Santo del giorno per il 9 febbraio: San Sabino di Canosa
Di San Sabino ce ne sono vari e tutti risalenti al primo cristianesimo: veri modelli di santità. La storia del Santo di Canosa
Dettagli abbastanza frammentari sull’agiografia del primo cristianesimo e ciò non dipende solo dalla forte distanza nel tempo.
Infatti, cambia l’approccio con cui si pongono in rilievo le gesta e le azioni di un santo, ovvero la finalità: oggi conta scendere nel dettaglio delle virtù; ieri, anche attraverso i commenti dei Padri della Chiesa, si abbozzavano un po’ alcuni tratti caratteristici per un valido modello di santità da seguire.
Cosa sappiamo allora di San Sabino di Canosa, conteso anche a Bari, a seguito dell’unione delle due sedi vescovili?
Pochi assaggi di una vita consacrata al bene del popolo ed alla missione cristiana. Vediamoli insieme.
San Sabino: figura del dialogo e grande diplomatico
Questo Santo è ricordato tra i vescovi di Canosa in un’epoca di delicate avversità, soprattutto in ragione della difesa della stessa fede cristiana.
Il re, in effetti, sembrava tollerare un po’ troppo gli ariani e così San Sabino si lanciò in una strenua difesa pacifica dei valori tradizionalmente cristiani.
Enorme fu l’attenzione per la salvaguardia della verità, giustizia e rettitudine.
Si distinse a tal punto che il papa Sant’Agapito lo inviò quale ambasciatore a Costantinopoli e così tale figura trova riscontro storico nei principali concili del tempo (dal 526 al 535 d.c.).
San Sabino fu ripreso da Gregorio Magno nei suoi scritti come personalità di grande zelo
Gregorio Magno, in particolare, con generosità di dettagli, si sofferma sulla relazione amicale tra San Sabino e San Benedetto, al punto che in alcune icone classiche si raffigurano proprio i due santi.
Qual era il motivo dei loro frequenti incontri?
Pare che tra gli argomenti più beccati ci sia appunto quello della preoccupante mira espansionistica dei Popoli barbari.
Insomma, i problemi geo-politici del tempo, la cronaca di circostanza.
Sta il fatto che San Sabino, da quanto si narra, rincarò a San Benedetto come non bisognava dare così tanta importanza a quello che stesse succedendo sul piano della quotidianità spicciola.
Prima o poi, infatti, l’ingratitudine a Dio si scontra sempre con conseguenze altrettanto funeste.
A dirla breve: se Roma non fosse stata straziata dalle invasioni barbariche, sarebbe egualmente e da sé andata nello sfacelo per perturbazioni climatiche, terremoti, frane, alluvioni.
Che bel temperamento ironico e cinico traspare da tale aneddoto riportato da Gregorio Magno sulla vita di San Sabino!
A Canosa tutto è Sabiniano: l’influenza di San Sabino
Questo muoversi di San Sabino con grande facilità per la sua preparazione, per le sue doti relazionali e diplomatiche verso Costantinopoli ebbe sicuramente le sue influenze su Canosa.
Ci fu, difatti, ciò che oggi chiamiamo “gemellaggio” ed in tante usanze l’estetica orientale si impose nella liturgia.
Basti entrare nell’attuale Museo dei vescovi di Canosa e si troveranno alcuni residuati di tale contesto storico-sociale tra cui il ventaglio liturgico, ancora usato nella liturgia ortodossa, tradizionalmente orientale che dà tanta importanza all’aspetto simbolico.
Nella chiesa canosina, di influenza orientale, i testi sacri non potevano essere neanche sfiorati.
E San Sabino si diede un gran da fare nell’erigere, costruire le chiese che ancora oggi imponenti fanno la loro storia e tradizione.
Qualcuno lo chiama, per l’appunto, il vescovo imprenditore.
Puglia: la porta d’oriente. I territori che si contendono San Sabino
Canosa poi fu una città che diede i natali a molti vescovi e vanta una grande tradizione secolare spesso entrando in competizione con i dintorni di passaggio.
Basti pensare al solo contendersi San Sabino con Bari dove vennero traslate le salme del Santo.
Alla fine, però, Bari ha come primo patrono San Nicola ma poco c’è mancato che scegliesse San Sabino, pronunzia popolare che ha richiesto persino le votazioni comunali.
San Sabino, poi, con una datazione molto incerta (è tutt’ora oggetto di studio se si sta parlando dello stesso Santo), è venerato anche ad Avellino.
Diversa, invece, è la cronologia associata a San Sabino di Spoleto e San Sabino di Lesina.
Doveva, allora, trattarsi di un nome molto usato tra i primi cristiani.
Concludiamo con le sagge parole di Don Giacinto Bianchi, fondatore delle Figlie di Maria Missionarie per riflettere su questi pochi dettagli frammentari che abbiamo messo insieme sulla vita del Santo.
Sono sufficienti per sottolineare con lui che :”La santità dipende più dal modo con cui si fanno le cose che dalle cose stesse”.
Buon cammino di santità prendendo esempio dalle storie dei santi!
Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie
Per approfondire:
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