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Santa Maddalena di Canossa: Libera di essere donna

La Vita di Maddalena Gabriella Canossa: Un Esempio di Carità e Testimonianza Femminile nella Modernità

Parlare di Maddalena, della sua vita e della sua eredità cristiana, ci fa spostare sempre il fulcro del discorso sul tema della Carità e sulla sua vita vissuta come testimonianza dell’amore per Cristo vivente nelle debolezze del mondo che soffre.

Ma come parlare di Maddalena oggi senza cadere nel vuoto della narrazione biografica inadatta ai nostri tempi? Semplice, basta ripercorrere la sua vita e le sue scelte che l’immagine di Donna attuale e al passo con la modernità, prende forma in lei e ne fa una donna vera che guarda la società e la gente con l’occhio del riscatto e  della carità. Questo aspetto particolare della sua vita piena e completamente donata, ha colpito sempre la mia attenzione facendomela scoprire quale modello di donna di un’attualità sconvolgente.

Maddalena Gabriella nasce a Verona IL 1 marzo del 1774 dalla nobile famiglia dei Marchesi Canossa il cui palazzo ancora oggi si affaccia possente ed elegante, sull’Adige. E’ la secondogenita dei Marchesi Canossa e come “donna” è rifiutata, al momento della nascita,  dai suoi stessi genitori che attendevano il maschio. Questa è la triste realtà con cui inizia la sua vita e la segna profondamente. In casa Canossa si attendeva un maschio. Si dice che la madre Teresa Szlua, delusa di non aver dato un figlio al marito, Marchese Ottavio, l’allontanasse da sé esclamando: “La butterei nell’Adige”.  Da quel momento la vita di Maddalena sarà tutta in salita, protesa nello sforzo di recuperare sé a se stessa e da  donna apparentemente fragile, sensibile, indecisa, ma attenta a quale posto occupare nel mondo, recupererà quello spirito forte di donna mistica ed imprenditrice che vive in lei e che il  tempo renderà risoluta per quella volontà  “femminile” che mai  si arrende pur nelle prove più dure ed umilianti.

Rifiutata perché donna! Quante di quelle parole o simili pronunciate più o meno consapevolmente dalla marchesa Teresa Szlua, risuonano ancora nella vita di ognuno di noi? Quanto ancora oggi la lotta per l’emancipazione egualitaria è il centro di accesi dibattiti e si avverte il bisogno intrinseco di sottolineare che non è gradito sapere che “ l’imminente vita che verrà alla luce sarà femmina”,  accendendo un dibattito culturale e religioso che ne vorrebbe giustificare la differenza per un meno

Mi ha sempre colpito, in quel passato non troppo lontano, come, diverse persone anche eminenti, hanno esaltato la  figura di Maddalena descrivendola come una “donna virile” e si sono sforzati  di dipingerla con quelle caratteristiche più tipiche dell’uomo che non della donna. Mi è sempre sembrata una forzatura tipica di quella mentalità maschilista, che spesso non ha aiutato a cogliere le vere e specifiche peculiarità umane del “femminile”, rendendo talvolta più difficile capire il rapporto tra le carateristiche carismatiche  e le qualità del suo esser donna a tutto tondo, peculiarità intimamente unite nella personalità di Maddalena come in quelle di ogni donna.

“Donna Virile” è la forzatura e  la negazione a cui spesso noi donne  ci si deve adattare  per poterci permettere una voce, un “esserci” che non riesce a prendere forma concreta se non nella abnegazione della nostra stessa femminilità. La scelta che ne deriva, e lo fu, in un primo momento anche per Maddalena, oscilla sempre tra l’essere e il realizzare, tra la madre e l’imprenditrice, tra l’empatia e la strategia, tra il rispetto verso se  stessa e la rivalsa sull’altro.

Maddalena non sceglie, ma nella volontà coraggiosa di chi sa di essere libera, si affida a Dio, si consacra a Lui e riesce a vivere a pieno tutte le dimensioni  del suo essere donna, madre e fondatrice di una famiglia religiosa: le “Figlie della Carità  Serve dei poveri”.  Nel suo procedere nella vita si riconosce donna della cura a servizio degli ultimi, sia nel rispetto del suo cammino spirituale e vocazionale, sia nella testimonianza convinta di un Dio che dona e non toglie, il cui amore farà  di lei una testimone straordinaria, un capolavoro destinato ad essere, nel tempo, modello  intramontabile  di femminilità.

In Cristo, Maddalena decide,  contro tutto e tutti, di diventare Madre di carità e Serva dei poveri e degli ultimi trovando così la sua realizzazione di donna nel  mondo e nella Chiesa.  Lei, che i genitori e parenti avevano disdegnato al suo nascere perché non deputata a tramandare ai posteri il nome illustre dei  Canossa, si ritrova a farlo conoscere in tutto il mondo come un nome che riporta alla terra la figura di Gesù  venuto a riscattare l’uomo. “Da ricca che era…”. Innamorata di Cristo, lo sceglie come sposo e lo ritrova costantemente negli occhi del povero che serve e nel quale vive l’amore nella sua pienezza travolgente, un amore  che, come in ogni donna, genera e conduce.

Con risolutezza Maddalena ha così superato ogni preconcetto recuperando la sua identità di Donna e di Madre non con un coraggio virile, come si voleva, ma femminile, un coraggio carico di comprensione e tenerezza.

Clorinda Pia Di Pietro

Laica Canossiana

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