Santo del giorno del 18 ottobre: San Luca Evangelista, Dottore, Patrono degli Artisti

Di Alessia Salani Il 18 Ott, 2022

St. Luke Story: il dottore gentile. Di san Luca, autore del Terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, san Paolo parla nella Lettera ai Colossesi chiamandolo “Luca, il dottore gentile” (Col 4:14).

Secondo lo storico Eusebio, nacque ad Antiochia di Siria ed era un gentile.

Infatti Paolo, sempre nell’Epistola ai Colossesi, parla dei suoi compagni e nomina per primi “coloro che sono venuti dalla circoncisione”, cioè i Giudei, senza includere Luca (Col 4-10).

Inoltre, nel suo Vangelo, Luca mostra una particolare sensibilità riguardo all’evangelizzazione delle genti.

È lui che racconta la parabola del Buon Samaritano, è lui che accenna all’apprezzamento di Gesù per la fede della vedova di Zarepta, di Naaman il siro, e del lebbroso Samaritano, l’unico che torna ad esprimere la sua gratitudine per essendo stato guarito.

San Luca al fianco di Paolo

Non sappiamo nulla delle circostanze della conversione di Luca, ma dagli Atti degli Apostoli possiamo dedurre quando Luca si unì a Paolo.

Fino al capitolo sedicesimo, infatti, Atti è narrato in terza persona, ma improvvisamente, subito dopo la visione di Paolo di un macedone che lo prega di unirsi a loro e di aiutarli (At 16), si passa alla prima persona plurale.

Immediatamente cercammo di partire per la Macedonia, credendo che Dio ci avesse chiamati ad annunziarvi la parola del Signore (At 16).

Così Luca accompagnò Paolo nel 51 a Samotracia, Neapolis e Filippi.

Poi c’è un nuovo passaggio alla terza persona, che fa pensare che Luca non fosse stato arrestato con Paolo e fosse rimasto addirittura a Filippi dopo la partenza dell’amico.

Sette anni dopo, Paolo tornò in quella regione e Luca, che riprende a narrare in prima persona plurale nel capitolo 20, si recò con lui a Mileto, Tiro, Cesarea e Gerusalemme.

Quando Paolo fu imprigionato a Roma nel 61, Luca rimase con lui, come mostrano le lettere di Paolo a Filemone e Timoteo.

Dopo che tutto lo aveva abbandonato, nella fase finale della sua prigionia, Paolo scrive a Timoteo: «Solo Luca è con me» (2 Timoteo 4).

L’evangelista della misericordia

È possibile cogliere il tratto più originale del Vangelo di Luca attraverso i sei miracoli e le diciotto parabole che non troviamo negli altri Vangeli.

C’è in lui una sollecitudine speciale per i poveri e le vittime dell’ingiustizia, per i peccatori pentiti accolti dal perdono e dalla misericordia di Dio.

È lui che racconta di Lazzaro e del ricco Epulone, è lui che parla del Figliol prodigo e del Padre misericordioso che lo accoglie a braccia aperte, è lui che descrive la peccatrice perdonata che lava i piedi di Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli, è lui che cita le parole di Maria nel Magnificat quando ella proclama che Dio

«ha rovesciato i potenti dai loro troni, ha innalzato gli umili, ha riempito di beni gli affamati e ha mandato il ricco a mani vuote» (Lc 1-52).

Accanto a Maria

Il rapporto speciale con Maria è l’altra caratteristica principale del Vangelo di Luca.

Grazie a lui e, possiamo immaginare, grazie al racconto diretto di Maria di lui, conosciamo le parole dell’Annunciazione, della Visita a Elisabetta e del Magnificat, grazie a lui conosciamo i dettagli della Presentazione al Tempio e la bella rappresentazione dell’angoscia di Maria e Giuseppe che non riescono a trovare Gesù dodicenne.

È probabilmente a questa sensibilità narrativa e descrittiva che si deve la tradizione, anche iconografica, che Luca fosse pittore.

La notizia della sua morte è incerta: alcune fonti parlano del suo martirio, altre affermano che visse fino a tarda età.

La tradizione più antica dice che morì in Beozia all’età di 84 anni dopo essersi stabilito in Grecia per scrivere il suo Vangelo.

Fonte:

Notizie dal Vaticano

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