Santo del giorno, 22 settembre: San Lorenzo Ruiz e compagni

Storia di San Lorenzo Ruiz e dei compagni: Lorenzo è nato a Manila da padre cinese e madre filippina, entrambi cristiani. Imparò così il cinese e il tagalog da loro, e lo spagnolo dai domenicani che servì come chierichetto e sacrestano

Divenne un calligrafo professionista, trascrivendo documenti in bella calligrafia. Fu membro a pieno titolo della Confraternita del Santo Rosario sotto gli auspici domenicani. Si sposò ed ebbe due figli e una figlia.

La vita di Lorenzo ha preso una brusca svolta quando è stato accusato di omicidio.

Nulla di più si sa se non la dichiarazione di due domenicani secondo cui “era stato ricercato dalle autorità a causa di un omicidio al quale era presente o che gli era stato attribuito”.

A quel tempo, tre sacerdoti domenicani, Antonio Gonzalez, Guillermo Courtet e Miguel de Aozazaza, stavano per salpare per il Giappone nonostante una violenta persecuzione lì.

Con loro c’era un sacerdote giapponese, Vicente Shiwozuka de la Cruz, e un laico di nome Lazaro, un lebbroso.

Lorenzo Ruiz, preso asilo con loro, fu autorizzato ad accompagnarli. Ma solo quando furono in mare venne a sapere che sarebbero andati in Giappone

Sbarcarono ad Okinawa. Lorenzo avrebbe potuto andare a Formosa, ma, ha riferito, “ho deciso di rimanere con i padri, perché gli spagnoli mi avrebbero impiccato lì”.

In Giappone furono presto scoperti, arrestati e portati a Nagasaki.

Il luogo dello spargimento di sangue all’ingrosso quando fu sganciata la bomba atomica aveva già conosciuto la tragedia.

I 50,000 cattolici che un tempo vivevano lì furono dispersi o uccisi dalla persecuzione.

Sono stati sottoposti a un indicibile tipo di tortura: dopo che enormi quantità di acqua sono state spinte in gola, sono stati fatti sdraiare.

Lunghe assi venivano poste sullo stomaco e le guardie poi calpestavano le estremità delle assi, costringendo l’acqua a zampillare violentemente dalla bocca, dal naso e dalle orecchie.

Il superiore, p. Gonzalez, morì dopo alcuni giorni. Sia p. Shiwozuka e Lazaro hanno rotto sotto tortura, che includeva l’inserimento di aghi di bambù sotto le unghie. Ma entrambi furono riportati al coraggio dai loro compagni.

Nel momento di crisi di Lorenzo, ha chiesto all’interprete: «Vorrei sapere se, apostatando, mi risparmieranno la vita».

L’interprete non si è impegnato, ma nelle ore successive Lorenzo ha sentito la sua fede rafforzarsi. È diventato audace, persino audace, con i suoi interrogatori.

I cinque furono messi a morte impiccati a testa in giù ai box.

Le tavole dotate di fori semicircolari sono state montate intorno alla vita e le pietre sono state poste sopra per aumentare la pressione.

Erano strettamente legati, per rallentare la circolazione e prevenire una rapida morte.

Sono stati autorizzati a rimanere appesi per tre giorni.

A quel punto Lorenzo e Lazaro erano morti. Ancora vivi, i tre sacerdoti furono poi decapitati.

Nel 1987 papa Giovanni Paolo II ha canonizzato questi sei e altri 10: asiatici ed europei, uomini e donne, che hanno diffuso la fede nelle Filippine, a Formosa e in Giappone.

Lorenzo Ruiz è il primo martire filippino canonizzato

Il 28 settembre si celebra la festa liturgica di San Lorenzo Ruiz e Compagni.

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Fonte:

media francescana

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