spazio + spadoni sostiene le suore in ogni campo
In occasione del Festival Calcio Comunità Educante, la nazionale Italiana Suore ha giocato con la maglia di Opera M
Non succede spesso di vedere delle suore giocare a calcio; tantomeno, come partecipanti ad un torneo. E invece, il 27 e il 28 settembre, erano alla Comunità Incontro di Amelia, in occasione del primo Festival dedicato al calcio sociale in Italia, “Calcio Comunità Educante”.
Nelle due giornate dedicate ai temi dell’inclusione e della solidarietà, nate per celebrare uno sport che può diventare strumento di unione e di crescita, non poteva infatti mancare la Nazionale Italiana Suore, sostenuta da spazio + spadoni, partner dell’iniziativa insieme a Fidia e a Laureus-Sport for Good.
Sulla maglia delle giocatrici, il logo di “Opera M” ricorda la sfida e la mission di spazio + spadoni, cioè promuovere e sviluppare – “riEvoluzionandole” – le Opere di Misericordia nel mondo attraverso azioni dirette e progettate, coinvolgendo i territori e le persone. In primis, le suore, che quotidianamente sono presenze misericordiose accanto alla gente e ai suoi bisogni.
La partita di spazio + spadoni si gioca sulla misericordia
«Il nostro scopo è favorire percorsi generativi tra esperienze italiane di volontariato e di impegno sociale e Congregazioni religiose femminili sparse nel mondo. Ragion per cui, in questa importante occasione, non potevamo non esserci», spiega il fondatore Luigi Spadoni.
Non è quindi casuale l’adesione all’evento e l’appoggio del movimento lucchese alla Sister Football Team, la prima nazionale al mondo composta interamente da suore e religiose, affiliata alla SS. Lazio e sempre pronta ad annunciare il Vangelo “sul campo”, trasmettendo ai ragazzi i valori della gioia, della solidarietà e dell’amicizia.
Le suore, moltiplicatrici di bene
«La presenza delle suore riesce a generare in ogni occasione opere di misericordia, perciò spazio + spadoni cercherà di essere sempre al loro fianco, per dare loro appoggio e per aiutarle a crescere e a diventare moltiplicatrici di bene. Soprattutto nei Paesi più poveri», continua Spadoni.
Perché tifare per loro, e non solo sugli spalti di un campo di calcio, significa dare nuove possibilità alla Vita di svolgersi, per diffondere l’amore e la misericordia in piccoli e grandi gesti concreti.
Il senso di un torneo di calcio
Al torneo di questa prima edizione del Festival CCE, ha partecipato anche un’altra squadra special, quella dei ragazzi con disabilità, a dimostrazione che il calcio non è solo competizione, gossip e scommesse, ma può andare oltre e diventare opportunità di crescita e cambiamento.
È l’intento con cui la Comunità Incontro, presente a Terni da 45 anni per contrastare le tossicodipendenze, ha organizzato la manifestazione; insieme a loro, “Angeli Press”, l’agenzia di comunicazione sociale guidata dalla giornalista e scrittrice esperta di Terzo settore Paola Severini Melograni.
Per chi volesse saperne di più, la trasmissione “O anche no” ha dato spazio all’iniziativa nella puntata del 10 novembre. Dedicata alla memoria di Santo Romano, giovane calciatore napoletano ucciso da un coetaneo al termine di una lite, è disponibile su Raiplay.
Il 14 Novembre, i promotori hanno raccontato il Festival CCE nelle aule dell’Università del Foro Italico di Roma, per sensibilizzare gli studenti sui temi del sociale e delle buone pratiche.