Missionarie delle Opere di Misericordia

Le Opere di Misericordia per gli sfollati della guerra

“Sì, Signore, tu lo sai: ti amo… Sii il Pastore dei miei agnelli”

Dio è Amore, come ci dice San Giovanni nella sua prima lettera, capitolo quarto, dal diciassettesimo al diciannovesimo versetto. Ci ha creati a sua immagine e si aspetta da noi questo amore. Ma come possiamo amare Dio, senza amare il prossimo creato a immagine e somiglianza di Dio? Siamo tutti Figli di un unico Padre nei cieli.

In queste settimane, che ci ricordano la discesa dello Spirito Santo su di noi, la Parola di Dio, letta e meditata, ci invita a rimanere nell’amore e nell’unità.

Gesù ha pregato per l’unità dei suoi discepoli prima di terminare la sua missione sulla terra. Consapevole che ogni divisione sarebbe stata possibile ovunque gli uomini avrebbero vissuto, ha pregato Dio suo Padre di preservare i suoi discepoli dal male perché, essendo nel mondo, sono cittadini del Regno dei Cieli.

Nel mondo di oggi, soprattutto in alcune parti di esso come la Repubblica Democratica del Congo, l’unità sembra quasi perduta ed è la divisione che pare conquistare i cuori di molte persone.

Apostolato tra gli sfollatiDi conseguenza, la gente vive in una miseria insopportabile. Coloro che governano questi Paesi ricchi di risorse naturali, sembrano essere accecati e non vedono l’immensità delle ricchezze che il Signore ha messo a disposizione dei suoi Figli. Questa mancanza di amore e di unità ha un effetto profondamente negativo sulle persone che ne sono vittime.

Sii il pastore delle mie pecore

Come sappiamo, dopo la Risurrezione non possiamo più vedere Gesù fisicamente, ma Egli è presente e viaggia con ciascuno di noi in ogni momento della nostra vita, proprio come ci ha promesso il giorno in cui è asceso al suo Padre amorevole:

“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi” (Matteo 28, 16-20).Dar da mangiare agli affamati

Tutti noi siamo inviati dal Signore a proclamare la sua Buona Novella. Oggi il mondo ha sete e fame di conoscere veramente la Parola di Dio per poter cambiare radicalmente la propria vita, abbandonando la strada della perdizione e tornando a Gesù, pieno di misericordia, che è la Via, la Verità e la Vita.

Come Gesù chiede a San Pietro di curare il suo gregge, anche a noi nel contesto in cui viviamo, ci viene chiesto di prenderci cura delle persone sfollate a causa della guerra, senza riparo, senza cibo, senza cure mediche, che hanno lasciato tutto per salvare la propria vita e quella dei loro figli.

Per di più, nemmeno fuggendo hanno la garanzia di salvarsi la vita, perché spesso la morte sopraggiunge anche nei campi di fortuna in cui sono ospitati, dove non trovano alcun tipo di aiuto.

Le bombe di questi ultimi giorni, hanno causato la morte di più di trenta persone, senza contare quelle che sono morte per la fame, la sete, il freddo e lo stress della vita quotidiana.

Come disse Papa Paolo VI al Concilio dei Laici nel 1974: “oggi la gente ha bisogno di testimoni più che di maestri”.

La miseria dei fratelli e delle sorelle con cui viviamo ci impone di compiere un gesto più concreto oltre alla preghiera che facciamo per loro, attraverso le opere di misericordia fisiche e spirituali.

Il contesto del nostro apostolato a Goma tra gli sfollati

Oggi il Signore si serve delle nostre mani, dei nostri piedi, dei nostri occhi… per salvare i poveri. Molte persone di buona volontà vengono in aiuto degli sfollati, ma il loro numero aumenta di giorno in giorno. Così, in risposta alla nostra vocazione verso una vita di santità, ci siamo recati come comunità presso gli sfollati che vivono nei campi di Mugunga per praticare le opere di misericordia: dare cibo a chi ne ha bisogno.

Suor Francine e le opere di misericordiaGli sfollati sono davvero numerosi (145.000) e molto sofferenti, per cui abbiamo potuto distribuire solo il minimo indispensabile e ci siamo appellati alla generosità delle persone di buona volontà.

La nostra anima non può riposare finché non riposa in Dio

Abbiamo la sete di vedere tutti gli sfollati vivere in pace, un giorno. Quando un arto soffre, tutto il corpo soffre. Sant’Agostino ci invita a riposare la nostra anima in Dio. Tuttavia, preoccupati da tante cose, ci sentiamo più inquieti perchè cerchiamo Dio lontano da Lui quando ci ha rassicurato della sua presenza.

Senza Dio, la nostra vita non ha senso e senza di Lui non possiamo fare nulla, come ci ricorda Gesù. La nostra anima soffre mentre guarda persone indifese morire a causa della sete inestinguibile di coloro che si aggrappano alle ricchezze.

Dio, che sei misericordioso, metti nel cuore di ciascuno di noi la vera sete che ci spinge verso di Te, e bruciaci con l’ardore del tuo Spirito Santo perché possiamo compiere le opere di misericordia nella discrezione con chi è nel bisogno, perché sappiamo che servendo loro, è te che serviamo. In questo modo, alla fine della nostra vita, potrai concederci la vita eterna. Benedici, Signore Gesù, tutti coloro che compiono atti di misericordia nel nascondimento.

 

Immagini

  • Suor Francine Mave Ditsove

Fonte

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