Le Opere di Misericordia Corporale – Vestire gli Ignudi

Le Opere di Misericordia consigliate dalla Chiesa non hanno priorità l’una sull’altra, ma tutte sono di uguale importanza

Ognuno è un‘anima nuda e sente la necessità di rivestirsi di un abito di rispettabilità, di qualità apprezzate dagli altri, per dare un senso alla propria vita e sentirsi concretamente qualcosa (Pirandello “vestire gli ignudi” commedia). Quest’opera di misericordia ha le sue radici nel gesto di Dio che ricoprì la nudità umana dei progenitori, dopo il peccato originale. “Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelle e li vestì”.  Accogliendo i limiti della fragilità, da cui nasce lo sconcerto davanti all’altro, Dio interviene prontamente e affronta questo doloroso problema. È l’amore misericordioso per le sue creature che lo portò a rimediare a quella situazione vergognosa, in cui si trovarono i nostri progenitori.

Domenichino_-_La_cacciata_di_Adamo_ed_Eva_(Chatsworth_House)
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Nel quadro del 1626, destinato alle più importanti mostre e Pinacoteche del mondo per essere ammirato, il Domenichino (1581/1641), pittore e architetto, fa un panorama sul paradiso terrestre, dove la natura incontaminata mostra ancora la pace tra leone e agnello. Le figure di rilievo plastico quasi statuario, si immergono in una ambientazione scenica di grande raffinatezza.  Sull’angolo di sinistra Eva indica il serpente che ancora striscia ai suoi piedi, mentre Adamo si scolpa indicando Eva, in alto a destra Dio è accerchiato da angeli, così come l’autore l’aveva visto nella cappella Sistina, dimostrando la sua ammirazione e il suo omaggio a Michelangelo. Il volto di Dio Padre esprime compassione, tenerezza, ma il suo gesto esprime le terribili conseguenze di quella disubbidienza e lo indurrà a rimediare intanto, rivestendoli. I colori caldi, la luce che provenendo da vari fonti evidenzia i particolari più significativi, rende tutto l’insieme una narrazione fiabesca e paradisiaca dell’episodio biblico.

Collaboratore_del_ghirlandaio_(forse_francesco_d'antonio),_vestire_gli_ignudi,_1478-81,_01
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L’atto di vestire chi è nella estrema povertà, implica un prendersi cura di quella persona ridonandogli quel senso di dignità che gradatamente, aveva perduto con le tristi vicende della propria vita. É del XV secolo l’affresco di Francesco d’Antonio, collaboratore del Ghirlandaio, eseguito per l’Ospizio dei Buonomini di Firenze, dove raffigura, in una struttura dell’epoca, alcuni personaggi che consegnano degli indumenti ai poveri. Ciò che colpisce in quest’opera dai colori tenui, è l’atteggiamento umile rispettoso di tutti i personaggi che, illuminati da una luce chiara e diffusa, si accingono a dare e a ricevere. É un’opera che spicca per la sua semplicità descrittiva, ma esprime al meglio che l’atto di vestire chi è nudo non significa solo aver cura del corpo dell’altro, ma ridare, almeno parzialmente, un po’ di forza, ad aiutarlo psicologicamente e spiritualmente ad andare avanti nella società. Quest’opera di misericordia ha reso “famoso”, in un certo senso, un cavaliere del 300, poi diventato un grande santo: san Martino di Tours, a cui Lucca ha dedicato una grande chiesa, consacrandola nel 1070.

Duomo di San Martino Lucca
Paola Carmen Salamino

Dall’anno mille in poi, c’è una bellissima fioritura di imponenti cattedrali con ricche decorazioni scultoree destinate ad illustrare il messaggio cristiano finalizzato al culto e alla meditazione. Secondo valevoli scrittori Lucca sarebbe stata una delle prime città della Toscana a convertirsi al cristianesimo e a favorire il flusso dei pellegrini che sceglievano la via francigena per arrivare a Roma. Le storie dei cavalieri venivano raccontate in vari modi nel medioevo e Martino era uno di questi, infatti faceva parte della guardia imperiale romana e garantiva l’ordine pubblico. Durante una delle sue ronde, nel rigido inverno del 335, incontrò un mendicante seminudo. I cavalieri del tempo, avevano l’obbligo di rientrare nelle caserme con il loro mantello ad ogni costo, altrimenti avrebbero subito pesanti pene. Per questo Martino, vedendo l’uomo così sofferente, tagliò in due il suo mantello. Nella notte sognò Gesù che gli disse: ecco il soldato non battezzato che mi ha rivestito e, quando si svegliò, trovò il mantello integro. A Lucca sulla bellissima facciata della cattedrale, posa uno dei gruppi plastici più originali del medioevo italiano: s. Martino e il povero del XIII secolo. Il gruppo esterno è una copia dell’originale, attribuito a Guido da Como, conservato all’interno del Duomo.

San Martino interno Duomo di Lucca
Paola Carmen Salamino

La figura del santo, dal bel volto giovanile, seduto sul dorso del cavallo, è visto nell’atto di tagliare il suo mantello. Il povero protende le braccia nude per ricevere il dono del soldato, mentre le gambe un po’ piegate indietro, sottolineano l’atteggiamento di un umile richiesta. Tutto è bilanciato, tutto è definito nettamente come le pieghe delle vesti e del manto che tolgono ogni senso di staticità e permettono alla luce di formare armoniose vibrazioni chiaroscurali. Anche la spada, posta dall’autore orizzontalmente, perde il suo valore micidiale e tocca leggermente la spalla del povero, quasi a stabilire un’unione amichevole. Persino la testa del cavallo, fiera e scattante, acquista significato e sembra voltarsi verso il povero, come se comprendesse l’azione che sta per compiersi. L’insegnamento che ne deriva da questa storia è quanto mai attuale nel nostro tempo, perché mai come in questi anni abbiamo avuto un numero così elevato di profughi che hanno bisogno anche di tanto vestiario. Pertanto i cristiani, nelle loro opere di carità verso chi è nella miseria, devono prendere coscienza che sono un riflesso e una testimonianza della misericordia di Dio. D’altro canto, nelle nostre case abbiamo armadi colmi di tutto ciò che fa parte dell’abbigliamento e non facciamo fatica a sbarazzarcene. Sempre comunque, dobbiamo compiere questo atto di misericordia con quell’amore e rispetto che nasce dalla consapevolezza che nell’altro abbiamo vestito Gesù: Ero nudo e mi avete vestito (Mt 25,36).

 

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SEC 2024-2025
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