“Lettere sotto l’albero” | 1

In vista del Natale, spazio + spadoni propone “Lettere sotto l’albero… per chiedere misericordia”. Ecco il primo contributo…

di Francesco Di Sibio***

Alla C/A del sig. Mondo
Via dei sordi, 11
001111, Mondo (Mnd)

Egregio signor Mondo,
ancora mi chiedo il perché mi sia deciso ad accingermi a scrivere questa lettera.

Le lettere, si sa, non sono tanto di moda; infatti si preferiscono altri modi per esprimere i propri sentimenti, le proprie angosce, le proprie paure, ma anche le proprie gioie.

Ecco, per un attimo, avrei voluto parlare delle mie gioie, in queste righe.

Il profumo dei giorni che portano al Natale lo consentirebbero, anzi lo imporrebbero, almeno stando alle usanze in voga oggi. Usanze, spesso importate senza passare da alcuna dogana, ma assunte spoglie di visto, sfornite dei permessi necessari. Altri tipi di permessi, invece, vengono chiesti in maniera esplicita, quando non imposti con la forza, per situazioni meno formali e più dolorose, anche quando in ballo c’è la vita.

Ma torniamo alle gioie, le mie, che non ritengo possano essere trascurate in questi momenti di festa; d’altro canto, non mi sento libero di tralasciare il vuoto di gioia che avvolge grande parte di lei, caro signor Mondo.

Allora cosa fare?

Ho compulsato un vocabolario per tentare di capire meglio un termine, un lemma direbbero quelli bravi, e utilizzarlo nel pieno delle sue potenzialità.

Ecco, il termine/lemma è misericordia. La Treccani offre prima di tutto questa definizione: “Sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla”.

L’infelicità altrui regna, purtroppo, in varie parti del suo globo, caro il mio Mondo, e al contempo noto un affievolirsi del sentimento di compassione. Nelle nostre azioni, siamo troppo spesso mossi dall’egoismo, per poterci accorgere della miopia che ci attanaglia. A poco o nulla vale la costatazione che le grandi infelicità siano lontane in luoghi mai visti, ma solo immaginati dopo aver guardato i servizi al tg. Certo, le guerre non accadono sotto casa nostra, ma ormai sono sempre più vicine e, in più, non basta sentirsi al riparo: nessuno più è al riparo.

Allora, la imploro, egregio signor Mondo, la imploro davvero, con tutte le mie forze: dia spazio alla misericordia! Non si tratta di chiudere un occhio, far finta che non sia accaduto nulla o, peggio ancora, credere ipocritamente che nessuno abbia visto. Tutti hanno visto che sulla sua strada la misericordia è un termine poco utilizzato. Quindi inizio io per primo, voglio farlo, lo farò; almeno ci proverò in questi giorni che vanno a sbattere dritti contro il Natale, verso quella grotta mesta e sincera, senza fronzoli in cui un bimbo piange per la gioia di essere nato e già sogna una vita all’insegna della misericordia, di quel “Sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla”.

Frigento (Av), 3 dicembre 2024

*** Responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia (Avellino)

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SEC 2024-2025
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