Vangelo di domenica 25 agosto: Giovanni 6, 60-69
XXI Domenica anno B
“60 Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63 È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici”.
Gv 6, 60-69
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Da: C. MIGLIETTA, L’EUCARESTIA SECONDO LA BIBBIA. Itinerario biblico-spirituale, Gribaudi, Milano, 2005, con presentazione di S. E. Mons. Giacomo Lanzetti
“Questo <<Logos>> è duro!”
Al discorso di Gesù, molti dei discepoli reagiscono con un rifiuto: “Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?»… Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui” (Gv 6,60.66).
Tre sono i rifiuti che nei Vangeli i discepoli oppongono a Gesù. Il primo è la prospettiva del Matrimonio cristiano, che i coniugi si amino “come Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei” (Ef 5,25), in eterna fedeltà (Mt 19,1-9): ciò determina la reazione dei discepoli, che esclamano: “Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi” (Mt 19,10). Il secondo rifiuto è relativo all’Eucarestia: di fronte a un Dio che si fa pane, che si dà in pasto agli uomini, “molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui” (Gv 6,66). Il terzo rifiuto è quello della Croce: quando Gesù “cominciò a dire apertamente che doveva… soffrire molto…, e venire ucciso…, Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai»” (Mt 16,21-22). Il rifiuto della Croce sintetizza gli altri due: è “scandalo…, stoltezza” (1 Cor 1,23) un Dio povero, debole, che muore come un malfattore, prendendo su di sè tutti i dolori del mondo, per amore, solo per amore; l’Eucarestia, in cui Dio si identifica in un pezzo di pane, è segno grande di questo amore che giunge allo svuotarsi completamente nel dono totale; il Matrimonio cristiano è profezia vivente dell’amore divino (Ef 5,25), che è sempre solo oblativo, che mai “divorzia” da noi nonostante tutte le nostre infedeltà, che è farsi servo del coniuge (Ef 5,25-29), che è chiamata ad un’unità inscindibile (Ef 5,31).
Gesù ci chiede di entrare nella logica dell’amore, che è la logica della Croce, dell’Eucarestia, del Matrimonio cristiano. Ma “questo «Lògos» è duro: chi può intenderlo?” (Gv 6,60), dove “lògos” è sia la Parola di Gesù sia Gesù stesso, il Lògos, il Verbo fatto carne (Gv 1). Gesù è duro, difficile da seguire: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchè chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la troverà” (Mt 16,24-26: cfr Gv 12, 24-26). Questo discorso è follia per il mondo, non può essere compreso secondo la carne, ma solo nello Spirito santo: “E’ lo Spirito che dà vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono Spirito e vita” (Gv 6,63).
Scegliere Gesù è prendere posizione tra la carne e lo Spirito, tra la logica mondana e quella divina, tra le tenebre e la luce (Gv 3,19-21). Non sono ammessi compromessi, mezze misure, impegni parziali: “Poichè sei tiepido, non sei cioè nè caldo nè freddo – dice il Signore alla Chiesa di Laodicea -, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,16); “La Parola di Dio è più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore… Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,12-13; cfr Gv 6,61.64). Anche noi dobbiamo prendere posizione, per il Signore e il suo programma d’amore totale, o contro di lui.
E questa scelta deve essere rinnovata ogni giorno: non basta essere entrati una volta per tutte nella Chiesa: “Non ho scelto forse io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!” (Gv 6,70). Nella comunità cristiana c’è Pietro il Papa che lo rinnegherà, c’è Giuda che lo venderà per trenta denari, c’è Tommaso l’incredulo, ci sono Giacomo e Giovanni che richiedono posti di potere nel Regno: la permanenza nella fedeltà non è garantita…
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.