La misericordia dei santi non muore mai

Canonizzazione Allamano/Guardare con gioia una “tomba vuota” significa riempirsi il cuore di misericordia…

Ai suoi missionari, il beato Giuseppe Allamano era solito ripetere: «Ciò che nel mondo tanti fanno per necessità, voi dovete farlo per amore». È la traduzione nella lingua missionaria del concetto di misericordia, oltre che la sintesi delle 14 opere, corporali e spirituali.

Non basta, infatti, fare le cose, compiere un’azione verso qualcuno (o riceverla), ma dare senso ad ogni gesto, ad ogni parola. Dargli spessore. Per dirla con Allamano, ripetendo una frase dello zio san Giuseppe Cafasso, “bisogna fare bene il bene, e senza far rumore”.
Come sosteneva papa Francesco in una sua omelia dell’8 giugno 2018 a Casa “Santa Marta”, «non occorrono grandi discorsi sull’amore, ma uomini e donne che sappiano fare queste piccole cose per Gesù, per il Padre». Le opere di misericordia, quindi, «sono la continuità di questo amore, che si impiccolisce, arriva a noi, e noi lo portiamo avanti […]; sono la strada di amore che Gesù ci insegna in continuità con quello di Dio».

Per questa ragione, la misericordia non muore. Per questa ragione, la tomba di un beato che oggi sarà proclamato santo non ci rende tristi. Perché sappiamo che è vuota, come quella del sepolcro. Perché ci fa sperare che è possibile essere santi, farsi santi.

Oggi, il mondo è in festa non per qualcuno che ha lasciato questa Terra quasi 100 fa, nel 1926, ma per il modo in cui questo testimone ha vissuto, seminando segni concreti, facendo della propria vita un dono perenne, abbracciando il mondo intero pur non essendo mai potuto partire.
È un po’ quello che il Papa ci ripete in più occasioni: Dio non vuol sentire da noi che abbiamo capito l’amore di Dio. La risposta giusta è: «io ho fatto in piccolo l’amore di Dio. Ho dato da mangiare all’affamato, ho dato da bere all’assetato, ho visitato l’ammalato, il carcerato».
È il come che conta. Come vivi e cresci. Il modo in cui ti poni nei confronti del prossimo e con cui ti lasci avvicinare. Come muori.

L’amore tiene in vita e la misericordia dei santi non muore mai. Non ci resta, perciò, che fare festa – uniti ai missionari e alle missionarie della Consolata (e anche di tutti gli altri Istituti) – e, pensando alla tomba di Giuseppe Allamano durante la Giornata Missionaria Mondiale, non dimenticare di sorridere.
«Nessun broncio! Sempre gioia voglio, sempre facce allegre». Perché “l’allegria è una bella virtù” e, se avvolta nello Spirito Santo, anche un’opera di misericordia.

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  • Archivio fotografico Missionari Consolata

 

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