Santo del giorno 31 gennaio: San Giovanni Bosco

Fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Giovanni Bosco è il santo dei giovani. Canonizzato nel 1934, alla chiusura dell’Anno della Redenzione, viene commemorato il 31 gennaio

Patrono degli educatori, dei giovani, degli studenti e degli editori.

Il sogno premonitore di Giovanni Bosco

Il fuoco della carità che animava il sacerdote era il desiderio di amare l’Onnipotente in coloro che incontrava.

Da mihi animas, coetera tolle”, “dammi le anime, prendi tutto il resto” era il motto appeso nella sua camera da letto.

Premonitore fu un sogno che ricevette quando aveva solo nove anni: era circondato da ragazzi che imprecavano.

Di temperamento impulsivo, li aggredisce con pugni e calci per farli smettere, ma prima gli appaiono Gesù e poi la Vergine Maria, che lo invitano a conquistare questi “amici” “non con le percosse, ma con la mitezza e la carità”: solo così avrebbe insegnato loro “la bruttezza del peccato e la preziosità della virtù”.

Giovanni Bosco, nato in una famiglia povera, ma dotato di grande intelligenza

Nacque il 16 agosto 1815 da contadini ai Becchi, una frazione di Castelnuovo d’Asti.

Quando il padre Francesco, che aveva sposato in seconde nozze Margherita Occhiena, morì all’età di trentatré anni per una polmonite, lui aveva solo due anni.

Per la famiglia la strada era tutta in salita: La spiccata intelligenza di Giovannino, emersa già in tenera età, si scontra subito con l’ostilità del fratellastro Antonio, che considera il tempo sprecato sui libri.

Le prepotenze di quest’ultimo costringono la madre Margherita a mandare via Giovannino da casa, trovandogli un lavoro come apprendista presso la cascina Moglia.

Aveva da poco ricevuto la Prima Comunione, ma già attirava intorno a sé molti bambini della sua età parlando loro di Gesù con il linguaggio accattivante dei giochi e delle acrobazie, imparate dai saltimbanchi delle fiere.

La vivacità intellettuale del ragazzo non sfuggì nel 1829 al cappellano di Morialdo, don Giovanni Calosso, che gli impartì le prime lezioni di latino prima della sua morte improvvisa.

Solo nel 1831, però, Giovanni poté riprendere gli studi, completando le scuole elementari e il ginnasio in quattro anni.

Per pagarsi le lezioni, lavorò come sarto, cameriere, stalliere, falegname, calzolaio e fabbro.

Studente meritevole e dotato di una memoria sorprendente, si fece presto notare da San Giuseppe Cafasso, un sacerdote che lo indirizzò al seminario.

Fu ordinato sacerdote il 5 giugno 1841 nella Cappella dell’Arcivescovado di Torino.

Dopo essersi trasferito nel Convitto Ecclesiastico della città sabauda, iniziò il suo apostolato nella vicina Chiesa di San Francesco d’Assisi tra i giovani più poveri, che incontrava nelle strade, nei cantieri e nelle carceri, spesso provenienti dalle campagne, disorientati dal processo di industrializzazione.

L’Oratorio e la passione per i giovani di Giovanni Bosco

L’8 dicembre 1844, ispirato da San Filippo Neri, fondò, intitolandolo a San Francesco di Sales, l’oratorio che avrebbe poi realizzato a Valdocco.

Di lì a poco Don Bosco darà vita anche alla Congregazione Salesiana al servizio della gioventù e successivamente, nel 1872, insieme a Santa Maria Domenica Mazzarello, all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione della gioventù femminile.

Ben presto la missione salesiana assunse un carattere internazionale: il Bollettino Salesiano, oggi distribuito in 26 lingue e 135 Paesi, e i testi agiografici e pedagogici del Santo, sempre ispirati a un approccio educativo preventivo e mai repressivo, furono subito tradotti in diverse lingue mentre egli era ancora in vita.

Il sacerdote fu un convinto promotore della “buona stampa cattolica”, volta a contrastare gli effetti nefasti di quella “cattiva”, veicolo di menzogne ed eresie.

Giovanni Bosco, formare onesti cittadini e buoni cristiani

Tanto impegno spirituale, pastorale e sociale cattolico unito alla fedeltà incondizionata al Papa, all’epoca del governo liberale e massonico, non poteva che procurare al fondatore dei Salesiani inimicizie, persecuzioni e attacchi.

Tuttavia, tale era la stima che si guadagnò nell’opinione pubblica per la sua opera educativa che in più di un’occasione fu scelto come mediatore tra lo Stato e la Santa Sede.

La chiesa del Sacro Cuore a Roma, costruita su invito di Papa Leone XIII e realizzata con il sostegno della Provvidenza, divenne un luogo di spiritualità e di riscatto sociale per innumerevoli giovani.

“Formare onesti cittadini e buoni cristiani” fu la missione a cui il santo si dedicò fino alla sua morte, avvenuta il 31 gennaio 1888.

Fu Pio XI a beatificarlo nel 1929 e a canonizzarlo nel 1934.

San Giovanni Paolo II, nel centenario della sua morte, lo ha dichiarato “padre e maestro della gioventù”.

Sono ancora innumerevoli i giovani che si mettono alla sua scuola.

Don Bosco ricorda loro che “essere buoni non consiste nel non commettere colpe, ma nell’avere la volontà di emendarsi”.

Un percorso di santificazione che, secondo le parole di San Domenico Savio, suo allievo, consiste “nell’essere molto allegri e nel perfetto adempimento dei doveri”.

Quel “carisma” dell’allegria che Papa Francesco ha ammesso di aver imparato frequentando da bambino la prima media presso i Salesiani in Argentina.

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Fonte dell’articolo

Vatican News

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