Santo del giorno 14 agosto: San Massimiliano Maria Kolbe
L’amore infinito nel cuore dell’olocausto
Nome
Rajmund Kolbe
Titolo
Sacerdote e martire
Nascita
08 gennaio 1894, Polonia
Morte
14 agosto 1941, Campo di concentramento di Auschwitz, Polonia
Ricorrenza
14 agosto
Martirologio
edizione 2004
Beatificazione
17 ottobre 1971, Roma, Papa Paolo VI
Canonizzazione
10 ottobre 1982, Roma, Papa Giovanni Paolo II
Preghiera
O Dio, che hai dato alla Chiesa e al mondo San Massimiliano Maria Kolbe, sacerdote e martire, ardente di amore per la Vergine Immacolata, interamente dedito alla missione apostolica e al servizio eroico del prossimo, per la sua intercessione concedi anche a noi, a gloria del Tuo Nome, di impegnarci senza riserve al bene dell’umanità per imitare, durante la nostra vita e nell’ora della morte, Cristo Tuo Figlio.
Protettore di
radioamatori
Martirologio Romano
Memoria di san Massimiliano Maria (Raimondo) Kolbe, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, fondatore della Milizia di Maria Immacolata, fu deportato in diversi luoghi di prigionia e, giunto infine nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, si consegnò ai carnefici al posto di un compagno di prigionia, offrendo il suo ministero come olocausto di carità e modello di fedeltà a Dio e agli uomini.
Il Santo e la missione
San Massimiliano Maria Kolbe, un frate francescano polacco del XX secolo, è conosciuto per la sua dedizione totale alla missione cristiana di amore e sacrificio, culminata nel suo atto eroico di dare la propria vita per salvare quella di un altro uomo nel campo di concentramento di Auschwitz.
Prima di essere catturato dai nazisti, Kolbe aveva dedicato la sua vita alla missione evangelica attraverso la stampa cattolica e la diffusione del culto dell’Immacolata Concezione. Fondò due comunità, chiamate “Città dell’Immacolata”, in Polonia e in Giappone, dove i frati francescani lavoravano alla stampa di periodici e libri cattolici, raggiungendo milioni di persone in tutto il mondo.
La missione di Kolbe andava al cuore del Vangelo: amare Dio e amare il prossimo come se stessi. Questa missione divenne incarnata nel suo atto finale di carità a Auschwitz, quando offrì volontariamente la sua vita per salvare un padre di famiglia che era stato condannato a morte.
Kolbe viveva la sua vocazione cristiana come un impegno totale, da cui sgorgava una missione evangelica e umanitaria senza riserve. Il suo esempio dimostra come la missione cristiana non sia solo una questione di parole o idee, ma di azioni concrete e spesso sacrificali.
Nella vita e nella morte di San Massimiliano Maria Kolbe, vediamo l’essenza della missione cristiana: un amore che non si risparmia, che si dona completamente per il bene degli altri, a immagine dell’amore sacrificale di Cristo. Kolbe ci ricorda che la missione cristiana è sempre un impegno di amore e sacrificio, un dovere di misericordia e di servizio agli altri, fino al punto di dare la propria vita.
Il Santo e la misericordia
San Massimiliano Maria Kolbe è una figura di eccezionale testimonianza di misericordia e sacrificio nel contesto spietato e inumano dell’Olocausto. Conosciuto per aver volontariamente offerto la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia nel lager di Auschwitz, Kolbe è divenuto un simbolo universale di amore altruistico e misericordia divina.
La sua azione non fu un gesto improvviso, ma l’apice di una vita dedicata all’amore di Dio e del prossimo. Prima dell’internamento, Kolbe era un francescano, fondatore del movimento dell’Immacolata, il cui obiettivo era la conversione del mondo attraverso l’intercessione della Vergine Maria.
La misericordia, nell’azione di Kolbe, si manifesta come l’amore più grande: l’offerta della propria vita per gli altri. Questo gesto di estrema carità è un riflesso della misericordia di Dio, che si dona totalmente per la salvezza dell’umanità. Kolbe, con la sua morte, si fa icona della misericordia divina, mostrando fino a che punto può arrivare l’amore per il prossimo.
La sua testimonianza rimane un potente monito contro l’indifferenza e l’odio. L’azione di Kolbe, nel cuore della notte dell’Olocausto, diventa un faro di speranza e misericordia, che illumina la possibilità dell’amore anche nelle circostanze più disperate.
La vita e la morte di San Massimiliano Maria Kolbe rappresentano un inno alla misericordia, ricordandoci che l’amore altruistico è la più alta espressione della nostra umanità e la manifestazione più autentica dell’amore di Dio.
Agiografia
Padre Kolbe è l’eroico frate francescano conventuale che nel campo di concentramento di Auschwitz offrì la propria vita per salvare quella di un padre di famiglia, Francesco Gaiowniczek, condannato a morire di fame come rappresaglia per la fuga di un detenuto.
Giovanni Paolo II, nell’elevarlo agli onori degli altari, il 10 ottobre 1982, lo ha proclamato «patrono del nostro difficile secolo», un esempio di pace e…