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Guerra in Ucraina, preghiere per la pace a Mosca, secondo le intenzioni del Papa

L’arcivescovo di Mosca sulla guerra in Ucraina: “Portare la pace non significa appianare tutte le asperità e appianare le divergenze. Portare la pace significa accettare tutti, anche chi la pensa diversamente da noi. La pace è soprattutto capacità di perdonare”

La speranza e l’analisi dell’arcivescovo di Mosca, monsignor Paolo Pezzi

A portare la pace, il desiderio che ha animato monsignor Paolo Pezzi, Arcivescovo dell’Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca e i fedeli che hanno partecipato, il 7 ottobre, alla recita del Santo Rosario organizzata nella festa della Madonna del Rosario .

Un atto di fede nelle ore dell’esplosione al ponte di Crimea, che agli occhi di molti rappresenta un momento di fondamentale escalation nel conflitto che divide Ucraina e Russia.

Il gesto di pace che sembra così lontano eppure così necessario.

“Una persona pacificatrice spesso sembra debole, ma in realtà è genuinamente forte, perché sa mantenere la calma e la lucidità di pensiero e sa assegnare a ogni cosa il suo posto.

Nella gerarchia dei valori, il primo posto va alla consapevolezza di essere figli di un solo Dio: una conoscenza che è garanzia di pace.

Maria, Tu sei la Regina della Pace, perché tutto ciò che è accaduto nella tua vita ha avuto il suo posto”.

Ricordando poi nell’omelia le origini storiche della festa liturgica, istituita da Pio V nel 1572 per ricordare la vittoria della battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), l’arcivescovo sottolineava: «Pio V, combattendo, aveva deciso di pregare e veloce.

Sappiamo come finì la battaglia, ma forse non tutti sanno che il grande ammiraglio della flotta cristiana avvertì il papa di Roma che non erano le armi o l’abilità dei marinai a dare la vittoria, ma le preghiere del Rosario”.

L’arcivescovo di Mosca e il valore della preghiera agli occhi di Dio:

“Non possiamo nemmeno immaginare quanto sia grande il valore della preghiera agli occhi di Dio.

Gesù stesso, in un noto passo del Vangelo di Luca, parla di questa potenza e si stupisce che i suoi discepoli non ci credano.

Questa tentazione esiste anche per noi. Siamo qui oggi per chiedere la pace, per chiedere che i cuori si addolciscano. (…)

Lo stesso Dio, che nulla può definire e nulla può contenere, desidera abitare nei nostri cuori.

E cosa rispondiamo?

Cosa rispondono le persone da cui, in qualche modo, dipende il destino del mondo?

Oggi desideriamo che i loro cuori si aprano, ma è necessario prima di tutto che si aprano i nostri cuori: solo allora la nostra preghiera sarà vera, sarà per il bene di tutti gli uomini.

Non per la realizzazione dei nostri progetti, ma per il compimento del progetto di Dio».

L’arcidiocesi della Madre di Dio, guidata dall’arcivescovo Pezzi, si estende su un territorio di 2,629,000 chilometri quadrati e comprende un centinaio di comunità.

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Fonte:

Fides

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