Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
PENTECOSTE
35Ed essi (ndr: i discepoli di Emmaus) narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. 36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. 44Poi disse: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni”.
Lc 24, 35-48
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Giovanni 15,26-27; 16,12-15
“Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo!” (At 19,2), dicono alcuni discepoli a Paolo ad Efeso: molti che si dicono cristiani, oggi, potrebbero rispondere alla stessa maniera. Non per niente lo Spirito Santo è stato definito “il Grande Dimenticato”. Eppure nel “Credo” sempre ribadiamo: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita”, e nella IV Preghiera Eucaristica lo definiamo “Primo dono ai credenti”!
LO SPIRITO SANTO, L’ AMORE TRINITARIO
Al principio di tutto non c’è un Dio solitario: c’è la comunione, il dialogo. Non possiamo pensare il Padre senza il Figlio e lo Spirito Santo. Nella Trinità c’è una meravigliosa e continua dinamica d’amore. Lo Spirito Santo è l’Amore tra il Padre e il Figlio, e tra il Figlio e il Padre. Ma tra le Persone Divine non c’è solo un dono reciproco (missio ad intra), ma l’amore trabocca all’esterno, nella creazione e nella salvezza del mondo (missio ad extra).
DIO CI CREA PER AMORE
La creazione è evento Trinitario: ad essa partecipano non solo il Padre, ma anche il Figlio (“Tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che esiste”: Gv 1,3; cfr 1 Cor 8,6; Col 1,15-17; Ef 1,3-4; Eb 1,2; Col 1,15; Gv 1,15; Gv 8,58; Sap 7,21; 9,9; Pr 8,22-31; Sir 24,3) e lo Spirito Santo, che fin dall’inizio aleggia sulle acque (Gn 1,2), che tutto crea (“Con la parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera”: Sl 33,6) e che tutto fa sussistere (“Togli il loro spirito ed essi muoiono… Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra”: Sl 104,29-30; “Se egli… richiamasse il suo spirito a sè e a sè ritraesse il suo soffio, ogno carne morirebbe all’istante e l’uomo ritornerebbe in polvere”: Gb 34,14-15; “Il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose”: Sap 12,1).
DIO CI SALVA PER AMORE
L’incarnazione avviene per opera dello Spirito Santo (Lc 1,35; Mt 1,18.20). La missione del Figlio è rivelata al battesimo, quando scende su Gesù lo Spirito (Mt 3,16-17), manifestando la sua doppia dimensione di Messia regale (Sl 2,7) e profetico (il Servo di IHWH: Is 42,1= Mt 12,18). Da allora in poi, lo Spirito “rimane su di lui” (Gv 1,32) e ne impronta tutta l’opera (Mt 4,1; Lc 4,14. 16-20; 10,21): e tutte le sue parole “sono Spirito e vita” (Gv 6,36). Ed è lo Spirito che ne opera la resurrezione (Rm 1,3-4).
LO SPIRITO D’AMORE È EFFUSO SU DI NOI
Nell’Antico Testamento troviamo spesso esempi di relazioni strette tra due personaggi, di cui uno muore o scompare di scena e l’altro ne prende il posto raccogliendone lo spirito: Mosè e Giosuè (Dt 34,9), Elia ed Eliseo (2 Re 2,9.15)… Alla sua morte in croce, Gesù effonde lo Spirito sui credenti (Gv 19,30: “Emise lo Spirito”; cfr 7,38-39); ed è lo Spirito il grande dono del Risorto (Gv 20,22; At 1,9-11; 2,33). Per Giovanni, colui che egli chiama “un altro Paraclito” (Gv 14,16) è un altro Gesù. E poiché il Paraclito può venire solo quando Gesù se ne va (Gv 16,7), il Paraclito è la presenza di Gesù quando Gesù è assente.
Il termine “paràkletos” può avere più significati: come passivo di “parakalèin” è il “chiamato vicino”, l’avvocato difensore o meglio, in Giovanni, il testimone a favore in un processo; in forma attiva “parakalèin” è “colui che si fa vicino”, il protettore, l’amico, il consolatore; correlato a “paràklesis”, è colui che esorta, che incoraggia. Non è casuale che Girolamo, traducendo il Vangelo in latino nella cosiddetta Vulgata, abbia preferito mantenere la semplice translitterazione dal greco, “paracletus”, per mantenere tutti i significati.
Lo Spirito Santo è lo Spirito di verità (Gv 14,17; 15,26; 16,13; 1 Gv 4,6; 5,6), maestro interiore dei discepoli, che non solo ricorda loro l’insegnamento di Gesù (14,26), ma glielo fa comprendere, guidandoli alla verità tutta intera (Gv 16,13). Inoltre egli rende testimonianza a Gesù contro il mondo (Gv 15,26), e pone sotto giudizio il mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio (Gv 16,8-11). Lo Spirito procede dal Padre, che lo invia nel nome di Gesù (Gv 14,16.26): ma anche Gesù lo invia autonomamente (Gv 15,26; 16,7): i Concili Ecumenici cattolici concluderanno che “procede dal Padre e dal Figlio”.
Lo Spirito Santo inabita nei cuori dei cristiani; in Gv 14,16-17, in uno stupendo crescendo, non solo si afferma che Egli è con (“metà”) i credenti, ma che è presso (“parà”) di loro, anzi in (“en”) loro: essi sono così diventati “Pneumatofori”, “Portatori dello Spirito Santo” (Rm 8,9-11; 1 Cor 3,16). La Chiesa stessa è “tempio vivo dello Spirito” (Pref. VIII per annum).
Lo Spirito Santo completa il progetto creazionale facendoci figli di Dio (Mt 28,20; Gv 3,5-8; Rm 5,5; Tt 3,5-6; Gal 4,6).
È soprattutto “nella Liturgia,… che la virtù dello Spirito Santo agisce in noi mediante i segni sensibili” (LG, n. 50): il Santo Curato d’Ars diceva: “I sacramenti che Cristo ha istituito non ci avrebbero salvato senza l’azione dello Spirito Santo”. Ed è per questo che nella celebrazione di ogni Sacramento momento fondamentale è l’“epiclesi” (da “epi-kalèo”, “invoco sopra”), la supplica cioè al Padre perchè tramite il Figlio invii lo Spirito Santo, perché compia la sua effusione di benedizione e consacrazione.
TRASFORMATI DALLO SPIRITO D’AMORE
La vita secondo lo Spirito è la condizione del cristiano (Rm 7,6; 8,14; Gal 5,25). Lo Spirito d’Amore che inabita nei credenti (Rm 5,5) li trasforma in uomini nuovi (“Dovete rinnovarvi nello Spirito… e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera”: Ef 4,23-24):
– l’Amore: “L’amore di Dio è stato versato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo datoci in dono” (Rm 5,5); lo Spirito fonda la Chiesa (Gal 3,3), che deve diventare il luogo dell’agape (1 Gv 4,20; 3,17; Mt 10,40; 25.40.45; Mt 22,37-38; Rm 13,9-10; Gal 5,14; Col 3,14; 1 Pt 1,22) nell’unità (Ef 4,3-4; 2,2; 1 Cor 2,10-15) e nel pluralismo dei doni (1 Cor 12; 14), in un autentico “ministero dello Spirito” (2 Cor 3,6.8);
– la Speranza: i cristiani sono gli uomini della speranza e dell’ottimismo (Col 1,15; Tt 2,13; 2 Cor 4,13-14; 5,1-8; Mt 5,3-12): lo Spirito Santo che è in noi è “primizia” (Rm 8,23) e “caparra” (2 Cor 1,22; 5,5; Ef 1,14) della salvezza e della resurrezione (Rm 8,11; 1 Cor 15,43.46);
– la Gioia: i cristiani sono gli uomini della gioia sempre, in ogni circostanza, anche nella sofferenza (Is 9,2; 12,2-6; Sof 3,14-18; Mt 9,15; Mc 2,19; Lc 5,34; Gv 3,29; Gv 16,22.24; 15,11; 17,13; 1 Gv 1,3-4; At 5,41; 2 Cor 7,4; Fil 2,17-18; Col 1,24; 1 Ts 1,6; 5,16; Fil 4,4-5; Eb 10,34; Gc 1,2; 1 Pt 4,13);
– la Missione: ripieni dell’Amore di Dio, i credenti ne traboccano ai fratelli (At 2,1-12; 5,32; 15,28; 6,3.10; 7,55; 8,15-17.29.39; 9,17; 10,19.44-47; 11,15s; 13,2-4.9; 16,6-7; 20,23): lo Spirito è “la forza per essere testimoni fino all’estremità della terra” (At 1,8).
Guai a meritarci il rimprovero di Stefano ai Giudei: “O gente testarda e pagana nel cuore, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo!” (At 7,51). È perciò necessario: “vivere e nutrirsi dello Spirito…, camminare nello Spirito,… lasciarsi guidare dallo Spirito, essere strumenti docili nelle mani dello Spirito, arpe sonore di preghiera, frutti dello Spirito… Solo così il cristiano si costituisce come “lettera scritta non con l’inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente” (2 Cor 3,3)” (Pedrini).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.