Martiri Testimoni di Misericordia, Carità, Pace e Riconciliazione

Quattro nuovi beati a Uvira nella Repubblica Democratica del Congo

Domani 18 agosto avrà luogo nella diocesi di Uvira una cerimonia di beatificazione di grande importanza per la Chiesa cattolica e per il popolo della Repubblica Democratica del Congo.

Tre missionari saveriani (padre Luigi Carrara, padre Giovanni Didoné, fratel Vittorio Faccin) e un sacerdote della diocesi di Uvira (abate Albert Joubert), saranno dichiarati di beati, riconosciuti come martiri che hanno dato la vita, testimoniando la loro fede in un contesto di estrema violenza.

A presiedere la cerimonia sarà il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo metropolita di Kinshasa, che rappresenterà Papa Francesco in questo momento così importante per la comunità cattolica congolese e per la famiglia religiosa dei Saveriani fondata da san Guido Maria Conforti. Una cerimonia che evoca non solo la memoria di questi martiri, ma anche quella di tante altre religiose, come la beata suor Anuarite Nengapeta assassinata a Isiro nello stesso anno 1964 e il Servo di Dio monsignor Christophe Munzihirwa assassinato a Bukavu nel 1996.

Il loro martirio

Questo Paese, che aveva ottenuto l’indipendenza quattro anni prima, si è trovato ad affrontare una transizione drammatica caratterizzata da disordini socio-politici, che hanno preso di mira anche la Chiesa. In questo contesto di disordini molti missionari decisero di lasciare il Paese. Ma i Saveriani decisero di restare al fianco della popolazione.

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Fu allora che, nel pomeriggio del 28 novembre 1964, una jeep militare arrivò davanti alla chiesa di Baraka. Il capo dei ribelli, allora contrari al potere, ordinò a fratel Faccin di salire a bordo del veicolo e, al suo rifiuto, fu ucciso a colpi di arma da fuoco. Padre Ferrara, che era nel confessionale, uscì per vedere cosa stesse succedendo e, invece di salire sulla jeep, si inginocchiò davanti al corpo del fratello, così anche lui fu assassinato.

I resti vennero orribilmente profanati ed esposti nel villaggio.

Uno dei miliziani che partecipò a questa terribile esibizione si convertì successivamente. La stessa sera, il commando arrivò a Fizi e il leader bussò alla porta della canonica, uccidendo a sangue freddo padre Didoné che venne ad aprire e poco dopo il suo collega padre Joubert.

Bisogno di pace

La beatificazione dei missionari saveriani e del sacerdote di Uvira evidenzia il loro ruolo come modello di fede, misericordia e riconciliazione. In un Paese segnato da decenni di conflitto, le loro vite e il loro sacrificio continuano a risuonare tra i fedeli.

Questi uomini scelsero di rimanere al servizio delle comunità locali, nonostante i pericoli e le minacce che gravavano su di loro. La loro fedeltà alla missione, fino al martirio, testimonia una fede incrollabile e un desiderio di servire gli altri fino alla fine.

Questa beatificazione è un segno forte per la Chiesa cattolica che evidenzia il ruolo cruciale che i religiosi svolgono in questo Paese, in particolare nelle opere di misericordia (la creazione di scuole, ospedali, altri atti di carità che religiosi, religiose, missionari realizzano quotidianamente base), nel cammino verso la giustizia e la pace. Questa cerimonia non sarà solo un momento di contemplazione e di preghiera, ma anche un appello alla pace e alla riconciliazione in una regione ancora preda della violenza.

I missionari saveriani

Ricordiamo che i missionari saveriani arrivarono in Congo nel 1958 nella regione di Uvira. Da allora si dedicarono all’evangelizzazione di massa e la loro prima preoccupazione fu quella di intraprendere la formazione dei laici affinché radicassero saldamente il Vangelo. Moltiplicarono le stazioni, costruirono cappelle, scuole, formarono leader e moltiplicarono le comunità cristiane. Hanno riservato particolare attenzione alle generazioni più giovani; con la preoccupazione di formare le coscienze al senso della giustizia, della dignità umana, dell’apertura agli altri attraverso la pratica della carità.

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