“La misericordia apre le porte alla speranza” | DIOCESI DI BUKAVU (RdC)
In questa rubrica, nel corso dell’anno, il cammino del Giubileo raccontato dagli abitanti di spazio + spadoni da più parti del mondo
Rodrigue Bidubula ci racconta l’apertura dell’Anno giubilare a Bukavu (Repubblica Democratica del Congo)
Mons. Maroy invita i cristiani a essere pellegrini di Speranza e Amore nelle loro famiglie
Domenica 29 dicembre, la Cattedrale di Nostra Signora della Pace di Bukavu è stata teatro di un pellegrinaggio di cristiani in occasione dell’apertura dell’Anno giubilare da parte dell’arcivescovo François Xavier Maroy di Bukavu, accompagnato da monsignor Faustin Ngabo, vescovo emerito di Goma.
In questa solennità della Sacra Famiglia, i fedeli delle varie parrocchie della diocesi si sono riuniti per celebrare l’inizio di un giubileo posto sotto il segno della speranza.
Nell’omelia, il vescovo Maroy ha invitato i cristiani ad affrontare questo anno giubilare con gioia, allegria e ringraziamento, e soprattutto con il cuore rivolto alla conversione.
Ispirandosi alla liturgia del giorno, ha esortato i fedeli a prendere a modello la Sacra Famiglia – Gesù, Maria e Giuseppe – e la coppia biblica Anna ed Elcana, presentata nella prima lettura. Queste figure, ha detto, incarnano la ragione della speranza cristiana: camminare come pellegrini sotto la grazia e la misericordia di Dio.
La speranza in un mondo in crisi
Mons. Maroy ha evidenziato le sfide contemporanee, segnate dalle guerre e dalle sofferenze che affliggono molti popoli, tra cui la Repubblica Democratica del Congo.
Di fronte a queste prove, ha invitato i cristiani a incarnare una speranza incrollabile, capace di alleviare la miseria degli altri.
Questa speranza, ha detto, deve andare oltre l’odio. “Il cristiano non è un uomo di odio, ma un testimone dell’amore di Cristo”. Un amore che va oltre i sentimenti, ma che è pronto ad amare tutti, senza distinzioni.
Da qui la necessità di attivare le opere di misericordia nelle famiglie e nella società. I fedeli sono chiamati a essere testimoni dell’amore, a immagine di Cristo che si è offerto per amore dell’umanità.
L’amore, l’identità cristiana
Secondo Mons. Maroy, l’amore è l’identità fondamentale del cristiano.
È attraverso l’amore che siamo chiamati figli di Dio ed entriamo in comunione con Lui e con i nostri fratelli e sorelle. Ha quindi esortato le famiglie e le comunità cristiane a seppellire l’ascia dell’odio e a coltivare l’amore.
Questo amore, che si manifesta nel perdono, è essenziale per costruire un mondo migliore e più fraterno. Il perdono, ha sottolineato, è al centro della preghiera del Padre Nostro, un perdono che chiediamo a Dio e che siamo pronti a concedere agli altri.
L’Eucaristia, un patto di unità
Mons. Maroy ha sottolineato l’importanza dell’Eucaristia, che ha descritto come un patto di impegno e di unità.
“L’Eucaristia ci unisce a Cristo e ai nostri fratelli e sorelle, rendendoci una sola Chiesa, un solo corpo di Cristo, che ci aiuta a crescere come comunità cristiana”, ha spiegato.
Facendo la comunione, i cristiani si impegnano a vivere l’amore e la misericordia sulle orme di Gesù Cristo, rafforzando così i legami che li uniscono.
Vivere il messaggio evangelico ogni giorno
Per questo anno giubilare, il vescovo Maroy ha invitato i fedeli a far vivere il messaggio evangelico nella loro vita quotidiana.
Questo messaggio, sempre nuovo dall’incarnazione di Cristo, deve essere vissuto e testimoniato attraverso le nostre azioni. Il Giubileo, ha aggiunto, è un tempo di grazia, gioia e letizia per il Signore.
Ha invitato alla fedeltà alla Parola di Dio, all’amore nelle famiglie e alla partecipazione all’Eucaristia come segno di unità.
Un pellegrinaggio interiore
Infine, il vescovo Maroy ha raccomandato ai fedeli di intraprendere un pellegrinaggio interiore durante l’Anno giubilare.
Questo pellegrinaggio spirituale è un viaggio personale e collettivo verso Dio, dove l’amore è la via più breve per la santità.
“Camminare insieme sulle orme di Cristo” è l’appello lanciato dall’arcivescovo, che invita tutti i fedeli a rivolgere il proprio cuore verso Dio e a lasciarsi trasformare dall’amore.
L’apertura dell’Anno giubilare a Bukavu è un momento culminante della vita spirituale della diocesi, una chiamata alla conversione, all’amore e alla speranza.
Il vescovo François Xavier Maroy ha esortato i fedeli a vivere questo tempo di grazia in comunione con Dio e tra loro, per costruire una comunità cristiana unita e fedele al messaggio di Cristo. Che questo Anno giubilare sia per tutti un tempo di rinnovamento spirituale e di testimonianza dell’amore di Cristo nel mondo.
Per questo Anno Giubilare, la Porta Santa sarà aperta ai pellegrini nella Cattedrale di Nostra Signora della Pace a Bukavu, nella Parrocchia Mater Dei e nel Santuario di Lukananda, il luogo simbolico dove i missionari arrivarono per la prima volta per annunciare il Vangelo nella diocesi.
Le parrocchie e le comunità, i gruppi e i movimenti celebreranno il loro giubileo e completeranno il pellegrinaggio secondo il programma che verrà loro comunicato.
Fonte e immagini
- spazio + spadoni
- Rodridue Bidubula