Andé, un uomo si è imbattuto in una grande folla davanti a una chiesa e gli è stato detto che la gente stava aspettando “il santo” che veniva a predicare una missione.
Gli ultimi quattro anni della sua vita li trascorse predicando e organizzando servizi sociali, soprattutto per i carcerati, i malati ei poveri.
Nell’autunno del 1640, padre Regis intuì che i suoi giorni volgevano al termine.
Ha risolto alcuni dei suoi affari e si è preparato alla fine continuando a fare ciò che ha fatto così bene: parlare alla gente del Dio che la amava.
Il 31 dicembre trascorre gran parte della giornata con gli occhi fissi sul crocifisso.
Quella sera morì.
Le sue ultime parole furono: “Nelle tue mani affido il mio spirito”.
Giovanni Francesco Regis fu canonizzato nel 1737.
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