Santo del giorno per il 3 febbraio: San Biagio e la benedizione gola

Storia di San Biagio: ecco da dove nasce la pratica diffusa della benedizione della gola con le candele incrociate

Anno per anno si ripete il rito della benedizione della gola di San Biagio, e sempre successivo a quello della Candelora.

Cerchiamo di capire quali sono le storie e gli intrecci che contornano la figura di S.Biagio e come si è giunti a tale rito.

Non è un solo episodio ma due a determinare tale adozione simbolica nella commemorazione di San Biagio

San Biagio era un vescovo che per mettersi al riparo dalla persecuzione di Diocleziano si rintanò in una grotta.

Il suo riparo purtroppo non durò a lungo perché, complici i viandanti di passaggio ed i cacciatori, venne ben presto scoperto ed imprigionato.

La fama del Santo si era talmente diffusa che giunsero però da lui tanti a chiederne i miracoli.

Sono due le guarigioni che in particolare hanno fatto sì che venisse pensato in liturgia alla caratteristica benedizione della gola con le candele incrociate.

Il miracolo della lisca di pesce di San Biagio

Un bambino era in procinto di soffocarsi.

Il colore cianotico che allarma tutti coloro si trovassero alle prese con la delicatezza e fragilità di un bambino.

Oggi, nel settore delle emergenze, riterremmo di praticare la manovra atta all’espulsione del corpo estraneo.

Ma il Santo come gesto di emergenza ne usó uno ben più sapiente: l’invocazione della paterna volontà sulla sorte del figliuolo attraverso un gesto di benedizione.

Come facciamo noi, altrettanto santamente, nella temeraria vita di tutti i giorni, quando diciamo: “E così sia”!

Fu sufficiente per lui.

Deve esserlo per noi, nel modo più assoluto.

Un santo sa sempre abbandonarsi al mistero ineffabile.

Il miracolo di San Biagio del ritrovamento del porcellino

Ciascuno di noi ha cose che sente come tesori preziosissimi.

Per una donna era un porcellino, e se l’era portato via un lupo.

Metaforicamente per noi potrebbe essere un figlio perso per una strada di angustie e falsità.

Con la forza della sua preghiera Sa Biagio aiutò a ritrovarlo.

Ogni giorno, con il gesto delle preghiere universali ci uniamo alle intenzioni di tutta la chiesa.

Spesso ci dicono: “Prega per me”.

Ma ognuno di noi è in quelle preghiere.

Lui conosce le sue pecorelle per nome.

Il gesto delle candele incrociate di San Biagio viene dal dono di una donna riconoscente della grazia

Un dono che lo commosse  fu quello della focaccia e delle due candele per rischiarare la grotta.

La donna aveva ritrovato il suo maialino e voleva sdebitarsi.

Essere riconoscenti è il primo dono che ci accende di santità.

Commuoviamo anche noi San Biagio al cospetto di Dio con un dono

Accendere un cero non solo alla Madonna ma in particolare il 3 febbraio a San Biagio nella liturgia occidentale.

Anche gli Orientali lo festeggiano  e la loro data è l’11 febbraio.

Un santo quindi popolare da una parte e l’altra del mondo.

Qualche parola dagli “Atti del Martirio di San Biagio”

“Io ti consegno il mio corpo, Dio disporrà della mia anima”

Quale conclusione possiamo trarre, allora, dalla leggenda di San Biagio?

È una persona straordinaria? Certamente la narrazione delle gesta di un santo gode sempre della trasfigurazione che abbellisce, potenzia.

Ma, in fondo, è Vangelo che si incarna.

Il tratto di questo Santo era la fiducia assoluta nella preghiera come in quel passo del Vangelo in cui si dice che possiamo con la sola preghiera comandare alle montagne di spostarsi.

Speriamo proprio di prendere un po’ da queste parole di papa Benedetto XVI: “Nella misura in cui ci lasciamo toccare da lui….diventiamo persone che introducono anche altri nella sua purezza e nel suo amore”.

Buon cammino nella santità a tutti.

Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie

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Fonte dell’articolo

Sito ufficiale della Santa Sede

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