“Lettere sotto l’albero” | 15
Dalla periferia di Lima, in Perù, una lettera “sotto l’albero” da parte di padre Alessio Geraci, missionario comboniano
Caro Mondo,
un Bimbo è nato per noi, facciamo festa!
Riecheggiano nell’aria le parole degli angeli ai pastori impauriti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che egli ama», mettendo in stretta connessione la pace con la gloria di Dio.
Il profeta Isaia, già secoli prima di questo grande Evento, aveva profetizzato: «il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce, su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse».
Questa luce la videro per primi i pastori: a loro viene infatti annunciata la grande gioia della Nascita di questo Bimbo che è il Dio con noi e che ci chiama ad essere fratelli e sorelle di tutti, con tutti e per tutti.
I pastori erano una categoria disprezzata, considerata come impura e quindi erano degli esclusi, degli emarginati ed avevano il cuore pieno di paura, proprio a causa della loro condizione; però a loro – e a tutti noi oggi, che per diverse ragioni abbiamo tanta paura nel cuore – in questo Natale 2024, in questo triste tempo della “terza guerra mondiale a pezzetti”, viene detto: Non temete!
A chi viene costantemente escluso, emarginato, deriso, umiliato, perseguitato, disprezzato per la sua provenienza, per il colore della sua pelle, per il modo in cui parla, per come si veste, per come ama e chi ama, per come prega, per come pensa, ancora oggi questa Nascita è un segno di speranza e viene a dirci che Dio è ancora con noi, e sempre lo sarà, perché é il Dio con noi!
Natale è una telefonata inaspettata, un abbraccio di riconciliazione sincera, un gesto di tenerezza e gratitudine, una parola di conforto, un sorriso che ridona vita, un gesto di speranza, un’azione concreta di perdono e di misericordia. E queste cose vanno fatte ogni giorno…per cui…Natale o è Natale tutto l’anno…o sarà Natale solo una volta all’anno!
Sarà allora veramente Natale se non chiuderemo le porte del nostro cuore per il troppo freddo, ma le spalancheremo a Cristo, riconoscendolo ed accogliendolo in ogni persona impoverita, in ogni persona migrante, in ogni persona ammalata, in ogni persona che incontriamo nel nostro cammino.
Sarà veramente Natale se metteremo in pratica con Lui, senza paura e in solidarietà con tutti gli impoveriti del mondo, la sua rivoluzione d’Amore. Una rivoluzione non-violenta dove le uniche armi ammesse sono l’amore e il perdono, una rivoluzione che non produce morti, feriti, vedove e orfani, ma solo e soltanto fraternità e fratellanza.
A Natale facciamo memoria viva di un incontro decisivo per la Storia perché «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). In mezzo a noi: ecco il motivo per noi cristiani della gioia del Natale! Dio si fa uno di noi per vivere in mezzo a noi, condividendo la nostra umana fragilità.
Dio è Colui che, parafrasando lo scrittore irlandese Abraham Stoker «ha attraversato gli oceani del tempo» per venirci a trovare!
Viene a trovare anche te per dirti con parole tenere che «sei un essere speciale ed io mi prenderò cura di te» come canta Franco Battiato nella sua canzone, “La cura”.
Nella notte appena trascorsa, papa Francesco ha aperto la porta Santa inaugurando l’anno giubilare.
Per favore, non dimenticare mai di lasciare aperta la porta santa del tuo cuore, affinché l’amore misericordioso di Dio possa entrare e possa uscire, condiviso con chi ne ha più bisogno!
Dio, che è onnipotente nell’amore e nella misericordia, come un padre che rimbocca le coperte ai figli, ci dice in questo Natale 2024 di non temere; come una madre che di notte si alza dal letto per controllare e vegliare il sonno dei figli, ci dice in questo Natale 2024 di stare tranquilli, di continuare a lottare perché la vita vinca! Sempre!
Buon Natale 2024 dalla periferia sud di Lima.
(Padre Alessio Geraci, missionario comboniano in Perù)
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