Santo del giorno 10 settembre: San Nicola da Tolentino
San Nicola da Tolentino: un frate agostiniano, taumaturgo e protettore delle anime del Purgatorio
Nome
San Nicola da Tolentino
Titolo
Sacerdote
Nascita
1245, Sant’Angelo in Pontano, Macerata
Morte
10 settembre 1305, Tolentino, Marche
Ricorrenza
10 settembre
Martirologio
edizione 2004
Canonizzazione
1446, Roma, Papa Eugenio IV
Preghiera
Ammirabile S. Nicola, che, nato per intercessione del gran taumaturgo di Bari non vi accontentaste di portare per riconoscenza il suo nome, ma ogni studio ancora adoperaste per ricopiare in voi stesso le sue virtù; che ancor fanciullo faceste vostra delizia il ritiro, l’orazione, il digiuno, e tenero giovinetto, tanto più vi avanzaste nella pietà, quanto maggiori erano i vostri progressi nella letteraria carriera; impetrate a noi tutti la grazia di non rallentarci giammai nell’esercizio dell’evangelica mortificazione e di soffrir sempre con pace con gioia tutto ciò che di afflittivo e di tormentoso ci potesse accadere sopra la terra. Amen.
Patrono di
Modugno, Rosignano Marittimo, Viadana, Vigone, Monterubbiano, San Valentino in Abruzzo Citeriore, San Nicola Arcella, Sant’Angelo in Pontano, Albi, Solarolo Rainerio
Protettore di
Anime del purgatorio
Martirologio Romano
A Tolentino nelle Marche, san Nicola, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che, dedito a una severa astinenza e assiduo nella preghiera, fu severo con se stesso, ma clemente con gli altri, e spesso imponeva a sé le penitenze altrui.
Il Santo e la missione
San Nicola da Tolentino, canonizzato nel 1446 da Papa Eugenio IV, è noto per la sua vita dedicata all’apostolato e al servizio delle comunità più bisognose. La sua “missione”, intesa come vocazione divina, prende forma attraverso una serie di azioni concrete che manifestano l’amore di Dio per l’umanità.
Uno degli aspetti più salienti della missione di San Nicola è stata la sua capacità di andare incontro alle persone, senza aspettare che venissero a lui. In questo senso, la sua missione non era confinata all’interno delle mura di una chiesa o di un monastero, ma si spingeva nelle strade, nelle case delle persone, tra i malati e i bisognosi, tra coloro che, per vari motivi, si trovavano ai margini della società.
Durante il suo ministero, San Nicola non si è limitato a fornire aiuti materiali, ma ha anche nutrito la spiritualità delle persone attraverso la preghiera e l’educazione religiosa. Ha intuito che per realizzare una vera trasformazione, era necessario lavorare non solo sulle circostanze esteriori ma anche sul mondo interiore degli individui. La sua missione aveva quindi una dimensione profondamente formativa, volta a nutrire la vita spirituale delle persone per guidarle verso una relazione più profonda con Dio.
La dedizione di San Nicola nella preghiera per le anime del purgatorio è un ulteriore testimone della sua missione spiritualmente orientata. Attraverso questo gesto di preghiera continua, ha incarnato una forma di missione intercessoria, pregando incessantemente per coloro che erano passati a una vita oltre la morte terrena, mostrando una comprensione profonda della comunione dei santi e del legame intrinseco che unisce tutti gli esseri umani in Cristo.
Il suo impegno nel promuovere il perdono e la riconciliazione tra i nemici, dimostra la sua visione di una missione volta non solo alla salvezza individuale ma anche alla costruzione di una società più pacifica e armoniosa. Attraverso il suo lavoro, San Nicola ha cercato di superare le divisioni e le animosità presenti nel suo contesto storico, mostrando un cammino di pace e di comprensione mutua.
Inoltre, la leggenda dei pani, associata a San Nicola, evidenzia una dimensione miracolosa della sua missione. I pani, segno della provvidenza divina e della condivisione, simboleggiano l’abondanza che può scaturire dalla fede e dalla dedizione a Dio. La sua vita di preghiera, di digiuno e di penitenza ha permesso di alimentare la sua missione con una profonda vita interiore, radicata in una relazione intima con Dio.
Oggi, San Nicola da Tolentino ci invita a riflettere su come possiamo vivere una “missione” nel nostro contesto quotidiano. Ci sprona a superare le barriere di indifferenza e di egoismo, a metterci al servizio degli altri con un amore che va oltre le parole e si traduce in azioni concrete. Ci invita, inoltre, a non dimenticare la dimensione trascendente della nostra esistenza, ricordandoci l’importanza della preghiera e della ricerca spirituale come fondamento di ogni vera missione.
In conclusione, la figura di San Nicola da Tolentino ci invita a essere missionari nel profondo senso del termine, cercando di rispondere con amore e dedizione alle necessità spirituali e materiali del nostro tempo, ispirati dalla sua vita di servizio e di profonda comunione con Dio.
Il Santo e la misericordia
San Nicola da Tolentino, un santo dell’Ordine di Sant’Agostino vissuto tra il XIII e il XIV secolo, è largamente conosciuto per la sua profonda dedizione all’atto della misericordia, incarnando nella sua vita i valori della carità cristiana. La sua reputazione di guaritore e il suo servizio ininterrotto ai poveri, agli ammalati e ai moribondi, rendono evidente il profondo legame tra la sua spiritualità e l’espressione concreta della misericordia.
San Nicola si è dedicato alla pratica della misericordia con un approccio olistico, dando importanza non solo alle necessità spirituali ma anche a quelle materiali delle persone che assisteva. Egli rappresenta un modello di come la misericordia possa tradursi in azioni quotidiane, pratiche e concrete, fornendo non solo consolazione spirituale ma anche cibo e sostegno materiale a chi era in bisogno.
Nel contesto della sua epoca, una fase storica contrassegnata da povertà diffusa e malattie endemiche, l’operato di San Nicola emerge come un faro di luce, un’espressione viva della misericordia di Dio che raggiunge gli angoli più oscuri della condizione umana.
La celebrazione della Messa quotidiana e la sua profonda devozione verso l’Eucaristia erano centrali nella sua vita di preghiera; attraverso l’Eucaristia, infatti, San Nicola trovava la forza e l’ispirazione per vivere la misericordia in modo concreto, offrendo sé stesso in servizio amorevole agli altri. Si dice anche che abbia avuto visioni celesti che lo incoraggiavano a pregare per le anime del purgatorio, un altro segno della sua profonda compassione e misericordia per gli altri.
Le sue azioni, oltre che una risposta alle necessità immediate delle persone, erano anche un modo per mostrare che la grazia di Dio può operare attraverso gli atti di misericordia corporea e spirituale, portando sollievo e speranza a chi è in sofferenza.
San Nicola da Tolentino ci ricorda che la misericordia non è solo un concetto astratto, ma una realtà viva che può essere incarnata attraverso azioni concrete. Il suo servizio incrollabile mostra che la misericordia va oltre la compassione; è un impegno attivo verso il benessere degli altri, una dedizione profonda che trova espressione nella disponibilità a sacrificarsi per il prossimo.
Nel mondo di oggi, la figura di San Nicola da Tolentino può servire da monito e da ispirazione, chiamandoci a vivere la misericordia non solo attraverso le parole, ma con azioni concrete, immergendoci nelle realtà di sofferenza degli altri e cercando modi per portare sollievo e speranza attraverso il nostro servizio amorevole e la nostra dedizione al bene degli altri.
In conclusione, San Nicola da Tolentino rappresenta un esempio luminoso di come la misericordia possa essere integrata in ogni aspetto della nostra vita, invitandoci a trasformare la nostra compassione in azioni che riflettono l’amore, la gentilezza e la generosità del cuore misericordioso di Dio.
Agiografia
I suoi genitori, pii cristiani e senza figli, fecero un pellegrinaggio a S. Nicola di Bari per ottenere di avere un figliuolo. E l’anno 1245 a S. Angelo, presso. Fermo, nasceva loro il piccolo Nicola, così chiamato in ossequio al Santo pugliese.
Fin dai primi anni ebbero cura di infondergli sentimenti cristiani, e…