Dalla creatività al dono

Fornai del Pane di Misericordia

Voi stessi date loro da mangiare” è l’invito che Gesù nel vangelo di Marco al cap 6,3 ha rivolto ai suoi discepoli e rivolge a noi, discepoli di oggi, perché la nostra vita sia nutrimento e dono.

Il Signore ci chiede di offrire davanti a Lui, senza riserve, quello che abbiamo “come pane”. Non inteso soltanto come pane materiale, ma tutto ciò che serve all’uomo per vivere una vita dignitosa, che favorisca quindi la buona salute, il lavoro, la conoscenza, la fede. Ma per potere donare dobbiamo riconoscere prima di tutto di aver ricevuto.

Di fatto, questa frase ci provoca profondamente. A volte, è più facile non scomodarsi e dire a chi bussa alla nostra porta “non ho nulla di ciò che mi chiedi”. Gesù invece ci esorta ad impegnarci, a “non lavarci le mani”, a non rimanere indifferenti di fronte alle tante povertà.

Ci vuole rendere partecipi della sua opera di salvezza, perché Cristo è colui che sazia la fame del cuore dell’uomo, ma ha deciso di farlo attraverso di noi e continua anche oggi a fidarsi della nostra pochezza.

Dunque, quello del Signore è un invito a metterci in gioco sempre, ad accogliere le possibilità che a volte la Provvidenza ci offre a sorpresa. Senza attendere di avere maggiori risorse morali e materiali. Certi che nel momento in cui entriamo nella mischia ci accorgiamo che ciò che abbiamo è molto di più di quanto si pensi e che certi talenti o attitudini mostrano la loro efficacia solo nella relazione con gli altri.

I giusti ingredienti per il Pane di Misericordia

Tocca a noi allora, saper procurarci dei buoni e giusti ingredienti, per produrre un “pane buono”. E in questo abbiamo la speranza che l’incontro che presto faremo ci sarà di grande aiuto.

Questo pane, per essere gustoso, sappiamo che necessita di ingredienti sani e di qualità, ovvero la compassione e la passione. Inoltre non devono mancare nella nostra ricetta, sguardi di fiducia e una mano tesa, la pazienza, tutto amalgamato da sorrisi rassicuranti.

Il vero Pane della Misericordia può essere realizzato in abbondanza per sfamare più persone. Questo grazie alla professionalità e alla collaborazione di tanti fratelli e sorelle che guardano al nostro stesso obiettivo, ovvero al fare di più insieme per noi e per gli altri. È vero che in ogni luogo di vita, già facciamo qualcosa, ma insieme, forse possiamo e vorremmo osare di più.

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La figura del catechista in Africa

È veramente una cosa molto buona che la formazione, che svolgeremo in Italia dove nasce e si sviluppa la realtà di Spazio Spadoni, venga rivolta anche ad alcuni catechisti. È un grande dono, perché un conto è conoscere e parlare per “sentito dire” e un conto è vedere con i propri occhi.

In questa occasione sarà importante e arricchente anche l’incontro con diverse realtà del volontariato. Sarà una vera scuola di vita, perché incontrare è funzionale a conoscere.

In effetti, anche in Africa esiste la figura del volontario, pur non avendo un volontariato strutturato come in Europa e in particolare in Italia. Sono proprio i catechisti i primi ad animare e coinvolgere gli altri nella pratica delle Opere di Misericordia come la visita ai malati, ai carcerati, agli abbandonati. Spesso però assumono un nome differente come “Opere di Carità”.

Essere catechisti in tanti Paesi del Mondo come ad esempio in Africa, è una grande missione. Anzitutto ci vuole una formazione lunga un paio di anni. Dopodiché, per vivere questo apostolato, ogni settimana è necessario prendersi un giorno libero dal lavoro nei campi, per andare a far visita alle comunità. Sono distanti decine di chilometri ma si deve assicurare l’incontro settimanale con i catecumeni, i malati e le famiglie. Viene richiesto un grande impegno. Come sappiamo infatti, quasi tutti non dispongono di macchine o mezzi di trasporto adeguati, per cui il loro spostamento avviene camminando.

Un servizio che viene accolto e vissuto come una vera missione

Nella Chiesa africana, la figura del catechista, è indispensabile. Pur non avendo lo stesso ruolo sacramentale, è paragonabile al diacono permanente ed ha un ruolo centrale nell’attività della parrocchia. A volte sono loro a guidare i momenti di preghiera, perché godono di una credibilità indiscussa e le persone si fidano di loro. A loro è affidata in modo esplicito la trasmissione della fede e spesso accompagnano i ragazzi nelle loro scelte di vita compresa anche la scelta vocazionale. I catechisti sono davvero, una vera e propria ricchezza per la Chiesa.

È bello vedere anche come nei tempi forti della Chiesa si diano da fare nel sensibilizzare i cristiani a mettere insieme qualcosa da portare a chi sta in carcere o in ospedale. In Africa non esiste l’assistenza pubblica. Durante la Celebrazione Eucaristica, al momento dell’Offertorio, non può mancare mai la presentazione di vari prodotti destinati ai poveri del villaggio.

Sicuramente a noi, Dio chiede la disponibilità, di lasciarci riempire dalla sua compassione per averne un cuore pieno utile agli altri.

Come collaboratori, sentiamo nel nostro cuore una forte responsabilità a dare il nostro contributo vivendo questa missione con corresponsabilità. Perché chiamati a farci vicini ai fratelli con umiltà, ma anche con entusiasmo e coerenza di vita.  Allora lo stare insieme ci aiuterà ad organizzarci meglio per fare qualcosa in rete e per portare un miglioramento. Rendere i destinatari delle Opere di Misericordia protagonisti loro stessi insieme a noi.

Ci incontreremo in spirito di misericordia mettendoci in ascolto per evitare di dare continuità allo spirito di paternalismo che ha sempre una soluzione pronta, ma creando uno spirito nuovo. Proprio in questa azione sta la novità dell’opera di Spazio Spadoni. Si pone nel mondo come servitore, spinto dal desiderio di promuovere azione di misericordia attraverso la collaborazione di tutti.

L’arte della maieutica

Come ci suggerisce il filosofo Socrate “dobbiamo imparare a mettere in pratica l’arte del sapere tirare fuori”. Quello che a volte manca nei nostri dialoghi infatti, è proprio la capacità di metterci in ascolto dell’altro, senza la pretesa di voler e dare subito delle risposte. Come dice anche un altro saggio “il cuore dell’uomo non è un sacco dove chiunque possa mettere la mano”. Avere il desiderio di capirlo per poi cercare una via di uscita, una soluzione. Far sentire all’altro che è importante e che il suo pensiero, la sua riflessione, il suo modo di vedere e percepire le cose ci interessa e può suggerirci qualcosa da fare per meglio aiutarlo.

L’arte della maieutica è l’arte dell’allevatrice, di colei che aiuta le donne durante il parto. Grazie all’esercizio di quest’arte, il Maestro aiuta il discepolo a portare alla luce i pensieri e la verità presente nell’anima.

Così come l’allevatrice aiuta le donne ad affrontare i dolori del parto, il Maestro guida i discepoli nell’esplorare la propria anima. Attraverso i dolori provocati dalle false opinioni, dai condizionamenti, dai dubbi, dai pregiudizi e dalle perplessità che simili alle doglie del parto, prostrano il discepolo nello sforzo di portare alla luce se stesso.

Ascoltando le persone, loro stesse fanno sapere a noi quelle che sono le cause della loro condizione di miseria e anche le eventuali soluzioni. Allora diventa molto importante, in questo tempo di attesa, prepararci bene e con responsabilità all’incontro che si svolgerà a luglio. Anche attraverso il materiale messo a disposizione e inviato da Spazio Spadoni.

Purtroppo, siamo abituati al paternalismo. Ci ha sempre offerto soluzioni e non ci ha insegnato molto su come trovare soluzioni in modo indipendente. Piano piano stiamo capendo che questo sistema non può più funzionare. Sentiamo la necessità e l’esigenza di avere accanto a noi delle persone dal cuore grande, pazienti e disponibili, che invece di darci il pesce ci insegnano a pescare!

Suor Gloriose Nshimirimana
Congregazione Missionaria Sorelle di Santa Gemma

Per approfondire

Dare Spazio alla Creatività

La mia missione di Ambasciatrice delle Opere di Misericordia in Spazio Spadoni

Dall’Italia al Benin: suor Beatrice presenta Spazio Spadoni e le opere di Misericordia

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Fonte dell’articolo

Spazio Spadoni

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