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La Chiesa avrà una nuova Santa

Beata Elena Guerra è la grande mistica dello Spirito Santo, che richiamò la Chiesa latina a dare maggior spazio allo Spirito

La Chiesa avrà una nuova Santa: la Beata Elena Guerra, nata a Lucca il 23 giugno 1835 ed ivi deceduta l’11 aprile 1914. Papa Francesco, il 13 aprile, ricevendo in udienza il Card. Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, ha autorizzato a promulgare alcuni Decreti tra i quali il riconoscimento del «miracolo attribuito all’intercessione della Beata Elena, Fondatrice della Congregazione delle Oblate del Santo Spirito.

La Beata Elena Guerra cresciuta in una famiglia molto religiosa, suo fratello era sacerdote, canonico della cattedrale e scrittore, si dedicò, ancora giovanissima nell’assistenza ai malati durante un’epidemia di colera, che aveva colpito alcune aree della Toscana. Autodidatta, pur non conoscendo il latino, si dedicò allo studio della Parola di Dio e dei Padri della Chiesa.

Nel 1882 a Lucca fondò una comunità femminile per l’educazione delle ragazze

Tra le sue alunne ebbe la futura Santa Gemma Galgani, grande mistica della Passione. Nel 1897, dopo l’incontro con Leone XIII Suor Elena avrà il consenso di denominare la Comunità da lei fondata: Congregazione delle Oblate dello Spirito Santo, anche se popolarmente vengono ancora chiamate “Suore Zitine”, dal nome della Santa lucchese: Zita, sotto la cui protezione furono poste, fin dalla prima ora della fondazione.

Elena fu una donna forte, determinata, coraggiosa che riuscì, nonostante molte difficoltà a fare breccia nel cuore di Leone XIII. Era impensabile, a quei tempi poter incontrare il Papa, specialmente per una donna, che pretendeva di dare suggerimenti di carattere teologico e pastorale. Ma con le sue lettere e con la sua tenacia riuscì a convincere il Papa a promulgare alcuni importanti documenti: “Provida Matris Charitate” (1895), “Divinum illud munus” (1897) “Ad fovendum in christiano populo” (1902) che avviarono nella Chiesa latina la “riscoperta” dello Spirito Santo nella vita del credente e della Chiesa, e ad una celebrazione della Pentecoste, preceduta da una Novena. “I fedeli – scriveva – più non pensano a invocare il Divino Spirito: e la devozione al medesimo, già efficacemente coltivata dai primi credenti, è pressoché dimenticata! Eppure bisogna che noi torniamo allo Spirito Santo, affinché lo Spirito Santo torni a noi”.

Giovanni XXIII ricevendo in udienza la Diocesi di Lucca, in occasione della Beatificazione (1959), definì la Beata Elena Guerra “Apostola dello Spirito Santo” e accostò la missione dalla Beata a quella di S. Margherita M. Alcoque “umile strumento – disse Giovanni XXIII – di cui Dio si servì per propagare il culto al S. Cuore di Gesù, altrettanto si può dire della B. Elena Guerra nei riguardi della devozione allo Spirito Santo”. Ma ancora di più il Papa la paragonò alla “Maddalena che fu l’Apostola della Resurrezione del Signore presso il Principe degli Apostoli, così ella – proseguiva Giovanni XIII – dalla sua nativa Lucca scrisse filialmente al nostro Predecessore Leone XIII, per esporle i suoi piani”. Proprio dando spazio allo Spirito la Beata Elena, avvertì con molta forza una vocazione missionaria.

Ma Suor Elena non poté mai recarsi in missione, sia per ragioni di salute che per scarsa apertura dei superiori, che non vollero mai farla uscire dalla Città di Lucca. Nonostante queste limitazioni infuse nella sua Congregazione uno spirito missionario, nelle Regole ordinerà: “Coltivare e diffondere nel mondo intero la devozione allo Spirito Santo. Coltivare l’opera più cara al medesimo Divin Paraclito, che è la conservazione e la propaganda della Fede”. Elena imparò, fin da ragazza, a coltivare questa tensione missionaria, con la mamma leggeva i bollettini e gli “Annali della Propaganda della Fede”, fondata dal lucchese S. Giovanni Leonardi (1541-1609). Al tema della missione dedicò uno dei tanti opuscoli, con il titolo: “Apostolato Perpetuo” (1865).

Per le Missioni non mancherà di far pregare

Non limitò il suo intervento a favore delle Missioni, con la pubblicazione di un opuscolo, inviò, denaro aiuti economici all’orfanatrofio di Betlem; e libri, medicinali, giocattoli, denaro in aiuto alle Missioni in Cina, tramite il Vicario Apostolico Mons. Pagnucci. Mossa da questo zelo, si fece anche questuante nella sua Città, andando di porta in porta, per sovvenire ai bisogni delle Missioni. Soccorse Missioni in India, a Bengasi a Derna e tanti istituti di vita apostolica sorti in quegli anni.

Sentendo avvicinandosi la morte, nel testamento scrisse: “Prego le mie buone figlie, che sono le Suore di S. Zita, che quando sarò morta faccino celebrare per l’anima mia una Messa, una soltanto, e che mandino alla Santissima Opera della Propaganda della Fede, quel denaro che avrebbero dovuto spendere nei miei funerali”. Sul giornale locale l’Esare farà pubblicare una lettera ai lucchesi, per raccomandare di essere generosi con le Missioni e farà pubblicare il libro: “Il fuoco che portò Gesù sulla terra”, dicendo: “Poco ho potuto lavorare, pochissimo fare, durante la mia vita. Mi sia permessa una parola dopo morta”. La Beata Elena ebbe questo sguardo aperto sul mondo, e avvertì l’urgenza dell’evangelizzazione, perché il suo cuore era abitato dallo Spirito Santo, autore della missione della Chiesa, sostegno e ispiratore dell’annuncio del Vangelo. Lo Spirito Santo, “grande sconosciuto” come diceva Suor Elena, chiede di essere “conosciuto”, invocato. “Quale fu – si chiedeva Suor Elena – quella forza sì grande che dal nulla ti chiamò all’esistenza? Fu l’Amore di Colui che sempre opera nell’amore e per mezzo dell’amore”.

Ogni autentica vita cristiana, è una vita nello Spirito

Il segreto della missione, dell’amore fraterno, di una società più solidale e la speranza del futuro, stanno nel lasciare che lo Spirito operi nel cuore degli uomini. “Solo il soffio animatore dello Spirito Santo – diceva Papa Giovanni – può infiammare gli animi a virtù e preservarli dal contagio della colpa. […] Solo il vigore dello Spirito Santo può sostenere i cristiani nelle lotte e far loro superare felicemente le contraddizioni e le difficoltà”. A questo ci invita la profezia della Beata Elena Guerra e la sua solenne canonizzazione; un atto della Chiesa, che non aggiunge niente alla gloria della nostra Beata, ma piuttosto, richiama a responsabilità il nostro essere Chiesa nel mondo contemporaneo.

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