Vangelo di Domenica 24 marzo: Marco 14, 1-15, 47
Domenica delle Palme: Passione del Signore B
Mc 14, 1-15, 47
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Commentare la Passione e Morte di Gesù secondo Marco comporterebbe una lunghissima meditazione. Più che soffermarmi su alcuni temi generali, ho preferito riportare alcuni spunti esegetico-spirituali per i singoli brani, per lasciare che ciascuno nella Settimana Santa contempli la “Parola della Croce” (1 Cor 1,18) nella preghiera individuale o comunitaria.
LA PASSIONE E MORTE: 14-15
Il Vangelo di Marco è “il Vangelo della Croce”: pertanto Marco dedica ben 140 versetti su 678 al racconto della Passione e Morte del Signore. E’ nel mistero della Passione che Dio si rivela (14,40.62), è alla sua Morte che Gesù è riconosciuto come Figlio di Dio (15,39).
1. L’unzione a Betania: 14,3-9
Per Marco è una donna che scopre a Betania, la “casa del povero”, che Gesù è l’afflitto, il sofferente per eccellenza, e che dà per lui “tutto ciò che poteva” (14,8). Ci sono vari riferimenti ecclesiologici: a) siamo “in casa”, cioè nella Chiesa, dove troviamo un ex-lebbroso e una prostituta: la Chiesa luogo dei poveri, dei peccatori; b) Gesù è il Sacerdote, che vive in comunità (Sl 133); c) Gesù è lo Sposo del Cantico, che viene profumato dalla Sposa, la Chiesa (Ct 1,3; 5,5); d) Gesù Re deve essere servito nei sofferenti (9,36).
2. Istituzione dell’Eucarestia: 14,22-25
a) Durante la cena pasquale, Gesù compie innanzitutto un “mimo”, un gesto profetico: egli si dona ai suoi per essere “mangiato” come il pane e il vino; b) egli offre il suo “corpo”- basar e il suo “sangue”- wadam: in ebraico basar-wadam indica le due parti del sacrificio di alleanza: è la nuova Alleanza profetizzata da Ger 31,31-34.
3. Al Getsemani: 14,32-42
a) Ai discepoli che Gesù ha voluto con sé alla Trasfigurazione e alla resurrezione della figlia di Giairo, Gesù chiede solidarietà nell’ora suprema; b) Gesù sperimenta fino in fondo l’umana finitudine, il fallimento completo, e li esprime citando i Sl 42 e 43; c) Gesù fa una preghiera che riecheggia il “Padre nostro”, da Marco non riportato: la vera richiesta del credente è sempre solo di fare la volontà di Dio; d) la volontà di Dio è il superamento del limite creaturale che egli stesso prende su di sé, nella Persona del Figlio, fino alla morte; e) il credente sperimenta spesso il silenzio di Dio; f) nella lotta con Dio Giacobbe ottiene un nome nuovo, Israele (Gen 32); qui Gesù proclama Dio con un Nome che solo qui risuona nei Vangeli: “Abbà”, cioè “Papalino”, “Papi” (cfr Rm 8,15; Gal 4,6).
4. L’arresto di Gesù: 14,43-52:
a) Gesù è “consegnato” da Giuda, che gli dà il bacio tipico del discepolo al Rabbi; b) Marco non ci motiva il tradimento di Gesù: è per lui esperienza frequente nella vita del singolo e della comunità.
5. Gesù confessa la sua divinità: 14,53-65
a) Il Sommo Sacerdote è Giuseppe detto Kayepha, l’Inquisitore, Sadduceo in carica fino al 36 d. C., genero di Anna, che lo precedette come Sommo Sacerdote; b) il vero fuoco (14,54) è Cristo, che è al contempo olocausto; c) Gesù tace come il Servo Sofferente di Is 53,7 (Sl 39); d) Gesù si proclama Dio: “Io sono!” (14,62); ora, che è stato “consegnato”, può venire meno il segreto messianico;
5. Pietro rinnega il Signore: 14,66-72
a) Pietro, la roccia, rinnega il Cristo per ben tre volte; b) si scalda a un fuocherello, e non alla fiamma viva del Cristo; c) Pietro però fa memoria della Parola del Signore, e il suo pianto è conversione (Lam 3,17-23; 5,15-17).
6. Gesù consegnato a Pilato: 15,1-15
a) Il verbo “consegnare” ricorre 10 volte nei capitoli 14 e 15: qui Gesù è consegnato ai pagani; b) Bar Abba, cioè “figlio del padre”, cioè “di n.n.”: la scelta è tra un figlio di nessuno e il Figlio del Padre, di Dio: ma il Figlio del Padre riscatta tutti noi, figli di nessuno, l’innocente salva i peccatori, il pacifico i violenti.
7. Gesù è il Re incoronato: 15,16-20
Marco si dilunga sull’incoronazione di spine: a) in Israele solo Dio è il Re (cfr Sl regali); b) i soldati, nella loro parodia, proclamano la grande verità della regalità di Cristo; c) come Mosè si era inginocchiato davanti al roveto ardente, così i soldati si prostrano dinanzi al coronato di spine.
8. La crocifissione: 15,21-27
a) Simone di Cirene, che diventerà un conosciuto cristiano (Rm 16,3), è il tipo del discepolo, chiamato a portare la croce dietro al suo Signore (Mc 8,34; Lc 23,26); c) Simone il Papa non c’è, ma c’è Simone di Cirene, un ebreo della diaspora, che vive in Libia; d) il potere fa portare la croce a uno straniero, a un poveraccio.
9. Gesù crocifisso deriso: 15,29-32
a) Gesù è il Servo schernito, di fronte a cui si scuote il capo (Is 53,3-5; Sl 22,7-80); b) è beffeggiato come profeta che ha annunciato la distruzione del Tempio (14,65; 15,29), in realtà sulla croce si realizza proprio la distruzione del Tempio del suo corpo; c) è vilipeso come Sommo Sacerdote che deve salvare gli altri (14,63; 15,31), in realtà sulla croce sta salvando il mondo; d) è deriso come Re (15,17-18.32), in realtà è Dio che regna dal legno (Sl 96,10).
10. La morte di Gesù: 15,32-40
a) La morte di Gesù avviene in una cornice apocalittica (Am 8,9-10); le tenebre ricordano la prima creazione (Is 43,19), e il grido di Gesù squarcia il silenzio primordiale e inizia una nuova Genesi; b) Gesù muore solo, abbandonato da tutti (Sl 38); c) “Gesù, dando un forte grido, spirò”: è il grido che proclama la definitiva sconfitta del male (9,26), che annuncia la liberazione di Gerusalemme (Is 40,2-9), è il grido della nuova creazione (Gen 1,1-2); d) il velo del tempio si squarcia dall’alto in basso, cioè per opera di Dio: la carne di Cristo squarciata è il velo attraverso il quale abbiamo accesso al Santo (Eb 10,19-20); e) “vistolo spirare in quel modo”, il centurione proclama Gesù Figlio di Dio: la Croce è la massima rivelazione di Dio, del suo essere Amore; f) le pie donne sono tipo del discepolo, che sta con Gesù anche al momento della Croce. .
15. La sepoltura: 15,42-47
a) Giuseppe d’Arimatea è anche lui tipo dell’Israele fedele e del discepolo (15,43); b) colui che è posto nella tomba come un oggetto, resusciterà il terzo giorno, nel Sabato eterno.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.