Martiri su un Altare Universale

Amare Dio fino alla fine. L’esempio dei Martiri ci insegna le Opere di Misericordia

Dal tempo della divisione definitiva tra cattolici e ortodossi, fino ad oggi, ogni chiesa ha avuto i propri santi e martiri, raramente in comune

L’11 maggio 2023, c’è stato un evento straordinario, Papa Francesco ha annunciato l’inserimento di 20 martiri della chiesa copta ortodossa e uno da Ghana non cristiano del Ghana nel Martirologio Romano.

E così giovedì 15 febbraio 2024, in occasione della prima commemorazione nella Chiesa Cattolica dei 21 Martiri Copti uccisi di Libia, si è tenuta una Preghiera ecumenica presso la Basilica di San Pietro precisamente nella Cappella del Coro.

«I copti sono orgogliosi delle persecuzioni che dovettero sostenere a cominciare dal martirio del loro patrono San Marco, soprattutto durante l’era romana»

Quando perfino l’imperatore Diocleziano si era recato ad Alessandria, in Egitto, per praticare personalmente la persecuzione. Per il gran numero di martiri tra i suoi fedeli e il loro coraggio nell’andare incontro anche alla morte per testimoniare la fede, quella copta ortodossa viene denominata infatti “Chiesa dei martiri”. Oggi costituisce la comunità cristiana più numerosa del Medio Oriente, e in Egitto dove ha avuto origine, rappresenta la più grande minoranza religiosa del Paese, essendo professata da circa il 15% della popolazione.

La Chiesa Copta è perlopiù Copta Ortodossa (meno dell’ 1% della popolazione egiziana è copta non ortodossa). Ci sono anche i copti cattolici, e i copti evangelici. La parola copto vuol dire egiziano.

Nevin Shoukry

Un coraggio, quello dei copti, dimostrato di fronte al mondo dai 20 egiziani e un ghanese che il 15 febbraio 2015 vennero sgozzati sulla spiaggia di Sirte, in Libia, dove si trovavano per lavoro. Ad ucciderli furono gli uomini del sedicente Stato Islamico (IS), in uno dei periodi più neri della regione a causa dell’integralismo religioso.

«Questi martiri sono stati battezzati non solo nell’acqua e nello Spirito, ma anche nel sangue, con un sangue che è seme di unità per tutti i seguaci di Cristo», ha detto Papa Francesco in un videomessaggio in occasione della loro commemorazione, il 15 febbraio 2021.

È stato forte e crudele che l’uccisione di questi martiri sia stata filmata e trasmessa ai loro familiari. Direi che è stato un martirio anche per loro. La fede semplice e genuina di questi uomini ha colpito il mondo. Sono stati imprigionati e torturati da questo gruppo armato dell’ISIS e mai si sono ribellati. Nei video trasmessi vediamo le loro facce guardare il cielo su quella spiaggia dove sono stati martirizzati, come fossero specchio del Paradiso.

Erano operai semplici, da un villaggio di una città che si chiama Minia al centro della Valle del Nilo in alto Egitto. Molto umili, senza studi, credevano senza discutere nell’esistenza di Dio e di suo Figlio Gesù. Anche quando avevano la possibilità di rinnegarlo per salvarsi, non l’hanno fatto.

Il loro esempio ci insegna a sopportare i molesti, fino all’ultimo respiro

I corpi dei 21 copti furono ritrovati sepolti in una fossa comune, vestiti con gli stessi abiti di colore arancione che indossavano nel momento dell’esecuzione. In loro onore è stata edificata ad Al-Aour una chiesa intitolata ai Martiri della Fede e della Patria, visitata da fedeli provenienti da tutto l’Egitto.

Ecco allora che si vive l’Opera di Misericordia di pregare per i vivi e i morti, ma lì i morti che sono vivi continuano a pregare con il dono della loro vita per tutti noi, inclusi i loro uccisori.

Infatti entrando in quella Chiesa “Santuario” che si trova in Minia, nella loro città natale, si prova una presenza particolare, che non si può definire. Ti invade il divino ed è come toccare una corrente che lega cielo e terra e ti obbliga ad inchinarti davanti alla grandezza dell’amore puro, incondizionato, semplicissimo!

 

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