Solennità del Sacro Cuore di Gesù

A settembre sarà pubblicato un documento dedicato al Sacro Cuore di Gesù scritto da Papa Francesco

“A un mondo che sembra aver perso il cuore” papa Francesco indirizzerà una lettera sul Sacro Cuore. Al termine dell’udienza di mercoledì, 5 giugno, ha annunciato che sta preparando un documento dedicato al Sacro Cuore di Gesù, in occasione del 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore a Santa Margherita Maria Alacoque, nel monastero di Paray-le Monial.

Il documento raccoglierà riflessioni magisteriali e tradizioni spirituali, che affondano le loro radici alle Sacre Scritture, sarà promulgato nel prossimo a settembre, con l’intento di condurre la Chiesa nella riscoperta di questo culto.

“Credo – ha detto – che ci farà molto bene meditare su vari aspetti dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale; ma anche che dicano qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”. Per questo il Papa ha rivolto un appello ai fedeli perché lo accompagnino con la preghiera, in questo tempo di preparazione, prima della sua pubblicazione.

Giugno, il mese consacrato al Sacro Cuore di Gesù

Giugno è il mese che la tradizione ha consacrato al Sacro Cuore di Gesù ed oggi, 6 giugno, primo venerdì dopo il Corpus Domini, la Chiesa celebra la sua solennità. Nel 1675, Gesù apparve ripetutamente a S. Margherita Maria Alacoque e mostrandole il suo Cuore, le disse: “Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e dai quali non riceve che ingratitudini e disprezzo”.

La Beata Elena Guerra nella contemplazione di Gesù sente un invito analogo: “Apri gli occhi della fede e guardami – dice Gesù – Chi mai ti amò più di me? Chi più di me desidera il tuo vero bene? Qual altro cuore, se non il mio, fu trafitto e aperto per te? Oh, qual dolce riposo, qual sicura pace non gusteresti se tutta ti abbandonassi su questo cuore…”.

Dopo queste manifestazioni, S. Margherita dalla clausura della Visitazione divenne la grande apostola di questa devozione; come la nostra Beata Elena Guerra, da Lucca, lo diventerà dello Spirito Santo.

Santa Margherita e Beata Elena Guerra

S. Margherita descrive il Cuore di Gesù come “Una fornace che emette fuoco e fiamme, e raggi di luce, così da fare risplendere il Cristo e lo spazio intorno a Lui”. Gesù stesso spiegò a Margherita il significato della visione, le disse: “Il mio divin Cuore non potendo più contenere in sé stesso le fiamme del suo ardente Amore, sente il bisogno di diffonderle per mezzo tuo e di manifestarsi agli uomini per arricchirli di preziosi tesori spirituali”.

La Beata Elena Guerra parlerà dello Spirito Santo come fuoco, “che è venuto e viene e sopravviene per tutti, affinché tutti non solo lo conoscano, ma ancora lo ricevano in sé, e siano ricolmi dei suoi preziosi doni”.

Queste donne mistiche adoperano un medesimo linguaggio, parlano di Cuore e dello Spirito Santo come fuoco d’amore, perché unico è il mistero dell’Amore di Dio. Alla scuola della Scrittura hanno imparato a leggere il libro della scienza dell’Amore, non di un amore secondo la prassi umana, ma secondo l’alfabeto divino, che si coniuga con fedeltà, misericordia, grazia.

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Sacro Cuore e Spirito Santo

La vita di Gesù̀, dall’incarnazione alla sua glorificazione, è dominata dallo Spirito Santo il quale ha plasmato il suo cuore umano e divino nel seno della Vergine. È il dono che scaturì dal Cuore trafitto del Redentore; è nello Spirito Santo che il Risorto riconcilia l’umanità, apparendo ai Dodici riuniti nel Cenacolo. Lo Spirito è il protagonista principale della vita della Chiesa. “Dolce ospite dell’anima”, conforta, suggerisce e ispira la vita dei battezzati. È lo Spirito Santo, sorgente di amore e datore di vita, che pulsa nel cuore dei fedeli e li infiamma del fuoco del suo stesso amore.

La Beata Elena Guerra nella lettera 450, parla anche di una originale iconografia che potesse esprimere l’unione dei due culti, quella del S. Cuore con quella dello Spirito Santo; in una stessa immagine doveva essere rappresentato: “Il Cuore di Gesù, dal quale esce la divina Colomba (simbolo dello Spirito Santo) spandendo fiammelle su molti cuori”. Purtroppo, come il Cuore di Cristo è ricoperto di ingratitudine, così lo Spirito Santo è dimenticato e ignorato dagli uomini, che non seguono il soffio del suo consiglio e non si lasciano riscaldare dal fuoco del Suo Amore.

Come ha sottolineato Papa Francesco, annunciando il documento. Oggi, in un mondo spesso legato a ciò che appare e a false ricchezze, per poter rendere questo nostro tempo più umano c’è necessità di recuperare la dimensione del cuore, cioè di ritornare all’interiorità e come direbbe Elena Guerra di cacciare “la sonnolenza spirituale”.

Attraverso il culto del Sacro Cuore e la devozione allo Spirito Santo l’uomo ha la possibilità di compiere un cammino di interiorità e umanizzazione vera, capace di coniugare insieme ragione e fede, scienza e cuore, razionalità e sentimento. Oggi, l’uomo pare avere più un “cuore di pietra” (Ez 36,26-27), insensibile alle necessità del prossimo e chiuso alle realtà spirituali. Entrare nel cuore di Cristo è penetrare nel mistero di Dio, ricordando l’amore con il quale ci ha creati, redenti e amati fino al dono supremo della Croce. Ma il cuore di Cristo è la porta aperta anche sul mistero dell’uomo e del mondo, che sono stati creati dall’unico Dio. Entrare nel suo Cuore è rendere possibile la trasformazione del “cuore di pietra” in un “cuore di carne”, pienamente umano. Questa trasformazione da “pietra” a “carne” è possibile grazie allo Spirito Santo.

Il Gesuita Teillhard de Chardin

Un grande scienziato e mistico del Novecento, il gesuita Teillhard de Chardin, descrive una magnifica visione che comprende ogni creatura e l’intero universo in Dio: “Al centro del tuo petto io non vedo altro che una fornace, e più fisso il mio sguardo su questo fuoco, più mi sembra che all’intorno i lineamenti del tuo corpo si ingigantiscono oltre ogni misura, sino a che io non discerno più in te altri lineamenti, se non quelli di un mondo infiammato. – e continua – Ecco Il grande segreto, il grande mistero: vi è un cuore del mondo e questo cuore è il Cuore di Cristo”. Ancora Teilhard parla di Cristo, della Parola fatta carne, che possiede un “Corpo cosmico, che si estende all’intero universo”. In modo analogo Elena Guerra descrive questa dimensione universale, scrive: “Il pensiero di Dio è eterno: la sua mente infinita contiene ogni essere, ogni realtà sussistente e possibile, e abbraccia ogni tempo, ogni spazio, l’eternità, l’immensità”.

Sia S. Margherita che la Beata Elena Guerra, della quale ci stiamo preparando alla solenne canonizzazione, non solo ci guidano a riscoprire un culto ed una devozione, ma ci conducono anche nella via del cuore e nella dimensione più profonda dell’essere, con il quale l’uomo è chiamato a rispondere all’amore di Dio. “Amare Dio con tutto il cuore”, (Mc12, 28-31), è un’esperienza necessaria perché l’uomo, toccato dalla misericordia di Dio, sia reso capace di superare le proprie fragilità ed egoismi ed aprirsi all’amore del prossimo, facendo della vita un dono. “Tu tremi – scrive la Beata Elena – di dovermi fare il sacrificio del tuo volere e delle cose che ti sono care?… Non temere! Io ti domando il cuore, solamente il cuore”. Nel Cuore trafitto di Cristo e nel Fuoco del Cenacolo Dio ci dà un segno e la grazia del suo infinito amore, che sollecita la risposta dell’uomo senza imporla, ma come mendicante chiede un cuore aperto, per renderlo capace di amare, come Dio ama.

Come dice, ancora, Elena Guerra: “Gesù vuol possedere il tuo cuore, renderlo vero tempio della Divinità, abitandovi insieme col Padre e con lo Spirito Santo”. Se Dio viene ad abitare nel cuore dell’uomo è una grazia, il cuore ha un palpito di eternità ed un respiro d’infinito. “Una creatura che dall’Amore – scrive la Beata Elena – è chiamata all’essere, e nell’Amore vive e opera, e per mezzo dell’Amore palpita, pensa, e agisce, non arderà d’amore? Se l’amore è il suo elemento, potrà far altro fuorché amare? E quell’Eterno Amore, che con le sue benefiche effusioni la crea e la ricrea, la benedice e l’accarezza, la conserva e la dispone a fruire degli infiniti gaudi nel suo beatissimo seno non avrà poi da essa il ricambio dell’amore?”.

Ammaestrati dalla visione del Cuore circondato da fiamme di fuoco e dallo Spirito Santo Amore, che esce dalla sua ferita, questo nostro mondo possa ritrovare il proprio cuore, la capacità vera e pura dell’amore che vince le grandi acque del male e della morte che l’egoismo umano causano (Ct 8,6). “Elevare il cuore a Dio è necessario – diceva la Beata Elena – per ricevere lo Spirito Santo”. Santa Margherita Maria Alacoque e la Beata Elena Guerra ci conducano nel Cuore di Cristo e questo mondo ritrovi in lui il suo centro, per poter costruire una autentica civiltà dell’amore, aperta alla fraternità universale.

 

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