Santo del giorno 5 maggio: Nunzio Sulprizio
Nunzio che lasciò le mortali spoglie a soli 19 anni visse la sua vita non con il sapore triste della disgrazia ma sempre col sorriso in bocca.
Orfano da ragazzo prima di papà e poi della mamma che nel frattempo si era risposata, a malincuore Nunzio, nato nel 1817 a Pescosansonesco (Pe), vi fece ritorno.
Una vita andata in malora si direbbe quando anche l’unica consolazione della nonna che lo accudiva amorevolmente svanì come in un soffio.
Che cosa fu di lui e come affrontò il resto dei suoi giorni?
La fervente preghiera di Nunzio gli dava la forza di continuare
Lo prese con sé lo zio materno, mastro ferraio che approfittò di lui in modo brutale e violento.
Esigeva ritmi spossanti per un adolescente di appena 14 anni che nella malnutrizione cominciò ad ammalarsi.
Ma mai accennava a fermarsi finché fu necessario condurlo in ospedale da dove poi venne dimesso.
Ci pensò un colonnello dell’esercito poi impietosito dalle condizioni di Nunzio a prenderlo come per figlio.
Capì che Dio lo tirava a sé Nunzio e così consacrò il resto dei suoi giorni
Il colonnello stava dalle parti del Maschio Angioino dov’era ubicato il reggimento militare.
Immaginate così la felicità del ragazzo che si trovava così all’improvviso a vivere in un castello immenso.
La salute ancora non lo aiutava ma in ospedale si esercitava nelle virtù di misericordia verso gli altri ammalati.
Venne ricoverato nel plesso degli Incurabili a Napoli ma anche da lì fu congedato.
In realtà, le condizioni erano abbastanza preoccupanti ma fu il colonnello a riprenderlo con sé quando capì che altre cure non c’erano.
Nunzio così gli espresse il suo più grande desiderio come se la vita dovesse ricominciare: farsi prete.
Ed il papà colonnello lo presentò ad un prete di Secondigliano, oggi santo anche lui che era in procinto di fondare una congregazione religiosa.
Quando però il giovane si accorse di non recuperare le forze necessarie al suo progetto, fece comunque ciò che piaceva a Dio.
Si vestí di un saio marrone e lo fece benedire da un carmelitano.
Tutto il resto dei suoi giorni lo visse in una contemplazione viva.
Il santo operaio Nunzio, così chiamato per lo spiccato senso del dovere che dava dignità ad ogni lavoro, morì il 5 maggio del 1836.
Che possa intercedere per noi e perché non si risponda al male con altro orrendo male.
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