Santo del giorno 8 novembre: San Goffredo di Amiens

San Goffredo di Amiens: monaco benedettino e vescovo

Nome

San Goffredo di Amiens

Titolo

Vescovo

Nascita

1066, Moulincourt, Francia

Morte

08 novembre 1115, Soissons, Francia

Ricorrenza

08 novembre

Martirologio

edizione 2004

Preghiera

Allontana da noi, o Signore, ogni male dell’anima e del corpo per l’intercessione di San Goffredo, perché, lontani dalle insidie del Maligno, nella serenità e nella pace, possiamo sempre lodare con gioia il tuo nome ed il tuo onnipotente amore di Padre. Amen.

Martirologio Romano

A Soissons in Francia, deposizione di san Goffredo, vescovo di Amiens, che, formatosi per un quinquennio alla vita monastica, patì molto nel ricomporre i dissidi tra i signori e gli abitanti della città e riformare i costumi del clero e del popolo.

 

Il Santo e la missione

San Goffredo di Amiens è una figura che risplende nella storia della Chiesa per il suo impareggiabile ardore missionario. La sua vita è una narrazione di dedizione assoluta alla chiamata evangelica, una testimonianza incondizionata al Vangelo che ha permesso di toccare e trasformare innumerevoli vite nel corso della sua missione pastorale. Nel cuore della Francia del XII secolo, San Goffredo prese le redini della diocesi di Amiens con una visione chiara e un intento fermo di portare il messaggio cristiano non solo nelle parole ma anche nelle opere. La sua esistenza fu segnata da un incessante impulso missionario, che lo vedeva attivamente coinvolto nel tessuto quotidiano delle persone, cercando di essere il riflesso tangibile della bontà divina tra i suoi fedeli. La sua missione si distingueva per l’attenzione verso gli emarginati e per il coraggio di affrontare le ingiustizie sociali, elementi che evidenziavano il suo impegno per una Chiesa che non fosse solamente un faro spirituale ma anche un attivo agente di cambiamento. In questo modo, San Goffredo incarnava la convinzione che l’annuncio del Vangelo dovesse innanzi tutto passare attraverso l’imitazione dell’esempio di Cristo, servendo gli altri con umiltà e amore. Il suo approccio pastorale era permeato da una genuina compassione e da un’aspirazione a vivere secondo i principi evangelici, non solo predicandoli ma rendendoli manifesti attraverso l’azione quotidiana. La missione di San Goffredo, quindi, si intrecciava con il tessuto delle vite comuni, sottolineando che ogni interazione è una potenziale semina di fede, ogni gesto di gentilezza una possibile porta aperta alla speranza, ogni parola di conforto un seme di conversione. Come pastore, San Goffredo si distingueva per la sua disponibilità a scendere nella realtà quotidiana dei suoi parrocchiani, entrando nelle loro case e nei loro cuori con una presenza che era tanto reale quanto spirituale. Era convinto che il cuore del suo ministero risiedesse nel toccare direttamente le anime, guidandole verso una profonda riconciliazione con Dio. La missione di San Goffredo di Amiens non si misurava in termini di conversioni o di successi terreni, ma piuttosto nella capacità di infondere nei cuori la luce di una fede vissuta, che continua a brillare come un faro di ispirazione per tutti coloro che cercano di vivere la propria vocazione missionaria nel mondo di oggi.

Il Santo e la misericordia

San Goffredo di Amiens è un emblema silenzioso ma potente della misericordia cristiana, il cui esempio di vita parla al cuore dell’umanità con il linguaggio universale della compassione. Nel suo ruolo di vescovo, egli incarnava quella profonda misericordia divina che è alla radice del messaggio evangelico, testimoniando come la bontà e la comprensione possono trasformare e rinnovare le comunità. L’episcopato di Goffredo fu segnato da atti di generosità e comprensione, che dimostravano la sua profonda empatia verso le sofferenze altrui. Non si limitava a predicare il perdono e l’accoglienza; li viveva ogni giorno, rispecchiando il cuore stesso del Vangelo che chiama a “essere misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso” (Luca 6,36). In ogni sua azione si vedeva una naturale propensione a mettersi al servizio degli altri, a consolare i tribolati e ad assistere i bisognosi. La sua leadership spirituale non era imponente ma invitante, non condannatoria ma liberatoria, invitando tutti a riconoscere e accettare il dono del perdono che sgorga dalla misericordia di Dio. Il legame di San Goffredo con la misericordia si manifestava nella sua dedizione agli emarginati e nella sua instancabile ricerca di giustizia per i poveri e gli oppressi. Egli non solo apriva la porta della Chiesa a tutti, ma usciva per le strade, entrando nelle case e nelle vite delle persone, portando con sé non solo aiuti materiali ma anche il conforto e la speranza. Il suo ministero fu una continua dimostrazione del potere rinnovatore della misericordia che, come un fiume, scava nuovi sentieri di pace e riconciliazione nel terreno spesso arido dell’indifferenza umana. La misericordia di San Goffredo non era solo un atto isolato ma un modo di essere, un impegno per ogni momento della giornata, un invito a vedere in ogni persona il volto di Cristo sofferente che chiama all’amore e al servizio. Nella memoria di San Goffredo di Amiens, la misericordia è celebrata non tanto come una dottrina astratta, ma come un’azione concreta, come il battito di cuore del Vangelo che continua a pulsare nelle azioni di coloro che scelgono di camminare sulle sue orme. La sua vita è un richiamo costante all’esercizio della misericordia come fondamento della vita cristiana, un invito a farne un segno distintivo dell’esistenza di ogni credente.

Agiografia

San Goffredo, Vescovo di Amiens, fu quasi contemporaneo di Goffredo di Buglione, « Avvocato del Santo Sepolcro ». Al tempo della Crociata, egli era giovinetto. Nato da genitori benestanti e devoti, era entrato nell’Abbazia di Monte San Quintino. Vi acquistò una profonda preparazione spirituale, e presto il giovanissimo monaco si distinse come esempio di una austerità piuttosto rara per quei tempi. Era un devoto dei due Santi calzolai Crispino e Crispiniano. Quando poteva, il 25 ottobre, giorno della loro festa, si recava a Soissons, nel monastero a loro intitolato. Quei monaci celebravano la ricorrenza mangiando e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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