Santo del giorno 4 novembre: San Carlo Borromeo
San Carlo Borromeo: il cardinale che ha riformato la Chiesa
Nome
Carlo Borromeo
Titolo
Vescovo
Nascita
02 ottobre 1538, Arona, Novara
Morte
03 novembre 1584, Milano
Ricorrenza
04 novembre
Martirologio
edizione 2004
Canonizzazione
01 novembre 1610, Roma, papa Paolo V
Preghiera
O Signore, che per mezzo dei Sacri Ministri governate le anime spargete la vostra dottrina, dispensate i vostri Sacramenti, guardate con predilezione la Chiesa della nostra Diocesi e donatele una schiera di Sacerdoti santi e santificatori. Ve l’imploriamo per l’intercessione di San Carlo. Fate che i nostri Seminari fioriscano di giovani pii e studiosi. Suscitate nei fedeli sensi d’amore e di zelo per l’Opera delle vocazioni. Su quanti cooperano al bene dei Seminari e del Clero spargete copiose le benedizioni celesti.
Patrono di
Lombardia, Peschiera Borromeo, Rovato, Rocca di Papa, Casalmaggiore, Portomaggiore, Salò, Nizza Monferrato, Fiesso d’Artico, Marcallo con Casone
Protettore di
Catechisti, direttori spirituali, malati di stomaco, meleti, seminaristi, vescovi
Martirologio Romano
Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo.
Il Santo e la missione
San Carlo Borromeo incarna una figura di missione e di rinnovamento nella Chiesa cattolica, specialmente durante il periodo cruciale della Controriforma. La sua vita è una testimonianza di come la dedizione assoluta alle esigenze del Vangelo e un impegno instancabile possano trasformare non solo singoli cuori ma intere strutture ecclesiastiche. Il cardinale Borromeo, consapevole dei mali che affliggevano la Chiesa del suo tempo, si impegnò con un fervore apostolico per promuovere la riforma interna necessaria per rispondere alle sfide della Riforma protestante. La sua missione era caratterizzata da una profonda convinzione che ogni rinnovamento dovesse iniziare con il personale ritorno alla santità e alla disciplina, e si estendesse poi alla comunità ecclesiastica attraverso la riforma del clero e la catechesi del popolo. Nel perseguire questa missione, San Carlo non evitò di introdurre profonde riforme, spesso a costo di enormi resistenze. Affrontò con coraggio la necessità di un clero educato e spiritualmente formato, fondando seminari per assicurare una formazione adeguata per i sacerdoti. Inoltre, la sua attenzione verso l’educazione religiosa del laicato lo spinse a promuovere la pubblicazione di catechismi e a organizzare visite pastorali per incontrare e conoscere direttamente il suo gregge. L’aspetto forse più rivoluzionario della missione di San Carlo Borromeo fu la sua insistenza sulla pastorale come atto di servizio. Al di là dell’amministrazione dei sacramenti, egli vedeva il sacerdozio come una vocazione di servizio umile e di vicinanza ai fedeli, specialmente i più bisognosi e emarginati. Questa visione lo portò a visitare le regioni più povere e inaccessibili della sua arcidiocesi, a toccare con mano le realtà del disagio e a rispondere con azioni concrete, come quando organizzò aiuti durante la peste che colpì Milano nel 1576. Il contributo di San Carlo alla missione della Chiesa va oltre le sue riforme strutturali; si riflette nel suo esempio personale di vita virtuosa, nel suo zelo apostolico e nella sua incrollabile fiducia in Dio. La sua eredità vive nel ricordo di un vescovo che fu al tempo stesso un rigoroso riformatore e un compassionevole pastore delle anime, un uomo che seppe coniugare la fermezza del principe della Chiesa con la tenerezza del servitore dei servitori di Dio. La sua vita resta un modello per quanti oggi sono chiamati a vivere la loro missione in un mondo che richiede un annuncio del Vangelo rinnovato e credibile.
Il Santo e la misericordia
La figura di San Carlo Borromeo si staglia con grande forza nel panorama della storia della Chiesa come un uomo la cui esistenza è stata un incessante atto di misericordia. La sua vita offre uno splendido esempio di come l’alta posizione ecclesiastica e l’azione riformatrice possano essere vissute non con spirito di dominio, ma in un’ottica di servizio compassionevole verso il prossimo. Borromeo, arcivescovo di Milano in un’epoca segnata da turbolenze spirituali e materiali, fece della misericordia il perno attorno al quale ruotava ogni sua azione pastorale. La sua preoccupazione per i bisogni spirituali e temporali dei suoi fedeli si manifestava in una serie di iniziative che riflettevano il suo profondo senso di carità cristiana. Egli non si limitava a esercitare la misericordia in maniera astratta, ma la incarnava nelle sue scelte quotidiane, visitando i malati e i morenti, anche durante la terribile peste che colpì Milano, dimostrando un coraggio e un amore disinteressato che ispirarono e sostennero il suo popolo. La riforma che San Carlo perseguì non era fine a se stessa, ma era motivata da un autentico desiderio di rinnovamento morale e spirituale. La sua battaglia contro gli abusi e la corruzione non si nutriva di una ricerca di potere o di pura disciplina, ma di una volontà di riportare la Chiesa all’essenza del Vangelo, dove la misericordia è la prima testimone della verità della fede. In questo senso, la sua opera di riforma può essere vista come un atto di misericordia verso la Chiesa stessa, spinta a riscoprire la bellezza della sua missione originaria. La misericordia di San Carlo Borromeo era anche intrecciata con la giustizia. Egli si fece promotore di un equilibrio tra il bisogno di mantenere l’ordine e il rispetto per la dignità umana, mostrando una particolare attenzione nei confronti dei poveri e degli emarginati, spesso dimenticati o trascurati dalla società del tempo. Il suo impegno a favore di una formazione adeguata per i sacerdoti nasceva dalla convinzione che un clero santificato e consapevole potesse essere strumento di una più grande misericordia per il popolo di Dio. La misericordia borromeana era quindi un ponte tra cielo e terra: da un lato, era l’espressione del volto amorevole di Dio verso l’umanità; dall’altro, rappresentava la risposta umana al divino comando di amare il prossimo. Questo aspetto della sua spiritualità rimane di grande attualità, perché pone la misericordia come la chiave per interpretare e vivere il ministero ecclesiastico in ogni tempo e luogo, rendendola una guida preziosa anche per il mondo contemporaneo, che ha un disperato bisogno di testimoni autentici di tale virtù.
Agiografia
S. Carlo, fulgida gloria della Chiesa, nacque ad Arona sul Lago Maggiore il giorno 2 ottobre 1538 dal conte Gilberto Borromeo e Margherita de’ Medici. Dopo i primi studi, fu inviato all’Università di Pavia per il diritto; qui gli giunse notizia che un suo zio materno, il cardinal de’ Medici, era stato fatto Papa col nome di Pio W. Dobbiamo riconoscere che egli cedette alquanto alle consuetudini mondane del suo secolo; ma la morte del fratello Federico gli mostrò la vanità delle cose umane, ed egli docile alla voce di Dio riformò completamente se stesso e…