Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
MATTEO 18, 15-20
15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. 19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.
Mt 18, 15-20
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Il tema del Vangelo odierno sottolinea che il potere di perdonare, di “legare e sciogliere”, che due capitoli prima era stato conferito a Pietro (Mt 16,13-19), viene ora dato a tutta la comunità. Tutti noi quindi abbiamo il potere di perdonare a nome di Dio! Qualcuno ha pensato che il potere petrino sia stato esteso a tutti i cristiani dopo la partenza dell’apostolo o dopo la sua morte, e che in ogni caso questa estensione all’intera comunità sia un’elaborazione teologica successiva rispetto a un primo conferimento individuale. Ma nel Vangelo di Giovanni Gesù Risorto conferisce questo potere a tutti i discepoli: “I discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»” (Gv 20,20-23). Si noti che c’è qui l’inversione dell’ordine: non più “legare e sciogliere”, ma “sciogliere e legare”. Il primo compito della Chiesa non sarà scomunicare, tagliere fuori, ma annunciare la misericordia di Dio e il suo perdono.
Il verbo ebraico slh, il termine più comune per designare il perdono, significa cancellare il ricordo del male ricevuto. Altre volte si usa nasa’ che denota un sollevare per rimuovere, ma anche togliere, eliminare. Nella lingua italiana la parola “perdonare” è formata dal prefisso “per-”, che esprime pienezza e abbondanza, e il verbo “donare”: il verbo composto pertanto significa “donare completamente / del tutto, donare in sommo grado / in abbondanza”. In altre parole “perdonare” è il verbo “donare” al superlativo.
Poiché Dio è Amore, è dono gratuito, la massima espressione di Dio è il perdono: “Quale è la sua grandezza, tale è anche la sua misericordia” (Sir 2,18). Il perdono dei peccati è per il credente sicurezza di Fede: nel Simbolo apostolico infatti proclamiamo: “Credo nella remissione dei peccati”.
Il perdono è chiamata a riprendere a vivere in pienezza: perché “perdonare significa togliere gli ostacoli che si frappongono alla pienezza di esistenza perché solo in un’umanità degna di questo nome ognuno può incontrare gli altri e l’Altro” (P. Farinella). “Cristo – afferma Papa Francesco – è venuto a mostrarci, a rendere visibile l’amore che Dio ha per noi. Per voi, per te, per te, per me… Un amore attivo, reale. Un amore che ha preso sul serio la realtà dei suoi. Un amore che guarisce, perdona, rialza, cura. Un amore che si avvicina e restituisce dignità. Una dignità che possiamo perdere in molti modi e forme”.
Il credente riceve quindi la missione di annunciare il perdono di Dio, di perdonare sempre, e di essere portatore ovunque di riconciliazione, pace, amicizia.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.