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Suor Giovanna delle sorelle di San Giuseppe dal Kenya dice Hic Sum

Oggi per la Chiesa Cattolica il colore liturgico è bianco in memoria di S.Giuseppe lavoratore. È l’occasione per conoscere suor Giovanna

Una sorella amica del progetto Hic Sum in cantiere che si prepara a sbarcare il mondo per aiutare i nostri fratelli e sorelle a realizzare i loro sogni.

Hic Sum viene proprio dal latino “Eccomi” e con questo cogliamo l’occasione, nella memoria di S. Giuseppe lavoratore, di presentare suor Giovanna (suor Joan Chemeli) della famiglia religiosa delle sorelle di S. Giuseppe dell’arcidiocesi di Mombasa in Kenya.

Lasciamo che suor Giovanna si presenti a noi

Sono suor Joan Chemeli Langat, gli amici italiani mi chiamano suor Giovanna.

Sono una sorella della Congregazione delle sorelle di St. Joseph dell’Arcidiocesi di Mombasa in Kenya.

Sono la prima figlia in una famiglia di 8 bambini.

In Kenya ci sono 42 tribú; io provengo da quella cosiddetta “Kalenjiin”.

Per tutte queste tribù (42 non certo poche e le tante lingue che caratterizzano ognuna di esse) si è reso necessario individuare lingue ufficiali, ovvero l’inglese e il kiswahili.

Chi sono i Kalenjin? Suor Giovanna ce li fa conoscere da vicino

Queste persone vengono dalle montagne del Kenya chiamate Rift Valley; qui molte persone praticano la pastorizia e l’agricoltura.

Il nostro cibo abituale è l’ugali perché noi abbiamo molto mais e, insieme al riso, fa un piatto unico che in kiswahili si chiama “Githeri”.

L’ugali potrebbe essere anche il prodotto del “Pane della Misericordia” per il progetto HIC SUM di Spazio Spadoni.

In altre parti si cucinano insieme mais e fagioli.

II grande problema che abbiamo è la siccità e sarà difficile da risolvere se non con metodi di coltura sperimentale.

A causa della siccità, infatti, muoiono piante ed animali e con essi le nostre opportunità di sopravvivenza.

Ecco che suor Giovanna ci parla della sua vocazione

Ho abbracciato la congregazione nel 2008 dopo che ho finito il College Montessori.

Sentivo proprio questo desiderio di diventare religiosa.

Questo forte fremito mi pulsava già durante la frequenza della scuola secondaria quando incontravo le suore ogni venerdì per la pastorale nelle nostre scuole.

Così dopo gli studi, ho fatto la mia scelta anche se i miei genitori erano totalmente contrari all’idea perché nella nostra cultura la ragazza rappresenta una fonte di ricchezza per la famiglia specialmente se ha svolto gli studi.

C’è il caso che trovando un “buon partito” ci si arricchisce di mucche e di dote come si suol dire!

Questa è la nostra cultura ed ecco perché per prime le ragazze vengono circoncise ad un’età giovanissima tra i 12 ed i 15 anni prima che siano date in sposa.

Tale pratica perdura ancora e talvolta causa gravi problemi ad avere figli; questo è veramente una perdita per la comunità.

Insomma, si equipara in questo caso la donna al ruolo che ha avuto per tanti anni l’uomo nella società occidentale.

La storia della congregazione di suor Giovanna: le sorelle di San Giuseppe

Sono entrata in questo istituto che si trova a Mombasa, lontano ben 645 km dalla mia città nativa Nakuru.

La nostra Congregazione è stata fondata nell’anno 1929 ma le prime sorelle hanno professato nell’anno 1941.

La nostra Congregazione è stata fondata perché c’era bisogno di evangelizzare la gente locale ed il Vescovo che era “il bianco” chiamato Heffernan non era familiare con il gergo e la cultura del popolo.

Per lui questa missione non fu per niente facile!

Le prime quattro sorelle sono state le prime ad adoperarsi non solo per la Congregazione, ma per la Diocesi.

Chiaramente, in tale stato di cose, così come per altre congregazioni indigene c’è stata una cooperazione nella formazione con il supporto di Congregazioni già radicate.

Non c’è l’invidia del vicinato ma appunto la consapevolezza che l’unione fa la forza!

Ci hanno aiutato in questo percorso le Sorelle del Preziosissimo Sangue che sono nella capitale Nairobi.

La nostra Congregazione è situata nell’Arcidiocesi di Mombasa in Kenya che è nella regione costiera del Kenya.

Le persone qui vivono di turismo perché la siccità e gli oltre 33 gradi quotidiani non generano condizioni favorevoli per altre attività, come ad esempio l’agricoltura.

Il nostro principale carisma è:

“Per testimoniare in semplicità la salvezza ed evangelizzando la missione di Gesù attraverso le persone con cui viviamo ed interagiamo”.

Siamo una Congregazione di diritto diocesano ma stiamo cercando l’approvazione pontificia.

La nostra attuale Madre Generale è suor Jane Irene Awuor.

Siamo 311 sorelle divise in 74 comunità, che lavorano in 11 diocesi in Kenya.

Inoltre siamo in 7 Paesi.

Nell’apostolato che è sempre fecondo di Opere di Misericordia spicca anche il lavoro con i carcerati, tra i più delicati.

Fare Hic Sum per suor Giovanna. Ecco come

Sono cose queste, che è bene sapere prima di prendere concretamente in mano un progetto HIC SUM di Spazio Spadoni!

Uno studio preventivo sul territorio, la cultura e la Congregazione, dovrà essere fatto per essere in sintonia gli uni con gli altri, per intenderci e lavorare insieme.

Qual è il nostro progetto HIC SUM con Spazio Spadoni? Il nostro Pane di Misericordia riguarderà l’allevamento di pollame.

Sembra una cosa di poco conto, ma invece ha un grande significato perché ci consentirà di aiutare molto viste le misere condizioni in cui riversano le persone, in particolare musulmani.

Non di rado, essendo un territorio a maggioranza musulmana, ci occupiamo dei loro figli a scuola con riferimento all’educazione e le buone maniere, non mancando mai rispetto alla religione.

Quindi sostenerci in questo progetto ci aiuta a continuare a fare del bene per la collettività.

Siamo tutti fratelli.

Suor Giovanna ci mostra un segno peculiare della sua cultura

Direi, ci sono dei segni peculiari della nostra cultura come l’aquilone perché quello sprazzo di cielo è di tutti.

L’aquilone vola per tutti e così mi viene da pensare all’aquilone per il progetto HIC SUM di Spazio Spadoni

Allora, forza suor Giovanna!

Anche solo l’averlo pensato insieme ed aver cercato di gettare il seme è una gioia per Dio che poi realizza ciò che vuole con l’aiuto nostro.

Preghiamo che si realizzino tanti sogni nel mondo e che siamo riscattati nelle sue mani!

Non sempre le cose vanno come si vogliono ma è stato anche un piacere conoscersi e condividere questo grande eccomi.

Per approfondire:

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Fonte dell’articolo

Intervista orale curata personalmente da suor Ines Carlone – Figlie di Maria Missionarie

Sito ufficiale della Santa Sede

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