Una Voce dalla Repubblica Centrafricana

La storia del giovane Guy-Cyrille Ngaba

Molti, erroneamente, quando pensano all’Africa, credono che l’impegno di tante missionarie e missionari sia quasi esclusivamente quello di “Dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati”. É pur vero che in alcune zone dell’Africa queste rimangono urgenze primarie a cui si dedicano tanti religiosi, aiutati da tanti volenterosi benefattori e volontari di tutto il mondo. Tuttavia ci sono anche tante altre opere di misericordia da mettere in atto e il campo è vasto anche per le opere di misericordia spirituali.

Chi è Guy-Cyrille Ngaba

É il caso, per esempio, di un giovane della Repubblica Centrafricana, Guy-Cyrille Ngaba. Nasce in una cittadina chiamata Bozoum, non lontano dalla parrocchia dedicata a San Michele Arcangelo, affidata alla cura pastorale dei Frati Carmelitani fin dal 1973. Si tratta della parrocchia più antica della Diocesi di Bouar, in precedenza tenuta dai Frati Cappuccini. Bozoum è il capoluogo della Prefettura Ouham-Pende, a circa 400 km dalla capitale del paese, Bangui.

Il giovane frequenta la parrocchia e la sua animata vita liturgica, fatta di gruppi catechistici, di chierichetti, di cantori, di danzatori liturgici, musicisti, ecc. Entra in un gruppo chiamato “Amici di Gesù Bambino”, fino a chiedere di poter entrare nel Seminario che i Frati hanno aperto in una località chiamata Yolé, a una decina di chilometri dal centro della Diocesi, Bouar. Frequenta elementari, medie e liceo in quelle scuole, con professori religiosi e laici. Quattordici anni di formazione umana, cristiana e religiosa.

Ma il Signore ha altri progetti per Guy-Cyrille. Egli lascia i Frati Carmelitani e si reca in Togo, per studiare Scienze Gestionali. Conseguita la laurea, ritorna in patria e diventa professore di Economia, Contabilità e Informatica Gestionale al Collegio Sant’Agostino di Bozoum. In seguito, viene assunto dall’unica banca locale, diventando Controllore di Gestione. Al contempo, gli viene chiesto di dirigere la nuova stazione radio locale “La voce di Koyale”, cosa che intraprende con successo. Nel gennaio 2022 entra a far parte dell’ONU, nell’ufficio della Missione Multidimensionale, nella Prefettura di Ouham-Pende.

Il suo lavoro consiste nell’essere Responsabile della Comunicazione e Assistente alla Pubblica Informazione. Raccoglie informazioni per una Radio locale, prepara e realizza alcune attività per le campagne organizzate dalle Nazioni Unite, interfacciandosi anche con la popolazione locale per far conoscere tali progetti. Guy-Cyrille utilizza questa sua posizione per permettere a tanta gente di far sentire la propria voce, sollecitando interventi per la popolazione oppure semplicemente esprimendo la propria opinione riguardo all’andamento della vita politico-sociale del Paese.

Quando egli stesso ne parla, non usa mezzi termini: “Le fondamenta dello Stato sono crollate. Lo Stato non ha la capacità di soddisfare i bisogni primari della popolazione, come sanità, istruzione, infrastrutture stradali, ecc. Il conflitto ha influito fortemente sulla vita della gente e le condizioni di vita non sono facili: manca l’energia elettrica, i punti di rifornimento dell’acqua potabile sono inadeguati e più ci si allontana dalle grandi città, più aumentano insicurezza e bisogni fondamentali”.

L’opera dei Missionari

La formazione ricevuta dai Missionari, però, non è andata sprecata. Guy-Cyrille ha conservato un grande senso di umanità, continua ad impegnarsi per il bene della gente, in atteggiamento di generosità animato dalla preghiera e dall’esempio di Gesù. Intorno a lui, è evidente che la ricerca del denaro facile e delle sicurezze economiche è aumentata enormemente e, spesso, fa dimenticare le cose essenziali, i valori per cui vale la pena vivere, anche quelli caratteristici della tipica cultura africana.

Non si vanta, ma con i suoi titoli di studio avrebbe potuto guadagnare molto di più di quanto si è accontentato di guadagnare nelle professioni che ha accettato, menzionate sopra. Il lavoro di direttore nella Radio locale, con tutto il dispendio di energie che comportava, era di fatto un “volontariato”, non remunerato. Nella sua parrocchia è impegnato nell’educazione dei ragazzi, nel Movimento della Gioventù Studentesca e non ha smesso di affidarsi alla Divina Provvidenza per operare, per quanto può, tutte le opere di misericordia possibili.

La sua paura è che le nuove guerre che si sono scatenate in Europa e in Medio Oriente facciano ulteriormente dimenticare al mondo i problemi del suo amato Paese, uno dei più poveri, nel cuore dell’Africa, ora anche turbato da violenze locali. Il processo di pace può sicuramente essere lento, ma ciò non deve interrompere il percorso che il Paese sta cercando di compiere verso condizioni di vita migliori. “Da parte nostra – dice – essendo una popolazione giovane, dobbiamo proseguire nel compito di formazione umana e cristiana, coltivare l’amore per il nostro Paese, la dedizione per il lavoro ben fatto e un grande spirito di sacrificio, senza bruciare le tappe. Che il Signore ci aiuti!”.

 

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