Santo del giorno 28 gennaio: San Tommaso d’Aquino

San Tommaso d’Aquino: Genio della Teologia e Guida dell’Intelletto Cristiano

Nome

San Tommaso d’Aquino

Titolo

Sacerdote e dottore della Chiesa

Nascita

1227, Aquino

Morte

7 marzo 1274, Fossanova

Ricorrenza

28 gennaio

Martirologio

edizione 2004

Canonizzazione

18 luglio 1323, Roma , papa Giovanni XXII

Preghiera

Amorosissimo San Tommaso, pel gran dono di carità da Dio largitovi pel quale, chiunque in grave necessità spirituale che temporale ricorrendo e voi ne otteneva pronto il sollievo, abbiate pietà anche di me ed esaudite la mia orazione. Vi prego dunque col più vivo del mio cuore che mi impetriale dalla Santissima Trinità la grazia di riformare i miei costumi ed adempire i precetti della sue santa legge, per poter conseguire il fine pel quale sono stato creato. Presentate, Vi prego, ogni mio desiderio al Signore, mostrategli le mie miserie, ottenetemi il rimedio di esse, ed assistetemi col vostro potente patrocinio in questa vita e particolarmente nell’ora della mia morte. Così sia.

Patrono di

Napoli, Priverno, Monte San Giovanni Campano, Grottaminarda, Aquino, Falerna, Pianopoli, San Mango d’Aquino, Belcastro

Protettore

degli accademici, librai, degli scolari, degli studenti, teologi

Luogo reliquie

Chiesa dei Giacobini

Martirologio Romano

Memoria di san Tommaso d’Aquino, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e dottore della Chiesa, che, dotato di grandissimi doni d’intelletto, trasmise agli altri con discorsi e scritti la sua straordinaria sapienza. Invitato dal beato papa Gregorio X a partecipare al secondo Concilio Ecumenico di Lione, morì il 7 marzo lungo il viaggio nel monastero di Fossanova nel Lazio e dopo molti anni il suo corpo fu in questo giorno traslato a Tolosa.

 

Il Santo e la missione

San Tommaso d’Aquino, uno dei più grandi filosofi e teologi della storia, ha svolto una missione che ha profondamente influenzato il pensiero cristiano e l’intera tradizione occidentale. La sua vita, dedicata allo studio e all’insegnamento, era animata da una ricerca instancabile della verità, che vedeva come un cammino verso Dio. La missione di Tommaso era caratterizzata da un’intensa integrazione di fede e ragione. Egli credeva fermamente che la verità rivelata e quella raggiunta attraverso l’intelletto umano non solo non fossero in conflitto, ma si potessero illuminare a vicenda. Questo approccio ha aperto nuove strade nella teologia e nella filosofia, mostrando come la ragione potesse essere utilizzata per approfondire e difendere la fede. Tommaso d’Aquino si è impegnato a sintetizzare e a spiegare la dottrina cristiana in un modo che fosse accessibile e intellettualmente rigoroso. La sua opera più famosa, la “Summa Theologica”, è un monumentale tentativo di presentare l’intero insegnamento cristiano in una forma sistematica e logica. La sua scrittura non era solo un esercizio accademico; era guidata da una profonda preoccupazione pastorale di guidare gli altri alla comprensione e alla saggezza. La sua missione, tuttavia, non era priva di sfide. Tommaso ha dovuto affrontare critiche e incomprensioni, sia dalla comunità accademica che da quella ecclesiastica. Nonostante queste difficoltà, ha mantenuto un impegno costante e umile alla verità, diventando un modello di come la fede possa dialogare con la cultura e il pensiero del proprio tempo. San Tommaso d’Aquino ci insegna che la vera missione intellettuale è una che cerca di unire, piuttosto che dividere, fede e ragione. La sua vita e il suo lavoro rimangono una testimonianza dell’immensa capacità umana di conoscere Dio e la sua creazione, e di come questa conoscenza possa arricchire profondamente la nostra fede e la nostra comprensione del mondo.

Il Santo e la misericordia

San Tommaso d’Aquino, nonostante sia principalmente conosciuto per le sue profonde riflessioni teologiche e filosofiche, offre anche una visione ricca e profonda della misericordia. La sua comprensione della misericordia è radicata in una sintesi unica di ragione e fede, che considera questo attributo non solo come un atto di Dio, ma anche come una virtù fondamentale per l’umanità. Nel pensiero di Tommaso, la misericordia è vista come un elemento centrale del carattere di Dio, una manifestazione del suo amore per la creazione. Questo amore misericordioso non è passivo; è attivo e trasformativo, un riflesso della bontà e della compassione divine. Tommaso vede la misericordia divina come una forza che non solo perdona, ma anche eleva e perfeziona l’essere umano. Parallelamente, San Tommaso enfatizza l’importanza della misericordia come virtù umana. Per lui, essere misericordiosi non significa solo mostrare pietà o compassione, ma agire per alleviare le sofferenze altrui. La misericordia, in questo senso, è strettamente legata alla giustizia; non si tratta solo di rispondere emotivamente alla sofferenza, ma di agire in modo giusto e amorevole verso gli altri. La visione di Tommaso sulla misericordia si estende oltre le interazioni individuali, influenzando anche il suo pensiero sociale e politico. Egli sostiene che una società giusta deve essere fondata sulla misericordia, che i governanti dovrebbero esercitare il loro potere in modo misericordioso, e che le leggi dovrebbero riflettere la giustizia e la compassione. San Tommaso d’Aquino ci offre una visione della misericordia che è profondamente intrecciata con la nostra comprensione di Dio e della giustizia umana. La sua eredità ci insegna che la misericordia è una componente essenziale della vita morale e spirituale, una virtù che arricchisce non solo i rapporti personali, ma anche l’intero tessuto della società.

Agiografia

Un astro di luce particolare e inestinguibile brilla nel cielo del secolo XIII; luce che attraversa i secoli, che illumina le menti: l’Angelico Dottore S. Tommaso. Nacque ad Aquino nell’anno 1227 dal conte Landolfo e dalla contessa Teodora, parente di Federico Barbarossa, signori fra i più illustri di quei tempi. Educato cristianamente fin dalla più tenera età, diede molti segni della sua futura scienza e grandezza. A cinque anni fu affidato per l’educazione ai monaci benedettini di Montecassino. Vi rimase fino ai quattordici anni, fino a quando cioè i torbidi politici non decisero i genitori a riprenderlo entro le mura del proprio castello. Più tardi fu mandato all’Università di Napoli, ove, sebbene assai giovane, manifestò il suo potente ingegno, acquistandosi fama presso i condiscepoli e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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