Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
VII Domenica C
27Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; 38date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio.
Lc 6, 27-38
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Dalla vendetta all’amore per i nemici
Nella Bibbia c’è una progressione di comprensione del mistero di Dio tra l’Antico e il Nuovo Testamento, e solo in Gesù, il Verbo vivente del Padre, si ha la Rivelazione definitiva. I libri dell’Antico Testamento “contengono cose imperfette e caduche… I libri del Vecchio Testamento, integralmente assunti nella predicazione evangelica, acquistano e manifestano il loro pieno significato nel Nuovo Testamento (cfr Mt 5,17; Lc 24,27), che essi a loro volta illuminano e spiegano” (Dei Verbum, nn. 15-16). “Per ricavare con esattezza il senso dei sacri testi, si deve badare… al contenuto e all’unità di tutta la Scrittura” (Dei Verbum, n. 12).
Questa progressione si nota con chiarezza sul tema della vendetta. Lamech, pronipote di Caino, afferma: “Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino ma Lamech settantasette” (Gen 4,23-24). Il resto del Pentateuco fa già un grande passo avanti, limitando la vendetta alle dimensioni dell’offesa: “Occhio per occhio, dente per dente” (Es 21,24; Lev 24,20; Dt 19,21); si passa cioè da una vendetta settantasette volte l’offesa a una ritorsione che non può superare l’ingiuria subita.
Con troppa facilità abbiamo epurato dalla Liturgia delle Ore i cosiddetti Salmi imprecatori, perché erroneamente considerati troppo crudi e violenti. In realtà essi rappresentano un’ulteriore maturazione dell’etica. Infatti sono espressione di un atteggiamento di non-violenza: gli uomini rinunciano ad ogni vendetta e affidano a Dio il giudizio, anche se esprimono ciò nel genere letterario della vittima che chiede l’eliminazione del carnefice: “Condannali, o Dio, soccombano alle loro trame, per tanti loro delitti disperdili” (Sl 5,11); “Siano confusi e annientati quanti mi accusano, siano coperti d’infamia e di vergogna quanti cercano la mia sventura” (Sl 71,13); “Restino confusi e turbati per sempre, siano umiliati, periscano” (Sl 83,14-18).
Con Gesù si arriva invece ad un superamento completo della vendetta. Anzi, Gesù afferma: “Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano… Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso” (Lc 6,27-35). E Paolo, sull’esempio del Maestro, riprende: “Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere… Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male” (Rm 12,19-21).
Chiamati all’“imitatio Dei”
Gesù porta una vera rivoluzione, che pare inaccettabile e folle agli occhi del mondo. Perché giunge e chiedere tanto ai suoi discepoli? Innanzitutto perché il credente è chiamato all’“imitatio Dei”, cioè a modellarsi su Dio stesso: “Egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,35-36).
Perdonare perché perdonati
Il secondo motivo è che “dobbiamo perdonare perché Dio ci ha perdonato e ci perdona sempre”, afferma Papa Francesco: “Se non perdoniamo del tutto, non possiamo pretendere di essere perdonati. Invece, se i nostri cuori si aprono alla misericordia, se si suggella il perdono con un abbraccio fraterno e si stringono i vincoli della comunione, proclamiamo davanti al mondo che è possibile vincere il male con il bene”.
La “differenza cristiana”
Afferma Papa Francesco: “Amare i nemici non è un optional, è un comando. Non è per tutti, ma per i discepoli”. Tertulliano diceva: “Amare gli amici lo fanno tutti, i nemici li amano soltanto i cristiani”. “Questa è la «differenza cristiana», la differenza del discepolo di Gesù rispetto a giudei o pagani, indifferenti o non credenti… David Flusser, un grande studioso ebreo che pure era affascinato e in attento ascolto di Gesù, diceva che questo suo comando era l’unico che non poteva trovare realizzazione, ma era destinato a restare utopia. Eppure la storia testimonia di discepoli e discepole che, come Stefano, il primo martire cristiano, hanno vissuto questo comando fino alla morte, invocando il perdono (cfr At 7,60), come Gesù aveva fatto sulla croce (cfr Lc 23,34)” (E. Bianchì).
L’estremismo dell’Amore
Anche Papa Francesco parla di “novità cristiana… Il Signore non è stato prudente, non è sceso a compromessi, ci ha chiesto l’estremismo della carità. È l’unico estremismo cristiano: quello dell’amore”.
Pregare
“Come si può fare? Gesù ci dice: «Pregate, pregate per i vostri nemici». La preghiera fa miracoli e ciò vale non solo quando siamo in presenza di nemici; vale anche quando nutriamo qualche antipatia, «qualche piccola inimicizia». E allora bisogna pregare, perché «è come se il Signore venisse con l’olio e preparasse i nostri cuori alla pace»” (Papa Francesco).
“Se non si assume l’altro – e in particolare l’altro che si è fatto nostro nemico, che ci contraddice, che ci osteggia, che ci calunnia – nella preghiera, imparando così a vederlo con gli occhi di Dio, nel mistero della sua persona e della sua vocazione, non si potrà mai arrivare ad amarlo!” (E. Bianchi).
Lasciarci trasformare da Gesù
“Gesù sa benissimo che amare i nemici va al di là delle nostre possibilità, ma per questo si è fatto uomo: non per lasciarci così come siamo, ma per trasformarci in uomini e donne capaci di un amore più grande, quello del Padre suo e nostro. Questo è l’amore che Gesù dona a chi lo ascolta. E allora diventa possibile! Con Lui, grazie al suo amore, al suo Spirito noi possiamo amare anche chi non ci ama, anche chi ci fa del male. Gesù vuole che in ogni cuore l’amore di Dio trionfi sull’odio e sul rancore” (Papa Francesco).
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.