Perla ed Angelica: le due suore con la Misericordia di Rosolini
La Misericordia di Rosolini, in comunione con altre Misericordie ha accolto per un periodo Suor Perla ed Angelica. Conosciamole
Oggi ci troviamo a parlare di doni delle “differenze” che non creano diversità se non nel meraviglioso prodigio di colui che tutto può con Perla ed Angelica, due sorelle messicane della stessa famiglia religiosa: MISSIONARIE CATECHISTE DEL SACRO CUORE DI GESÙ E MARIA.
Vengono ognuna da una differente parte del Messico.
Vogliamo scoprire come si completano a vicenda?
I due doni della Misericordia di Rosolini: Perla ed Angelica
Perla proviene dal nord est e lei stessa fa notare come anche in questo grande nord est c’è sempre un Nord ed un Sud.
Il Nord Est, in modo speciale, è sempre stato territorio di migrazioni e di forti ed eterogenee tradizioni sedimentate.
Si tratta della Bassa California, il luogo delle origini di Perla.
Angelica proviene dal Sud, Acapulco Guerrero si chiama il paese.
E lì, come per antonomasia ogni Sud, c’è sempre un incanto naturale di calore, espressione, colore, gioia.
La bellezza, quella che ti tocca il cuore, si trova nel Sud…ma strada facendo si va a finire nel Nord costellandolo di poesia.
Un gemellaggio forte quello di Perla ed Angelica con la Misericordia di Rosolini
Commuove ascoltare la testimonianza dei volontari sul loro anno di Misericordia a Rosolini cosicché questa Misericordia fa da pioniere rispetto alle altre Misericordie.
Diverte anche sentire gli aneddoti però del governatore, siciliano ruspante Nino Savarino che non ci risparmia certo dei simpatici contrattempi della sorte.
Eccone uno: ogni Misericordia aderente all’Hicsum deve predisporre l’accoglienza delle sorelle.
Peccato che quel giorno in cui governatore in sombrero e guarnita squadra di volontari ci fosse un problema con i voli e le sorelle non arrivarono.
Far sentire le sorelle accettate ed integrate nel vivere civile non esime dal presentarle alle istituzioni, condurle a conoscere la gente, nelle diverse parrocchie.
Nino Savarino conia la formula vincente delle 3 A per il progetto Hic Sum: Accoglienza, Accoglienza, Accoglienza.
E non è sempre lo stesso perché prima di arrivare a ciò che per ultimo è l’accoglienza nuda e semplice c’è la preparazione all’accoglienza.
Angelica e Perla sembrano d’accordo ma in fondo quello che si è fatto è appunto per sperimentare questo “dono delle differenze” che ci rendono comunità, salvando il mondo.
Grazie a Dio, non siamo uguali.
In fondo, siamo un po’ tutti di diverse discendenze…a Rosolini a suo tempo tutti ci sono passati.
E la diversità è innata.
La Sicilia è diventata, martoriata da sbarchi improvvisi, la terra dell’accoglienza dove c’è quel legame effusivo che si intesse nella carezza del misero e nel clima “confidente”.
Si presenta a noi suor Angelica, consorella di Perla
Ci fermiamo ad ascoltare Angelica che proviene da una famiglia molto credente.
“Mio papà è stato per me la persona che orienta a Dio”.
Queste le parole di Angelica che restava colpita da come il papà si fermava in adorazione eucaristica testimoniandone l’amore.
In fondo, il pane fa pensare a ciò che si fa “parte” e “comparte”, alla distribuzione e re-distribuzione.
È così la frazione del pane della Misericordia che immagino nel Nord del Messico dove andremo ad impiantare il nostro progetto: si comparte con l’altro la Tortija.
Lo si invita ma nel contempo si assicura quel bagaglio di formazione con cui possa rendersi autonomo chi ha bisogno, un aiuto per la vita.
Non solo un progetto una tantum.
Quando ho veramente capito la mia vocazione?
Qual è stato il momento fondante?
Quello in cui Lorenzo, il mio ragazzo di allora, il 10 maggio (festa della mamma in Messico) mi disse di voler vedere la mamma.
Non sapevo che fosse morta e quando lo scoprii ne rimasi colpita.
Come mai questo bisogno di vederla? E lui mi spiega che delle volte si ha proprio bisogno di litigare con la mamma.
“Eh sì, comprendo io perché QUANDO TI MANCA LA MAMMA, TI MANCA MEZZA VITA”.
Ecco allora che suor Perla ci porta con sé in questo universo di culture e di colori.
Immergiamoci nella sua testimonianza e storia di vita con le sue stesse parole:
Provengo da un paese che per storia è diventato meticcio: per noi il meticciato è il frutto dell’unione tra due razze distinte.
Oggi si può dire multiculturale.
Il Messico, il cui nome ufficiale è Stati Uniti Messicani, ha una grande ricchezza culturale, climatica, geografica ecc…e sono 32 stati federali.
Il mio stato si chiama Baja California Sur e penso che in generale i sudcaliforniani siano tranquilli (a volte anche di più), sociali, aperti agli altri, religiosi.
Questa terra è stata popolata da persone emigrate da diverse parti del paese.
Infatti, una parte della mia famiglia è arrivata ed è rimasta.
Io sono nata a Puerto San Carlos (B.C.S.), ricevendo allo stesso tempo la ricchezza culturale della mia famiglia e del luogo in cui sono cresciuta.
Le mie radici sono lì e quando ho scoperto la mia vocazione, mi sentivo chiamata ad essere missionaria, a camminare da un posto all’altro (come era nella mia famiglia) e così è stata la vocazione per grazia di Dio.
Sono stata inviata in missioni straniere e sono stata più fuori che nel mio paese (E.U.A. Spagna, Guinea Equatoriale-Africa), come Missionaria Catechista dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria che condividono la vita e la fede, anche se è molto più quello che ho ricevuto, piuttosto che quello che ho condiviso.
Ora, in questa nuova esperienza, in questo progetto a cui sto partecipando, continuo ad affidarlo a Dio da cui proviene ogni bene, perché è Lui che chiama a collaborare, da cui ci vengono i doni come semi per portare frutto (Gv 15, 16).
Ed un frutto che è per i suoi figli, penso, i più svantaggiati perché sono quelli che più gridano a Dio.
Riconosco ed ammiro il buon lavoro che Spazio Spadoni fa; le porte che apre attraverso i progetti “Hic Sum”per rendere presente la Misericordia di Dio nel mondo, soprattutto per coloro che soffrono (i poveri, i dimenticati).
Grazie per essere collaboratori di Dio (1 Cor 3, 9), di essere ponti per l’intercongregazionalità, per essere Chiesa attraverso il suo lavoro e la sua generosità. Dio vi benedica e vi prego, rispondete alla sua chiamata.
La mia esperienza con la Misericordia di Rosolini è così difficile descriverla, soprattutto quando vengono a me tanti volti concreti, ma posso dire che al pensarli il mio cuore palpita velocemente e sento fisicamente nel mio petto qualcosa che vuole uscire: le mie viscere si muovono, il mio corpo parla ed a questo è difficile mettere le parole.
Sono tante esperienze…posso solo dire dall’interno GRAZIE! Grazie per tanta vita condivisa: sono davvero un dono di Dio per me ed anche per tutte le persone con cui condividono e fanno Misericordia.
Desidero anche per voi il cielo:che Dio sia la vostra ricompensa! Amen.
Per approfondire:
Spazio Spadoni, il fondatore Luigi Spadoni insignito della Cittadinanza Onoraria di Rosolini
Volontariato in Congo? E’ possibile! L’esperienza di Suor Jacqueline lo testimonia
Kisangani (RDC): l’itticoltura e acquacoltura come armi contro la malnutrizione infantile
Suor Angelita Jacobe: l’opera di Misericordia che ho trovato in Spazio Spadoni
Fonte dell’articolo:
Intervista curata personalmente da suor Ines Carlone Figlie di Maria Missionarie