Santo del giorno 05 settembre: Santa Teresa di Calcutta

Santa Teresa di Calcutta: la storia della donna che ha dedicato la sua vita ai poveri

Nome

Anjezë Gonxhe Bojaxhiu

Titolo

Fondatrice

Nascita

26 agosto 1910, Skopje, Macedonia del Nord

Morte

05 settembre 1997, Calcutta, India

Ricorrenza

05 settembre

Martirologio

edizione 2004

Beatificazione

19 ottobre 2003, Roma, Papa Giovanni Paolo II

Canonizzazione

04 settembre 2016, Roma,  Papa Francesco

Preghiera

O Santa Teresa di Calcutta che nel tuo desiderio struggente di amare Gesù come non è stato mai amato prima, ti sei donata totalmente a Lui, senza mai rifiutargli nulla. In unione al Cuore Immacolato di Maria, hai accettato la chiamata a saziare la Sua sete infinita di amore e di anime e a divenire portatrice del Suo amore tra i poveri. Con amorevole fiducia e totale abbandono tu hai compiuto la Sua volontà. Sei diventata così intimamente unita a Gesù, il tuo Sposo crocifisso, che Egli, sospeso sulla croce, si è degnato di condividere con te l’agonia del Suo Cuore. Santa Teresa, tu che hai promesso di portare la luce dell’amore a coloro che sono sulla terra, prega affinché anche noi desideriamo saziare la sete ardente di Gesù con un amore appassionato, condividendo con gioia le Sue sofferenze, e servendoLo con tutto il cuore nei nostri fratelli e sorelle, specialmente in coloro che, più di tutti, sono « non amati » e « non voluti ». Amen.

Patrono di

Colli al Metauro

Martirologio Romano

A Calcutta in India, beata Teresa (Agnese) Gonhxa Bojaxhiu, vergine, che, nata in Albania, estinse la sete di Cristo abbandonato sulla croce con la sua immensa carità verso i fratelli più poveri e istituì le Congregazioni delle Missionarie e dei Missionari della Carità al pieno servizio dei malati e dei diseredati.

 

Il Santo e la missione

Santa Teresa di Calcutta è una delle figure più iconiche quando si parla di “missione” nel contesto della vita cristiana. Il suo nome è sinonimo di un altruismo radicale e di un impegno incondizionato a favore dei più poveri tra i poveri. Ma la sua missione non era solo quella di fornire cibo, riparo e cure mediche. Era, soprattutto, una missione di amore e di dignità, una testimonianza vivente dell’amore di Cristo per tutti, indipendentemente dalla loro origine, religione o condizione sociale.

Quello che rende la sua missione così straordinaria è l’assoluta semplicità con cui l’ha portata avanti. Non c’era nulla di complesso o elaborato nel suo modo di aiutare gli altri; al contrario, era il puro e semplice atto di vedere Cristo in ogni persona che incontrava e di servire quella persona come avrebbe fatto con Cristo stesso. Questa visione incarnata dell’Evangelo è ciò che ha reso la sua missione non solo efficace, ma anche profondamente trasformante per tutti coloro che sono entrati in contatto con lei o con le sue opere.

Santa Teresa ci insegna che la missione non è un compito da sbrigare, ma un modo di essere nel mondo. Non si tratta solo di fare buone opere, ma di diventare una “buona opera” attraverso la quale la grazia di Dio può fluire liberamente. La sua missione era il risultato diretto della sua profonda vita di preghiera e della sua intima unione con Cristo, che le ha permesso di vedere e di rispondere ai bisogni degli altri con un cuore compassionevole e misericordioso.

In un mondo sempre più diviso e polarizzato, la missione di Santa Teresa di Calcutta rimane un faro di speranza e un modello di quella carità cristiana che vede oltre le barriere culturali, sociali e religiose per riconoscere la dignità intrinseca di ogni essere umano. La sua vita e il suo ministero sono una testimonianza potente del fatto che la vera missione inizia e termina nell’amore: un amore che sa abbassarsi per sollevare gli altri, che sa rinunciare a sé per abbracciare il prossimo, che sa vedere nel volto dell’altro il volto stesso di Dio.

Il Santo e la misericordia

Santa Teresa di Calcutta è una delle figure più potenti quando si parla di misericordia incarnata. La sua vita è stata un atto continuo di misericordia nei confronti degli emarginati, dei malati e dei moribondi. Nei quartieri più poveri di Calcutta, ha creato un’oasi di compassione e di dignità, dove persone spesso dimenticate dalla società potevano trovare amore, accettazione e, in molti casi, una morte dignitosa.

La misericordia, nel suo caso, non era un astratto principio teologico, ma una realtà tangibile espressa attraverso azioni concrete. Era misericordia che lavava le ferite dei lebbrosi, che nutriva gli affamati e che confortava i morenti. In ogni gesto e in ogni parola, Santa Teresa era la mano tesa di Dio, un canale attraverso il quale la misericordia divina poteva raggiungere i cuori sofferenti.

Ma la sua misericordia non era solo fisica; era anche spirituale. Accogliendo tutti, indipendentemente dalla loro fede o background culturale, ha incarnato un’amore che trascende tutte le divisioni. Ha dimostrato che la misericordia è l’essenza stessa di Dio, una forza che può trasformare non solo le vite individuali, ma intere comunità. Ha toccato non solo i corpi malati ma anche gli spiriti feriti, portando speranza dove c’era disperazione e luce dove c’era oscurità.

Santa Teresa di Calcutta ha insegnato che la misericordia non è un atto occasionale o un dovere da assolvere, ma un modo di vivere. La sua misericordia era radicale perché proveniva da una profonda intimità con Dio, un’intimità forgiata nella preghiera e alimentata dalla fede. E proprio perché era così profondamente radicata in Dio, la sua misericordia non conosceva limiti; era una misericordia senza condizioni, capace di abbracciare tutti, specialmente quelli che il mondo trova più difficili da amare.

In un’epoca in cui la misericordia è spesso vista come un segno di debolezza o come un’opzione fra tante, la vita di Santa Teresa ci ricorda che la misericordia è al cuore del messaggio cristiano. È la chiave per comprendere chi è Dio e cosa significa essere veramente umani. Nel suo esempio, vediamo che la misericordia è l’azione più rivoluzionaria che possiamo intraprendere, una sfida continua a guardare oltre noi stessi per vedere il volto di Cristo negli altri e a diventare, come lei, “portatori di Dio” in un mondo che ha tanto bisogno della Sua amorevole misericordia.

Missionarie della Carità

Le Missionarie della Carità sono un esempio straordinario di come la missione di misericordia possa essere vissuta in maniera concreta e trasformante. Fondata da Santa Teresa di Calcutta nel 1950, questa congregazione religiosa femminile ha dedicato la sua esistenza al servizio dei “più poveri tra i poveri”. La loro missione non è soltanto un atto di carità, ma un vero e proprio impegno a vedere il volto di Cristo in ognuno e a servirlo attraverso le mani e i cuori delle suore.

Le Missionarie della Carità incarnano la misericordia non solo attraverso parole ma con azioni specifiche e tangibili: nutrendo gli affamati, vestendo gli ignudi, curando i malati e offrendo amore e compassione a coloro che sono stati rifiutati dalla società. La loro presenza è un potente simbolo di speranza e di amore incondizionato, e rappresenta un faro di luce nelle zone più buie del nostro mondo.

La congregazione rappresenta anche una sorta di “rivoluzione della tenerezza”, per usare le parole di Papa Francesco. Si tratta di donne che hanno scelto di vivere in estrema povertà per solidarizzare con coloro che aiutano, entrando così in una relazione di vera fratellanza con i meno fortunati. La loro vocazione è un ricordo costante che la misericordia non è un atto isolato o un bel sentimento, ma un modo di vivere che richiede sacrificio, impegno e un amore che va oltre ogni confine e barriera.

In un mondo sempre più diviso e egoista, le Missionarie della Carità offrono una visione alternativa, radicata nell’amore di Cristo e nel potere trasformante della misericordia. Il loro lavoro, diffuso in più di 130 paesi, non è solo un soccorso immediato per i bisognosi, ma un segno duraturo della presenza di Dio in mezzo a noi, chiamandoci tutti a una maggiore responsabilità verso i più vulnerabili.

La congregazione continua a ispirare generazioni di uomini e donne, laici e religiosi, a prendere parte in questa missione di misericordia, dimostrando che l’amore è l’unico mezzo per combattere l’ingiustizia e creare un mondo più giusto e fraterno. Attraverso il loro esempio, vediamo come la misericordia possa davvero essere la risposta ai molti mali che affliggono l’umanità oggi.

Agiografia

Madre Teresa resterà come l’incarnazione più convincente, nella nostra epoca, del genio della carità evangelica; tutti l’hanno capita, i cristiani delle varie confessioni, i laici di ogni paese, gli indù come i musulmani. Quando, a metà degli anni Settanta, apriva a San Gregorio al Celio la prima casa romana delle sue suore, scelse per loro il pollaio dei monaci camaldolesi, una costruzione bassa, in mattoni bucati e lamiere, con il pavimento in cemento. «Le mie sorelle sono povere e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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