La prima opera di misericordia, contro lo spreco alimentare
È la prima opera di misericordia, dare da mangiare agli affamati. Eppure, uno dei primi gesti che facciamo è quello di buttare il cibo
Nella dodicesima Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, promossa in Italia dalla Campagna Spreco Zero, è giusto fare una seria riflessione sul tema, perché a fronte dell’aumento della povertà e, quindi, dei poveri, lo spreco aumenta.
Secondo il Rapporto “Il caso Italia 2025” dell’Osservatorio Waste Watcher International, in collaborazione con l’Università di Bologna, infatti, gli italiani quest’anno hanno sprecato di più rispetto all’anno scorso (140 euro a testa nel 2024 contro 126 euro nel 2023). Uno spreco alimentare di 14, 1 miliardi di euro, ovvero 4,5 milioni di tonnellate di prodotti finiti direttamente nella pattumiera. In primis, frutta e pane.
Abbiamo solo cinque anni per raggiungere uno degli obiettivi più urgenti dell’Agenda 2030, e cioè ridurre del 50% lo spreco alimentare, ma bisogna lavorare molto in tal senso.
A livello istituzionale servono maggiori incentivi e bisognerebbe intervenire anche dal punto di vista legislativo (in Francia, per esempio, ai supermercati è assolutamente vietato di distruggere il cibo invenduto). Occorre inoltre sensibilizzare alle buone pratiche, come le donazioni agli enti benefici, e adottare politiche di educazione alimentare.
Singolarmente, infine, è importante da una parte imparare ad essere più sobri e a fare scelte di acquisto più consapevoli e, dall’altra, avere a cuore l’umanità: leggere insieme il passo del Vangelo in cui Gesù dice “avevo fame e mi avete dato da mangiare”; tendere alla generosità, la condivisione, la fraternità; impegnarsi perché nel mondo ci sia più giustizia…
Quando le nostre nonne ripetevano a intere generazioni “mangia tutto, pensa ai bambini poveri” non facevano poi una cosa tanto malsana. Gli psicologi avrebbero sicuramente altre teorie (anche giuste) a riguardo ma, in fondo, il succo di quella frase era espressione di una cultura semplice, che mostrava e insegnava attenzione per chi aveva meno di noi.
L’educazione a ridurre lo spreco passa, quindi, anche attraverso la sensibilità e la sensibilizzazione.
Sapere che 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame e che la malnutrizione è causa di un decesso su 5 tra i bambini con meno di 5 anni sarebbe già un passo avanti.
Poi, trasmettere il valore, l’importanza e la bellezza della prima opera di misericordia farebbe il resto.
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- P. Giovanni Piumatti