
Ramadan e Opere di Misericordia nell’Islam
Il mese del Ramadan, un cammino di preghiera, digiuno e condivisione
Domenica 30 marzo si è concluso il mese del Ramadan, il nono mese del calendario islamico. Un tempo di preghiera e digiuno. Infatti per quei 30 giorni si digiuna dall’alba fino il tramonto, non si mangia, non si beve e non si fuma. Tutti i musulmani sono obbligati a seguire queste regole; solo in casi di malattia o di viaggio è possibile non digiunare, così come per i bambini piccoli.
L’Islam si basa su cinque pilastri (in arabo si dice أركان الإسلام Arkān al-Islām) ovvero obblighi fondamentali previsti dalla Legge religiosa e rivolti ad ogni credente musulmano di qualsiasi sesso, in ottemperanza alla volontà di Dio.
Essi sono:
- testimonianza di fede (shahādah)
- preghiera (ṣalāt)
- elemosina legale (zakāt)
- digiuno (ṣawm o ṣiyam) nel mese di Ramadan
- pellegrinaggio (ḥajj) a La Mecca, se la condizione del credente (economica o di salute) permette.
Durante questo mese si praticano tutti i pilastri, anche il pellegrinaggio a La Mecca.
Durante il Ramadan ci sono tante pratiche essenziali che si vivono nei paesi a maggioranza musulmana. Io sono egiziana e, seppur cristiana, riconosco che il periodo di Ramadan è un momento particolare per tutto il Paese. In genere vengono attivate le opere di misericordia. si fanno tante iniziative di carità verso i più poveri.
Una delle cose più comuni che fanno sia cristiani che musulmani durante questo mese è “Maedat Al Rahman” ovvero “Il Tavolo Del Misericordioso (Dio)”. In questa occasione si innalzano delle grandi tende, con tavoli lunghi sotto di esse e lì si offre “Il iftar” ovvero il pasto con il quale rompono il digiuno al tramonto, dando da mangiare a chi non ne ha. È preparato da musulmani più ricchi per i più poveri, ma anche alle volte da cristiani e tutti mangiano insieme. L’obbiettivo non è solo quello di dare da mangiare all’affamato, ma anche creare un ambiente di condivisione e di famiglia fra tutti, dove si possono perdonare le offese del passato e ricominciare. Un momento di riconciliazione e conversione.
Passando per strada durante l’ora del tramonto, quando si sentono le preghiere dall’altoparlante di tutte le moschee nello stesso momento e alle volte anche con il rumore dello sparo nell’aria di un cannone che si fa sentire da tutta la città.
Si trovano persone (musulmani o no) che ti fermano, anche se sei in machina, anche se non sei musulmano, per offrirti dei datteri (l’alimento iniziale per rompere il digiuno). Una sorta di antipasto nell’attesa di arrivare a casa per mangiare. Anche se sei in treno o bus e arriva l’ora del tramonto, tutti condividono e offrono cibo uno all’altro.
I cristiani, in genere non mangiano né bevono in posti pubblici in quel periodo, per non creare difficoltà a chi pratica il Ramadan nel sopportare la fame e la sete.
Durante il Ramadan vengono trasmessi in TV tanti programmi e serie televisive, preparati apposta per questo mese, attraverso i quali si consolano i tristi con programmi divertenti che fanno ridere e diminuiscono il peso della fame e la sete. Altri programmi e serie televisive fanno formazione religiosa e umana per tutti, cercando così di consigliare i dubbiosi, insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori….
Nel Ramadan si saluta così: “Ramadan Karim (è Generoso)”, e si risponde: “Allaho Akram (Dio è più Generoso)”. E nel momento del Iftar (il pasto al tramonto) si dice uno all’altro: “Che il tuo digiuno sia accettato e il tuo Iftar sia delizioso!”
Il mese di Ramadan finisce con l’apparizione della mezza luna e con la festa “El Aid” che dura tre giorni, dove si mangiano dolci, biscotti speciali preparati solo per quell’occasione.
Ogni tanto succede che il Ramadan capiti durante la Quaresima, ed è una cosa davvero bellissima.
I copti in Quaresima digiunano da dopo cena fino al pranzo del giorno dopo senza bere neanche l’acqua e rompono il digiuno partecipando alla Messa che dura 2 ore con cibo vegetariano: solo verdure lesse condite con olio e legumi.
Allora durante la giornata, che sia al lavoro o all’università o a scuola si respira un clima sacro e si cerca di vivere ognuno secondo le scritture.
È un’occasione per crescere nella pazienza, nella fortezza e nella sopportazione delle difficoltà ma soprattutto nel rapporto con Dio misericordioso e con i fratelli.
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