Noi suore, “operaie nel campo del Signore che è la Chiesa”
Alcune testimonianze di religiose che, dall’Africa, collaborano con spazio + spadoni per diffondere le opere di misericordia
Nella Giornata Mondiale della Vita Consacrata, spazio + spadoni ha chiesto ad alcune delle tante religiose che partecipano al Progetto Hic Sum di dare brevemente una definizione della loro scelta
Dal Kenya, suor Joan Chemeli Langat, ambasciatrice delle opere di misericordia per spazio + spadoni, ci fa sapere che per lei «la vita consacrata è vita di gioia, di luce e anche di tanta, tanta bellezza».
Appartenente alla Congregazione “Sisters of St. Joseph of Mombasa”, dice:
«aver scelto la povertà, la castità e l’obbedienza
mi rende felice,
perché questi doni mi aiutano a vivere bene
nella mia vita consacrata.
La mia è una risposta ad una domanda che mi provoca
e che mi rimette in gioco
tra il tutto e il niente».
Dal Burundi, suor Petronie Toyi, dell’Istituto “Famiglia dei Discepoli di Cristo”, prosegue:
«per me, la vita consacrata é un elemento essenziale
nella Chiesa ed è un dono Dio.
Sono sempre stata colpita da questa frase,
anzi mi devastava tanto da portarmi alla scelta di consacrarmi:
“la messe é abbondante, ma gli operai sono pochi”».
La religiosa, dopo 17 anni di vita consacrata , ringrazia di essere stata mandata
«tra gli operai che lavorano nel campo del Signore
che è la Chiesa».
Sempre dal Burundi, suor Hyacinthe Manariyo, delle “Suore bene Mariya”, fa una prima affermazione che sembra una preghiera:
Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario…”(Salmo 26, 4).
Poi, continua:
«la mia chiamata alla vita consacrata è stato un camminare alla ricerca di Gesù, un viaggio verso la sua dimora. E finalmente lo incontro nei miei tanti fratelli e sorelle cha ha messo sulla mia strada. È bellissimo! Il Signore è sempre con me nello spazio e nel tempo, presente in tutte queste persone incontrate e tutte quelle che incontrerò finché vivrò. Ogni uomo/donna per me è un volto di Gesù.
La mia gioia è contemplare ogni giorno l’amore del Signore nelle persone soprattutto fragili, nel quotidiano della vita, negli avvenimenti, nella Sua Santa Chiesa. Gesù è la mia vita, è tutto per me. È il mio Signore».
L’ultima testimonianza arriva dal Messico, attraverso le parole di suor Angelica Valle Cabrera (“Misioneras catequistas de los Sagrados Corazones de Jesús y de María”):
«la vita consacrata è la carezza di Dio verso la gente.
Quando, venti anni fa, ho sentito nel mio cuore
che Dio mi invitava a consolare i cuori afflitti,
o detto SI e non mi pento di aver donato la mia vita.
Sono felice perché ho trovato l’amore della mia anima e non lo lascerò mai».