Per noi consacrati, la sfida è vivere il Vangelo nella quotidianità
Alla vigilia della Giornata mondiale della Vita Consacrata, diamo spazio alle testimonianze: consacrate e consacrate, segni della misericordia di Dio
di Debora Niero
Anche quest’anno, il 2 febbraio 2025, celebriamo la Giornata mondiale della Vita Consacrata: una giornata che celebriamo insieme, per rendere grazie al Signore del dono della nostra vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo.
Mi chiamo Debora Niero e, come Cooperatrice Pastorale Diocesana della diocesi di Treviso,
consacrata oramai da dieci anni, vivo con fiducia questo tempo di Dio, di grazia e di gioia.
Mi piace molto ricordare l’aiuto di Dio, “amante della vita”, ricordando che nella Sacra Scrittura, il Signore si presenta come un Dio che ama la vita: la desidera e la diffonde con gioia in molteplici e sorprendenti forme, nell’universo da lui creato e sostenuto nell’esistenza. Ama, in modo particolare, ogni uomo e ogni donna, chiamati a condividere la dignità filiale e ad essere partecipi della stessa vita divina.
Confidiamo pertanto nella grazia particolare di questo anno giubilare, che porta il dono divino di “nuovi inizi”, di Speranza, di Vita in abbondanza, di Bellezza che sorprende sempre.
Considero bello ricordare in quest’anno, come donna consacrata, una frase di Madre Teresa di Calcutta che diceva: “Soffro, però sorrido ancora di più”. Era questo il suo modo di agire: affrontare tutto con un sorriso: “Voglio essere un’apostola di gioia anche nell’oscurità”. Quando si capisce in quale contesto è maturata questa fede, molte cose si chiariscono. Madre Teresa nel parlare della misericordia di Dio, prediligeva usare la parola “tenerezza”.
Era solita parlare dell’amore tenero di Dio per noi, richiamando l’immagine cara al profeta Osea, di un amore e di una misericordia molto personali.
In quest’icona della tenerezza di Dio, credo che, in qualche modo, Madre Teresa prefigurasse il magistero missionario di papa Francesco. Egli infatti ci parla di una Chiesa in uscita, dalla parte dei poveri e delle persone più fragili, attenta, aperta, vicina ed accogliente.
Come consacrata, grazie all’esperienza vissuta in missione in America Latina
e all’esperienza pastorale con la gente nelle comunità cristiane dove vivo e condivido le mie giornate,
ho incontrato nei poveri e nelle persone vulnerabili il Volto di un Dio
e è amore incondizionato, presenza raggiante, speranza, bellezza.
Per noi consacrati, la sfida è vivere il Vangelo, attraverso una dedizione totale a Cristo.
Questa consapevolezza deve qualificare l’intera nostra vita.
Naturalmente ognuna/o porta con sé le proprie fragilità e debolezze, con le quali deve inevitabilmente confrontarsi per verificare quanto ancora deve crescere, consapevoli sempre più che la nostra vita, vissuta nella quotidianità e nell’ordinario, è una situazione privilegiata coltivata in un rapporto intimo con il Signore della storia.
In quest’anno giubilare, mi auguro che ci siano sempre più comunità in cui ci si ama e si sperimenta la misericordia in termini di ascolto, pazienza, docilità, accoglienza e mitezza.
Così come auguro a tutti di poter essere fiduciosi, di poter contemplare sempre la bontà della vita e l’opera di Dio, e di essere operose/i nel far crescere tutto questo perché si generi sempre ricchezza di vita nuova.
Debora Niero
( Cooperatrice Pastorale Diocesana della diocesi di Treviso)