Natale 2023 – Omelia a Varignano/Viareggio
Esplorando la Tripla Celebrazione del Natale: Notte, Aurora e Giorno – Un Viaggio nel Cuore della Liturgia Natalizia
La liturgia del Natale, per antichissima tradizione, prevede la celebrazione di tre Messe con preghiere e letture proprie. Tre celebrazioni che sono chiamate: Messa della Notte – Messa dell’Aurora – Messa del Giorno.
La ricca proposta liturgica intende aiutare i cristiani a penetrare il mistero dell’Incarnazione del Verbo di Dio nella nostra carne mortale e farne emergere tutta la ricchezza per dare spessore e concretezza alla nostra vita di fede.
Vorrei riprendere questa tripartizione per entrare nella profondità della liturgia e la sua stessa attualità per ciascuno di noi, per la comunità cristiana e per l’umanità tutta. Sì, perché, checche se ne dica, la nascita nella carne di Cristo Salvatore riguarda tutta l’umanità.
Si inizia con la notte
La Messa della Notte è un invito alla gioia. Così si rivolge l’angelo ai pastori: «Non temete: ecco vi annuncio una lieta notizia, una gioia grande, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Luca 2,10-11).
Certo la notte è, anzitutto, una esperienza di tenebra: «Il popolo che camminava nelle tenebre», dice il profeta Isaia (9,1).
E come, l’antico popolo di Dio, anche noi oggi:
- Ci sentiamo immersi nella notte e brancoliamo nel buio alla ricerca di una via di salvezza;
- Avvertiamo l’oppressione di una notte sempre più fitta che grava sul nostro oggi e sul nostro futuro;
- Viviamo, anche se da lontano, la notte delle guerre, dei disordini, di una violenza quotidiana che ci sospinge sempre più nella tenebra dell’incertezza.
- E poi ci sono le nostre notti quotidiane, come quelle di Maria e Giuseppe, che, avendo risposto alla legge dell’imperatore, hanno abbandonato la sicurezza della loro casa e ora si ritrovano in difficoltà. Maria deve partorire, ma per loro non c’era posto nell’albergo e quindi devono inventarsi un rifugio di fortuna.
Tutto sembra avvolto dalla tenebra… Eppure, in quella notte, nella nostra notte, accade una novità totalmente insperata: «Oggi è nato per noi il Salvatore: Cristo Signore». «Oggi è apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini» (Tito 2,11). «Oggi il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce: Cristo Signore» (cf. Isaia 9, 1). Nel bambino che ci è stato donato, «la notte è chiara come il giorno» (Salmo 138,12).
Una tradizione della Chiesa antica afferma che Adamo ed Eva vennero cacciati dal paradiso alla fine del giorno e giunsero sulla terra a mezzanotte; il secondo Adamo, Cristo Gesù, nasce a mezzanotte. «Nella notte, Dio fa intonare canti di gioia» (Giobbe 35,10), perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio: Cristo Signore. È lui la vera luce che illumina la notte dell’umanità.
La Messa natalizia della Notte è un pressante invito ad accogliere la gioia, che Dio Padre ci dona in abbondanza nel Figlio suo fatto carne per noi.
Dopo la notte viene l’Aurora
La Messa dell’Aurora è un invito al silenzio. Un invito a contemplare, con gli occhi stupiti del cuore, la luce del Salvatore che spende su di noi e sul mondo intero.
I pastori, sollecitati dall’Angelo, vanno a vedere il “Bambino” che è nato e deposto in una mangiatoia; desiderano contemplare e constatare l’amore di Dio che illumina i cuori degli uomini.
La luce dell’Incarnato è come una “rugiada” che rigenera e rinnova; è come una rugiada che si posa sulla terra, la nutre e la custodisce, anche se è inverno.
Il Salvatore che nasce è quella «stella luminosa del mattino» – come avverte l’Apocalisse (22,16) – che fa riflettere di luce e di colori la rugiada che avvolge la terra, le dona calore e la feconda dolcemente. Terra che avvolta dalla luce e dal “fuoco” dell’aurora, in Cristo Salvatore, si riscopre «redenta dal Signore, da lui Ricercata, città non-abbandonata» (Isaia 62,12).
Ma la trasformazione e la consolazione donata alla terra, dal bambino che è nato, per essere accolte e sperimentate hanno bisogno di sostare silenziosamente nel cuore. È ciò che ci insegna Maria. Lei è la donna che custodisce tutto ciò che accade nel cuore e in quel profondo silenzio contempla nella notte la luce donata dal Figlio di Dio che è il suo stesso Figlio, che lei ha partorito prima nel cuore e poi nella carne (cf. Luca 2,15-20).
La Messa dell’Aurora è l’immersione nel silenzio del cuore per contemplare la luce del Salvatore che risplende su di noi; è l’invito a sperimentare la rugiada di Cristo, stella luminosa del mattino che, se accolta, ci trasforma in una carezza mite e coinvolgente.
E finalmente la Messa del Giorno
In essa, la liturgia ci invita alla testimonianza. La gioia della notte e il silenzio dell’aurora non possono essere trattenuti, vanno offerti e testimoniati.
La Messa del Giorno è un invito a diventare delle “sentinelle” capaci di vedere con gli occhi del cuore il Verbo di Dio che si è fatto partecipe della nostra condizione umana (cf. Isaia 52,7-10).
Sentinelle capaci di vedere e “condividere la vita divina del Figlio di Dio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana”.
Sentinelle capaci di scoprire:
- Nelle notti della vita, la gioia intima donata all’umanità dal Verbo di Dio fatto carne;
- Nelle tenebre del mondo, la luce dell’aurora;
- Nelle chiacchiere stucchevoli e assordanti, il silenzio del cuore riconciliato;
- Nella molteplicità delle parole umane, la Parola autentica, la Parola incarnata e pronunciata con verità, umiltà e mitezza;
- Nella violenza dei bastoni degli aguzzini e degli strumenti di oppressione, la mitezza del bambino che oggi è nato per noi;
- Nella frattura e nel disordine del peccato, la misericordia di un Dio che ci ripete: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato» (cf. Ebrei 1,1-6).
Le tre Messe del Natale ci accompagnano in questo struggente e avvolgente itinerario di fede; ci invitano alla gioia cristiana, al silenzio del cuore, alla testimonianza umile e autentica.
Sono un richiamo a non dimenticare il monito di un antico vescovo, che rivolto ai suoi cristiani li esortava: «Se anche Cristo nascesse mille volte a Betlemme, ma non nasce almeno una volta nel tuo cuore, vana sarebbe la nascita del Verbo di Dio nella carne».
Che questa sia per noi la volta buona – fratelli e sorelle.
Buon Natale
Don Marcello Brunini