Santo del giorno 05 novembre: San Guido Maria Conforti

San Guido Maria Conforti: il vescovo missionario che ha fondato i Saveriani

Nome

San Guido Maria Conforti

Titolo

Fondatore dei Miss. Saveriani

Nascita

30 marzo 1865, Casalora di Ravadese

Morte

05 novembre 1931, Parma

Ricorrenza

05 novembre

Martirologio

edizione 2004

Beatificazione

17 marzo 1995, Roma, papa Giovanni Paolo II

Canonizzazione

23 ottobre 2011, Roma, papa Benedetto XVI

Preghiera

Dio, Padre di tutte le genti, che nello Spirito del tuo Figlio sei origine di tutto ciò che è buono e santo. Ti lodiamo per la vita del tuo servo Guido Conforti. Egli, contemplando nel tuo Figlio crocifisso il tuo amore per ogni creatura, ha dedicato tutto se stesso all’urgenza dell’annuncio del vangelo. Ti ringraziamo per averlo dato ai missionari saveriani come padre, alla chiesa come pastore e missionario, a tutti come esempio di virtù e modello di santità. Ti preghiamo per sua intercessione, accresci la nostra fede perché possiamo essere annunciatori del tuo amore, testimoni di speranza e costruttori del tuo regno. A te la lode e la gloria nei secoli. Amen.

Martirologio Romano

A Parma, San Guido Maria Conforti, vescovo, che, da buon pastore, sempre vegliò in difesa della Chiesa e della fede del suo popolo e, spinto dalla sollecitudine per l’evangelizzazione dei popoli, fondò la Pia Società di San Francesco Saverio.

 

Il Santo e la missione

San Guido Maria Conforti, attraverso la sua vita e il suo apostolato, incarna l’essenza del missionario cristiano. Nel suo desiderio ardente di seguire le orme di grandi evangelizzatori come San Francesco Saverio, troviamo un modello di come la missione possa essere vissuta come una testimonianza di fede e come uno slancio incessante verso l’altro, verso l’ignoto, verso coloro che non hanno ancora avuto la possibilità di incontrare il messaggio di salvezza cristiano.

Nato nel cuore dell’Italia del XIX secolo, Conforti si è trovato di fronte a una Chiesa che stava gradualmente scoprendo nuove frontiere missionarie. Ma il suo contributo unico è stato quello di interiorizzare e poi esternare una missione che si radica innanzitutto nel profondo dell’animo umano. La sua missione non era dettata solo da un obbligo ecclesiastico, ma da una profonda compassione per l’umanità, da un desiderio che tutti potessero conoscere l’amore che lui stesso aveva sperimentato in Cristo.

Conforti si dedicò alla fondazione dei Missionari Saveriani con una visione che trascese la semplice conversione religiosa; egli percepiva la missione come una chiamata a promuovere un incontro autentico tra culture, una condivisione di vite, una comunione che si estende oltre le barriere del linguaggio o della geografia. Questo visionario vescovo credeva e insegnava che il cuore della missione era l’amore: un amore che si fa dialogo, che ascolta prima di parlare, che serve prima di chiedere di essere servito.

In un’epoca di grandi scoperte geografiche e scientifiche, Conforti non si lasciò distrarre dalle meraviglie del progresso tecnico, ma piuttosto lo utilizzò come mezzo per facilitare il vero progresso dell’uomo, quello spirituale e morale. La sua comprensione della missione come condivisione della vita implicava che i missionari non fossero semplici portatori di un messaggio, ma testimoni di una vita trasformata dal Vangelo.

La missione di Conforti si estendeva anche nel campo educativo, nella formazione dei giovani, nel lavoro per la pace e nella promozione della giustizia sociale. Ogni aspetto della sua attività era permeato dalla convinzione che il Vangelo fosse una fonte di trasformazione non solo individuale, ma anche collettiva, in grado di innalzare le società e le culture.

San Guido Maria Conforti ci lascia un’eredità che è un invito alla Chiesa contemporanea a riscoprire la missione come cuore del proprio essere: non una serie di atti isolati o un elenco di conversioni da annoverare, ma un viaggio continuo dell’anima, un’esplorazione del mistero dell’altro, un servizio amorevole reso senza condizioni. La sua vita ci dice che la vera missione inizia quando usciamo da noi stessi per incontrare l’altro lì dove si trova, con rispetto, umiltà e un cuore disposto a imparare tanto quanto a insegnare.

Il Santo e la misericordia

San Guido Maria Conforti, fondatore della Società San Francesco Saverio per le Missioni Estere, noti come i Missionari Saveriani, è un esempio luminoso di come la misericordia può diventare la forza propulsiva di una vita dedicata al servizio degli altri, specialmente dei più lontani e dimenticati.

La vita di Conforti fu una costante riflessione e incarnazione della misericordia divina. La sua profonda esperienza di Dio, che si manifesta nella sua tenerezza verso l’umanità, ha guidato ogni sua scelta e azione. Non si trattava solo di un sentimento interiore, ma di una misericordia attiva e operante che lo spingeva a superare confini geografici e culturali per portare il messaggio cristiano di speranza e amore.

Fin dalla sua giovinezza, Conforti mostrò un interesse speciale per le missioni, ispirato dalla figura di San Francesco Saverio. La sua visione di una Chiesa in uscita, che va incontro agli altri con un cuore aperto e misericordioso, fu il fondamento della sua azione missionaria. Per Conforti, la misericordia non era un mero atto di beneficenza, ma l’espressione più autentica della presenza di Cristo nel mondo, un segno vivo del Regno di Dio tra noi.

Conforti si preoccupava non solo della conversione degli spiriti ma anche del benessere fisico e sociale delle persone. Era mosso da un amore senza confini che lo portava a occuparsi della formazione di comunità cristiane capaci di vivere il Vangelo in maniera integrale, promuovendo la dignità umana e la giustizia sociale. La sua era una misericordia che sapeva guardare l’intero essere umano, nella sua complessità di bisogni materiali e spirituali.

Questo santo vescovo e missionario comprese che la misericordia va oltre la semplice pietà; essa richiede un impegno personale, una scelta di vita che pone l’altro al centro delle proprie preoccupazioni, indipendentemente dalla sua cultura, religione o posizione sociale. La sua eredità è oggi più che mai rilevante in un mondo dove le differenze sono spesso motivo di divisione e conflitto: ci ricorda che la misericordia può costruire ponti, curare le ferite e rivelare il volto di un Dio che è Amore.

Il cammino di San Guido Maria Conforti ci insegna così che la misericordia è una dimensione essenziale della missione cristiana, che si esplica nel riconoscere in ogni uomo e donna, specialmente nei più poveri e abbandonati, il volto stesso di Cristo. Un invito per ogni cristiano a vivere con la stessa ardente carità che ha contraddistinto la sua esistenza, per essere, come lui, strumenti di una misericordia che sa cambiare il mondo.

I Missionari Saveriani

I Missionari Saveriani rappresentano una vibrante testimonianza di dedizione e servizio che trova le sue radici nella visione di San Guido Maria Conforti. Questi missionari, seguendo l’esempio del loro fondatore, si impegnano in una missione che trascende i confini geografici e culturali per toccare le vite umane nei loro molteplici aspetti. La loro vocazione non è definita solo da una destinazione o da una serie di compiti da compiere, ma da un autentico cammino di fede che li porta ad essere presenti in modo concreto nelle realtà più disparate del mondo.

Nella loro opera, i Missionari Saveriani incarnano un dialogo fecondo tra fede e cultura, mostrando una comprensione profonda del fatto che il Vangelo può arricchire le culture senza annullarne l’unicità e la dignità. Con uno spirito di umile servizio, essi si fanno compagni di viaggio delle comunità a cui sono inviati, imparando dalle persone che incontrano, apprezzando le loro tradizioni e accompagnandole nel cammino della vita.

Il loro approccio alla missione si fonda su una spiritualità incarnata che vede nel Vangelo non solo una parola da annunciare, ma una realtà da vivere giorno per giorno. In questo, diventano un riflesso vivente dell’amore di Cristo, impegnandosi in opere di giustizia sociale, educazione, salute e sviluppo comunitario, sempre con l’intento di promuovere la dignità umana e il bene integrale della persona.

I Missionari Saveriani si inseriscono nel tessuto delle società in cui operano con discrezione e rispetto, diventando segno di una Chiesa che non si impone ma si propone, che non domina ma serve, che non esclude ma include. In un mondo spesso segnato da divisioni e conflitti, la loro presenza e il loro lavoro diventano un ponte che collega le diversità, sottolineando che la vera missione si compie nell’amore che accoglie, perdona e si dona senza riserve.

La testimonianza dei Missionari Saveriani si fa così eco dell’appello universale alla missione che è parte integrante della vita cristiana, un richiamo a essere ‘missionari’ in ogni ambiente, condizione e circostanza, con l’ardore e la creatività che caratterizzavano il loro fondatore. La loro storia e il loro impegno quotidiano sono un chiaro promemoria che la missione è una realtà dinamica, sempre nuova e sempre antica, in cui ogni cristiano è chiamato a scoprire il proprio ruolo unico e irripetibile.

Agiografia

Dalla sua aveva una volontà di ferro, una passione travolgente per la diffusione del Vangelo e tanti sogni che illuminavano le sue giornate, ma non la salute. Nelle sue condizioni soffriva di epilessia e sonnambulismo chiunque sarebbe rimasto ai blocchi di partenza; lui invece s’è lanciato con foga e tenacia, giungendo dove sognava di arrivare, cioè a riprendere l’evangelizzazione della Cina dal punto in cui il grande missionario gesuita, san Francesco Saverio, era stato costretto a fermarsi dalla morte, che l’aveva colto nel 1552. Non lo farà di persona, perché la malattia continuerà a segnare e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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