Santo del giorno 4 ottobre: San Francesco d’Assisi
San Francesco d’Assisi: la vita e il messaggio del santo patrono d’Italia
Nome
Giovanni di Pietro di Bernardone
Titolo
Patrono d’Italia
Nascita
26 settembre 1182, Assisi
Morte
03 ottobre 1226, Assisi
Ricorrenza
04 ottobre
Martirologio
edizione 2004
Canonizzazione
16 luglio 1228, Assisi, papa Gregorio IX
Preghiera
Gloriosissimo S. Francesco, dal trono luminoso della gloria, che le vostre virtù vi hanno meritato, rivolgete vi prego, lo sguardo benigno su di me e sull’intera società. Che cosa sarà, o gran Santo, di tanti sventurati, che deliranti corron dietro ai dettami delle passioni e alla vanità di quella scienza, che nella negazione di ogni verità e sovversione di ogni ordine, aprono l’abisso della morte eterna? Deh, o caro Santo, voi che colla vostra parola e coi vostri esempi ridonaste la salute alla moribonda società e nell’amore a Gesù Cristo vi distingueste tanto meravigliosamente da meritare in questo sacro monte l’impressione delle sacre stimmate, otteneteci che fervorosi di quella fede, la quale rinnega ogni disordinata passione e rinunzia a tutte le mondane follie, imitandovi con perfezione nell’amore di Dio e del prossimo su questa misera terra, veniamo ad essere partecipi della vostra gloria nel santo Paradiso.
Patrono di
Umbria, Napoli, Venezia, Massa, Baronissi, Cavallino-Treporti, Salice Salentino, Taglio di Po, Serino, Cancello ed Arnone
Protettore di
Animali, coccinelle, commercianti, ecologisti, Italia, lupetti
Martirologio Romano
Ad Assisi, in Umbria, il natale di San Francesco, Levita e Confessore. Fondatore di tre Ordini, cioè dei Frati Minori, delle Povere Donne, e dei Fratelli e delle Sorelle della Penitenza. La sua vita, piena di santità e di miracoli, fu scritta da san Bonaventura.
Il Santo e la missione
La vita di San Francesco d’Assisi rappresenta una luce brillante nel cammino di chi persegue una missione di amore e servizio, divenendo simbolo di una vocazione che si esprime attraverso l’umiltà, la povertà e un incondizionato amore per ogni creatura. In lui, la missione non si traduce solamente in un’opera di evangelizzazione nel senso tradizionale del termine, ma assume le sembianze di una vita vissuta in totale spogliazione di sé, in un amore che non conosce confini e che si estende a ogni essere vivente, umano o non. La missione francescana si radica in un incontro, quello tra Francesco e il Cristo povero e sofferente, svelando un cammino che lo conduce oltre i confini del sé, oltre le comodità e le sicurezze, per abbracciare un’esistenza segnata dalla precarietà, dalla condivisione e dalla totale fiducia nella Provvidenza. La missione di Francesco è avvolta da un amore che si fa carico delle ferite dell’altro, che si fa prossimo, compagno di viaggio, che accoglie senza giudicare, che abbraccia senza escludere. Il santo d’Assisi ci mostra che la vera missione non si realizza tanto nel fare, quanto nell’essere. Essere presenza, essere rifugio, essere voce per chi non ha voce. La sua esistenza diviene così testimonianza vivente dell’Amore che lo ha toccato e trasformato, divenendo esso stesso strumento di quel mistero di amore e di grazia che lo ha abbracciato. Attraverso la sua vita e il suo operato, Francesco d’Assisi ci mostra come la missione autentica si radichi in un profondo ascolto dell’altro, in un’accoglienza che non pone condizioni, in un’amore che si dona senza misura. La sua povertà, la sua umiltà, il suo essere minore tra i minori, divengono strumento attraverso il quale il messaggio del Vangelo trova strada, toccando i cuori e generando conversione. È una missione che non grida nei mercati, che non si impone, ma che si fa piccola, che si fa lievito nel pane della storia, sale che saziano l’esistenza. Francesco non ci insegna una missione di conquista, ma di servizio; non di successo, ma di fedeltà; non di potenza, ma di fragilità che si affida all’Altro. In un mondo che spesso misura il successo sull’efficienza e sulla produttività, il modello di missione proposto da San Francesco d’Assisi ci interpella, invitandoci a riscoprire il volto autentico della missione cristiana: quello di una presenza che sa ascoltare, di una mano che sa sostenere, di un cuore che sa condividere, in un quotidiano farsi prossimo, immagine di un Dio che non si tiene lontano, ma che si fa compagno di viaggio, nella leggerezza di una fraternità che sa accogliere e far festa.
Il Santo e la misericordia
San Francesco d’Assisi, figura eminente e incontestabilmente intrisa di una profonda spiritualità, ha attraversato i secoli non solo come icona della fede cristiana, ma anche come simbolo universale di misericordia e amore incondizionato verso il prossimo e l’intera creazione. La sua vita, arricchita da un percorso di profonda conversione personale, si svolge come un tessuto finemente intrecciato di umiltà, dedizione e, soprattutto, di una misericordia che va oltre la semplice pietà, immergendosi nei profondi abissi della compassione attiva. La misericordia di Francesco non rimane un concetto astratto o un sentimento passeggero, ma diviene azione, diviene scelta di vita, concretizzandosi in gesti tangibili di cura verso chi è emarginato, verso chi soffre, verso l’intero creato. In lui, la misericordia si rivela attraverso il dolce abbraccio nei confronti dei lebbrosi, nel tendere la mano a chi è reietto e nel vedere, in ogni creatura, un segno dell’amore divino. Francesco ci insegna che la misericordia è un viaggio di andata e ritorno: nel donare ci si arricchisce, nel perdonare si viene perdonati. La sua vita si apre in una costante dialettica tra dare e ricevere, in un flusso ininterrotto di amore che non conosce barriere e che si esprime in una fraternità universale, includente non solo gli esseri umani ma ogni forma di vita. Nella sua stessa relazione con la natura, Francesco vede un’espressione della divina misericordia, riconoscendo in ogni creatura un fratello o una sorella, e imparando, dalla loro esistenza semplice e senza artifici, il valore della lode e della fiducia nel Creatore, anche nelle difficoltà e nelle tempeste della vita. L’esempio di Francesco d’Assisi non ci invita soltanto a contemplare la misericordia divina, ma ci spinge a incarnarla, a farla diventare carne della nostra carne, sguardo del nostro sguardo. Ci chiama a divenire strumento di quella stessa misericordia, a portarla nei sentieri polverosi dei nostri giorni, ad accoglierla non come un mero concetto, ma come stile di vita. La misericordia, allora, non diventa soltanto uno sguardo pietoso, ma un passo verso l’altro, un gesto che abbraccia, una parola che accoglie e ristora. In un mondo che spesso appare contrassegnato da indifferenza e isolamento, la figura di San Francesco emerge come un richiamo luminoso e necessario, una guida verso una misericordia vissuta, palpabile, che, attraversando le barriere dell’egoismo e dell’indifferenza, può generare isole di speranza e comunità autentiche, dove ciascuno può sentirsi accolto, amato e perdonato.
Agiografia
S. Francesco nacque ad Assisi l’anno 1182 da Pietro Bernardone e da madonna Pica, ricchi commercianti. La sua nascita fu circondata da avvenimenti misteriosi: un mendicante, presentatosi a madonna Giovanna Pica, pochi giorni prima della nascita di Francesco, le disse: « Fra queste mura spunterà presto un sole… »; il giorno stesso della nascita, essendo la madre oltremodo accasciata per i dolori del parto, un altro pellegrino le disse: « Tutto andrà bene, purché la madre sia condotta nella stalla », e così…