Santo del giorno 7 maggio: Rosa Venerini
Una donna che volle sulla base della vita. Rosa avrebbe potuto scegliere il convento ma le esigenze avverse la vocarono altrimenti.
Rosa avvertì sin da subito, alla tenerissima età di 7 anni la chiamata alla vita contemplativa e si fece accompagnare giovane giovane in monastero ma non vi poté restare.
Dopo la morte prima del padre, lasciò il monastero ma seguì anche la morte del fratello e così di crepacuore per il dolore anche la mamma.
Che dire! La ragazza si trovò da sola con la zia e la sorella maritata e si abbandonò allo scorrere dei giorni finché il suo sguardo non incrociò una nuova bellissima missione.
L’appello della quotidianità divenne per Rosa una missione
Aiutare le donne in condizioni di povertà a risollevarsi e riscattarsi dal disagio sociale perché la povertà non è la miseria.
Lo sentiamo dire, in molti progetti Spazio Spadoni anche dai protagonisti: La povertà non è la miseria!
E così, da laica, da donna forte, Rosa, in delicatissimi anni in cui c’erano delle posizioni consolidate sull’educazione cristiana (Ca 1680) delle giovani e si faceva ancora fatica a pensarsi come popolo di Dio tutto, si dedicò all’educazione femminile.
Ma come aveva capito questa sua chiamata?
A partire da semplici incontri per recitare insieme il rosario.
Non ci si limitava mai a ripetere meccanicamente il Padre Nostro e l’Ave Maria, cosa da cui anche Papa Francesco ci ammonisce: “Non siate pappagalli quando pregate”!
Spesso si passava un po’ di tempo a discutere, a ragionare sulla vita e sul mistero della fede.
La curiosità era tanta, la voglia di imparare ancora di più, Rosa colse la palla al balzo e da ciò nacquero le Maestre Pie.
L’incontro di Rosa con Santa Filippina che con l’obbedienza cambiò anche nella vocazione
Che miracolo l’obbedienza! Filippina era monaca ma le venne chiesto dal vescovo di porsi al servizio della missione di Rosa Venerini.
Non voleva e non le piaceva insegnare.
Un po’ alla volta, tanto fece, che cambiò idea e diventò una delle maestre più attive.
Non la riconoscevano più neanche le sue sorelle.
Questi sono anche i miracoli della chiamata che la accomunano con Rosa.
La spiritualità della Santa la portava difatti a non demordere, a prediligere con S.Ignazio De Loyola l’austerità e la disciplina.
Le scuole raggiunsero la quarantina e non furono solo a Roma ma anche al nord Italia.
Nata a Viterbo nel 1656, morì a Roma il 7 maggio del 1728.
Santa Rosa Venerini, aiutaci a trovare sempre i germogli di una società rinnovata attraverso la cura delle coscienze.
Facci capire che la donna salva davvero il mondo, soprattutto se educata nel profondo.
Grazie di averci creduto in primo.
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