Santo del giorno per il 13 febbraio: beato Angelo Tancredi
Angelo Tancredi, noto anche come frate Angelo, il guardiano e custode più intimo del poverello d’Assisi, San Francesco: oggi lo ricordiamo
Fu la penna e calamaio di frate Angelo a farci la cronaca delle sante scorribande dei tre fraticelli (Leone, Bernardo, Angelo) insieme a Francesco, l’uomo Francesco.
Storie di umanità e semplice caparbietà da cui si intravede questo temperamento rigoroso di Francesco, eppure capace di affidarsi.
Ebbene, il suo compagno più intimo, il guardiano, il guardarobiere, il custode, l’infermiere e chi più ne ha ne metta fu proprio il beato Angelo Tancredi di Rieti, frate Angelo.
Ecco cosa trapela dagli aneddoti di frate Angelo sulla vita di Francesco
Si fa un gran parlare di Assisi ma qualche volta si potrebbe proprio stazionare nel rietino perché lì sono i luoghi principali in cui gravitava la vita di preghiera di Francesco.
Per abitudine, vediamo un Francesco camminatore con il bastone.
Questo è vero: Francesco percorreva chilometri e chilometri di strade non sterrate tra deserti e sentieri tortuosi.
Ma il santo insieme ai suoi compagni usava sicuramente molto muoversi in barca, dato che la valle reatina era all’epoca una palude.
Molte sono le avventure riportate in quel di Greccio, fonte Colombo, Poggio Bustone e ci collochiamo intorno al 1200 a scendere.
Angelo, con lo sguardo di un reatino che non smentisce gli anfratti misteriosi che contornavano il paesaggio, riusciva a cogliere il temperamento di Francesco.
Francesco era Santo perché come Gesù odiava, non i peccatori ma gli ipocriti.
E non c’ era macchia di ipocrisia in Francesco.
Carpiamo questo dettaglio in un aneddoto descritto dallo stesso frate Angelo su quando dovettero cucire uno strato doppio di pelliccia a Francesco per mostrare a tutti che la portava: uno all’interno ed un altro all’esterno.
Francesco chiamava Angelo, il frate gentile e cortese
Quando faceva il profilo del frate ideale, Francesco pensava alla semplicità e purezza di Leone, alla fede di Bernardo, alla cortesia di Angelo.
Ed in effetti, fu il primo ad unirsi a Francesco, non appena lo conobbe lasciando il servizio per il cardinale Brancaleone.
Gli ultimi due anni della sua vita li trascorse così accanto a Francesco, sino alla sua morte in cui insieme a Leone gli cantò il cantico delle creature.
Si documenta che Angelo morì nel 1258.
Queste sono storie di vita vera. Lasciamo per un po’ i manuali di santità e, come ha fatto frate Angelo, penetriamo l’umanità con uno sguardo carico di gentilezza e cortesia.
Suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie
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