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Santo del giorno 4 luglio: Sant’Elisabetta del Portogallo

Sant’Elisabetta del Portogallo: Vita, Miracoli e Devozione alla Regina Santa

Nome

Sant’Elisabetta del Portogallo

Titolo

Regina

Nome di battesimo

Isabella d’Aragona

Nascita

1271, Aragona, Spagna

Morte

1336, Estremoz, Portogallo

Ricorrenza

4 luglio

Martirologio

edizione 2004

Canonizzazione

24 giugno 1625, Roma , papa Urbano VIII

 

Preghiera

O santa Elisabetta, modello d’ogni virtù sublime, col vostro esempio mostraste al mondo quanto può in un’anima cristiana la carità, la fede e l’umiltà. Con una fede invitta foste vera discepola dell’Evangelo metteste ogni vostra soddisfazione nel parlare coi poveri, nel servirli, nell’asciugare le loro lacrime e nel soccorrerli. La vostra umiltà fu sì grande, che voleste sottoporvi ad una vita di privazioni e di penitenze abbracciando con gioia la croce del Divin Redentore. O santa Elisabetta, siate la celeste amica dell’anima nostra, aiutateci ad amare Gesù come voi Lo avete amato, proteggeteci nel nostro difficile e, ottenendoci il perdono dei nostri falli, apriteci la via al Regno dei Cieli ove voi sedete beata. Così sia.

Martirologio Romano

Ad Estremoz, in Portogallo, il natale di santa Elisabetta Vedova, Regina dei Portoghesi, la quale, illustre per virtù e per miracoli, dal Sommo Pontefice Urbano ottavo fu annoverata nel numero dei Santi.

 

Il Santo e la missione

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Sant’Elisabetta del Portogallo, nota per la sua compassione e dedizione alla pace, è un esempio di come la santità può manifestarsi attraverso la leadership e il servizio. Nata in una famiglia reale e sposata con il re Dionigi del Portogallo, Elisabetta utilizzò la sua posizione per promuovere la giustizia, la carità e la riconciliazione. La sua missione era caratterizzata da un profondo impegno verso i poveri e gli emarginati, ai quali offriva assistenza e sostegno. Elisabetta fondò ospedali, orfanotrofi e altri istituti di beneficenza, dedicando le sue risorse alla cura dei bisognosi. La sua generosità era conosciuta in tutto il regno, e spesso distribuiva cibo e denaro direttamente ai poveri. La sua carità non era solo materiale, ma anche spirituale, poiché cercava sempre di portare conforto e speranza a chiunque fosse in difficoltà. Un aspetto centrale della missione di Elisabetta fu la sua capacità di mediazione e pacificazione. In un’epoca segnata da conflitti politici e familiari, lei intervenne ripetutamente per promuovere la pace e la riconciliazione. Famose sono le sue azioni per pacificare le lotte tra suo marito e suo figlio, dimostrando un’incredibile saggezza e diplomazia. Dopo la morte del re, Elisabetta entrò in un convento di clarisse, continuando la sua vita di preghiera e servizio. La sua santità fu riconosciuta durante la sua vita e dopo la sua morte, lasciando un’eredità di amore, pace e carità. Sant’Elisabetta del Portogallo ci insegna che la missione cristiana può essere vissuta pienamente attraverso atti concreti di carità e attraverso la promozione della pace, anche nelle situazioni più difficili.

Il Santo e la misericordia

Sant’Elisabetta del Portogallo è un luminoso esempio di misericordia vissuta attraverso atti concreti di amore e compassione. La sua vita era permeata da un profondo senso di carità, che si manifestava nella cura dei poveri, dei malati e degli emarginati. Come regina, Elisabetta non si limitava a governare con giustizia, ma si dedicava personalmente a servire i bisognosi, distribuendo cibo, vestiti e denaro. La misericordia di Elisabetta si estendeva anche alla sua famiglia e alla sua corte, dove spesso agiva come pacificatrice in situazioni di conflitto. La sua capacità di perdonare e di cercare la riconciliazione tra le parti in guerra mostrava una profonda comprensione del valore del perdono e della pace. Intervenne nelle dispute familiari con una saggezza e una pazienza straordinarie, cercando sempre di promuovere l’armonia. Anche dopo la morte di suo marito, Elisabetta continuò a vivere una vita di servizio e preghiera entrando in un convento di clarisse. La sua scelta di dedicare il resto della sua vita alla preghiera e alla carità è un riflesso della sua inesauribile misericordia. In convento, continuò a essere un faro di speranza e di aiuto per chiunque ne avesse bisogno, dimostrando che la misericordia non ha limiti né confini. La vita di Sant’Elisabetta del Portogallo ci insegna che la vera misericordia va oltre le parole, trasformandosi in azioni che alleviano le sofferenze altrui e promuovono la pace. La sua eredità ci ispira a vivere con compassione e generosità, cercando sempre di essere strumenti di amore e di riconciliazione nel mondo.

Agiografia

Nacque l’anno 1271 da Pietro III re di Aragona e da Costanza figlia di Manfredi re di Sicilia. Le fu imposto il nome di Elisabetta in memoria di S. Elisabetta regina d’Ungheria, sua prozia. All’età di otto anni cominciò a recitare l’Ufficio divino e così fece per tutta la vita. Come principessa ella aveva tutta la possibilità di seguire la moda, ma non volle farlo, privandosi anche dei giochi e piaceri leciti. Contratto matrimonio con Dionigi re del Portogallo, non tralasciò gli esercizi di pietà e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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