Santo del giorno 04 settembre: Santa Rosalia

Santa Rosalia: la protettrice di Palermo che salvò la città dalla peste

Nome

Rosalia Sinibaldi

Titolo

Vergine, eremita di Palermo

Nascita

1130, Palermo

Morte

1166, Monte Pellegrino

Ricorrenza

04 settembre

Martirologio

edizione 2004

Canonizzazione

1170, Palermo , Vescovo Gualtiero Offamilio

Preghiera

O cara verginella Rosalia, che colla vostra speciale intercessione liberaste tante volte la nostra patria dai tremendi flagelli dell’ira divina. deh intercedete oggi per noi presso il Dio delle misericordie, acciocchè non voglia riguardare alla enormità dei nostri peccati per punirci, ma ci accordi invece tempo alla penitenza. Le vostre reliquie che sono in mezzo a noi, ci assicurino della vostra protezione e ci ottengano da Dio la grazia di glorificarlo insieme con voi nel cielo. Per tutti i secoli dei secoli Cosi sia.

Patrono di

Sicilia, Palermo, Campofelice di Roccella, Santa Margherita di Belice, Centuripe, Santo Stefano Quisquina, Bisacquino, Delia, Bivona, Vicari

Martirologio Romano

A Palèrmo il natale di santa Rosalia, Vergine Palermitana, discendente dal sangue regale di Carlo Magno, la quale, per amore di Cristo, fuggì il principato paterno e la reggia, e, solitaria nei monti e nelle spelonche, menò una vita celeste.

 

Il Santo e la missione

La vita di Santa Rosalia è intrinsecamente legata al concetto di “missione” nel senso più puro e spirituale del termine. Nata in una famiglia aristocratica di Palermo, la giovane Rosalia avrebbe potuto godere di tutti i privilegi e i comfort che la sua posizione sociale le offriva. Tuttavia, mossa da un’intima chiamata divina, scelse di abbandonare tutto per dedicarsi a una vita di preghiera e contemplazione in totale isolamento. La sua missione non fu quella di convertire masse di persone attraverso la predicazione o l’insegnamento, ma piuttosto di servire come un canale di grazia e intercessione. La tradizione narra che le sue preghiere furono fondamentali per liberare Palermo da un’epidemia di peste, evidenziando il potere della missione “invisibile” ma profondamente impattante che un singolo individuo può avere. Santa Rosalia ci mostra che la missione non è sempre legata all’azione esterna o all’evangelizzazione diretta. A volte, la missione più grande è quella di diventare un “luogo” di preghiera e di grazia, un ponte tra il divino e l’umano che può portare guarigione e speranza in momenti di grande sofferenza. In un’epoca in cui l’attivismo e la produttività sono spesso visti come gli unici metodi validi per creare un impatto, la vita di Santa Rosalia ci ricorda l’importanza della missione interiore, del “fare” che scaturisce dall'”essere”. La sua missione non fu pianificata o strategica, ma piuttosto una risposta amorevole e totale alla chiamata di Dio. In definitiva, Santa Rosalia ci insegna che la missione è tanto una questione di ascolto e di risposta quanto di azione; è nel silenzio e nella solitudine che possiamo udire la voce di Dio che ci chiama a servire gli altri in modi che forse non avremmo mai immaginato. Attraverso la sua vita, impariamo che ogni missione inizia con un sì interiore, un sì che può avere ripercussioni profonde e salvifiche ben al di là del nostro piccolo angolo del mondo.

Il Santo e la misericordia

Santa Rosalia è una figura che incarna in maniera profonda il concetto di misericordia nel contesto cristiano. Nata in una famiglia nobile di Palermo, Rosalia scelse una vita di eremitaggio e preghiera, allontanandosi dai privilegi terreni in cerca di una più stretta unione con Dio. La sua scelta di vita può essere vista come un atto di misericordia nei confronti di se stessa e della sua comunità: rinunciando al mondo, Rosalia cercò una purificazione interiore che avrebbe beneficiato non solo lei, ma anche coloro che cercavano la sua intercessione. La leggenda vuole che le sue preghiere abbiano interceduto per salvare Palermo da un’epidemia di peste, un atto che va oltre la mera carità e si colloca decisamente nel regno della misericordia divina. Qui, la misericordia si manifesta come una forza redentrice e guaritrice, che va al di là della semplice compassione per arrivare a un amore che salva e trasforma. In molti modi, la vita di Santa Rosalia è un esempio di quella “opzione preferenziale per i poveri” che è al cuore dell’insegnamento sociale cristiano. La sua scelta di abbandonare i privilegi della nobiltà per vivere in una grotta è un atto di solidarietà con i più poveri e i più bisognosi, un abbraccio della misericordia che Dio stesso mostra per gli umili e gli afflitti. In un mondo che spesso valuta gli individui in base al loro status sociale o ai loro beni materiali, la storia di Santa Rosalia è un promemoria potente del potere redentore della misericordia. La sua vita ci insegna che la misericordia non è un atto isolato o un sentimento effimero, ma una disposizione costante dell’anima, un modo di vivere che riflette l’amore infinito di Dio per tutta l’umanità. Santa Rosalia rimane un faro di misericordia, mostrandoci che nel riconoscimento della nostra comune fragilità e nel gesto di estendere la mano verso gli altri, ci avviciniamo di più al cuore di ciò che significa essere veramente umani e divinamente ispirati.

Agiografia

Nacque da Sinibaldo, signore di Quisquina e discendente del re Carlo Magno. I genitori si preoccuparono di educare la fanciulla nei principi cristiani. E la piccola Rosalia corrispose alle cure dei genitori. Devotamente attendeva alle pratiche di pietà, amava teneramente la Madonna, e…

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Fonte dell’articolo e immagini

SantoDelGiorno.it

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