
HIC SUM spazio + spadoni in Madagascar
Pietro, Serena e Agatino, volontari della Misericordia di Adrano, sono partiti il 14 marzo per andare in missione in Madagascar, nuova fase del progetto HIC SUM (1°parte)
Il 14 marzo 2025, il Governatore Pietro Branchina e i volontari Tomaselli Agatino e Arcoria Serena della Misericordia di Adrano (CT) sono partiti in direzione Antananarivo, Madagascar.
Il progetto HIC SUM, attivato da spazio + spadoni in collaborazione con la Misericordia di Adrano e la Congregazione del Sacro Cuore di Ragusa in Madagascar, ha preso il via il 13 marzo 2024 con l’arrivo di Suor Esther e Suor Yolande.
Il loro obiettivo era apprendere le nozioni fondamentali di primo soccorso e imparare a creare un’impresa sociale che avrebbe aiutato le loro comunità e garantito il loro sostentamento. In particolare, Suor Yolande ha appreso come gestire un allevamento e produrre prodotti caseari.
Verso il Madagascar
Questa è l’ora della missione. Le consorelle malgasce hanno decine di comunità da seguire, e i volontari di Adrano sono partiti per supportarle nell’attuazione del progetto HIC SUM.
Il 15 marzo 2025, dopo alcune ore di volo, i volontari di Adrano sono atterrati a Antananarivo. Ad accoglierli in aeroporto, un caloroso gruppo di suore entusiaste del Sacro Cuore di Ragusa, guidate da Sr Esther e Sr Yolande.
Ma ad attenderli vi era anche la triste realtà della periferia: baraccopoli e povertà.
“Bisogna fare di più. È quella la realtà su cui dobbiamo intervenire” suor Esther.
Prima tappa: Fanantenana – Tsaravavaka (16/03/2024)
Dopo un breve soggiorno nella capitale, i volontari iniziano il loro viaggio verso la prima comunità. Solo una strada collega Antananarivo ad Antsirabe, lungo la quale si sono sviluppati vari villaggi.
Durante il tragitto, insieme all’autista Lantu e a Suor Esther, i volontari hanno osservato le gravi condizioni in cui vivono gli abitanti:
- bambini sul ciglio della strada,
- scarse condizioni igienico-sanitarie,
- strade dissestate.
Tutto ciò in netto contrasto con i paesaggi mozzafiato del Madagascar.
“Questo è il segno della povertà – ha detto Suor Esther – quando non hai niente, cerchi di creare la tua fortuna anche vendendo i ciottoli del fiume.”
L’accoglienza
Dopo cinque ore di viaggio, l’arrivo è segnato da un momento di grande gioia: i bambini dell’orfanotrofio, con l’aiuto delle Suore del Sacro Cuore, hanno messo in scena un vero spettacolo di canti, danze e abbracci.
“Siamo davvero contenti di essere qui”
– Pietro Branchina
“Chi, se non i bambini, rappresentano il futuro?”
Formazione e condivisione
Dopo la visita della struttura, i volontari hanno condiviso momenti di gioco e formazione. Hanno mostrato ai bambini le tecniche di rianimazione cardio-polmonare e disostruzione delle vie aeree.
“Fanantenana” significa speranza.
Un nome perfetto per un luogo da cui può nascere il Madagascar del domani.
Oltre la beneficenza
Per spazio + spadoni Il progetto non deve essere una semplice donazione.
“Non basta dare da mangiare ai poveri. Bisogna dare loro la possibilità di riscattarsi.” Durante l’incontro, i volontari hanno chiesto di non dire più “si è sempre fatto così”.
Questa missione dev’essere una vera riEvoluzione.
Agatino, uno dei volontari, ha aiutato le suore a individuare tecniche e strumenti utili a migliorare il lavoro nell’allevamento:
“Avete già tante risorse. Migliorando le condizioni degli animali e dei lavoratori, migliorerete anche il prodotto e potrete reinvestire i guadagni.”
L’umanità al centro
Visitando altri allevamenti, i volontari hanno scoperto situazioni gravi di sfruttamento, camuffate da “missioni”.
“Questo non è tollerabile.”
L’obiettivo non deve essere solo il profitto, ma soprattutto l’elevazione culturale degli abitanti dei villaggi.
“Bisogna gettare le fondamenta per una riEvoluzione.”
– Pietro Branchina
L’importanza di fare rete
Durante gli incontri con i ragazzi del liceo, i volontari hanno condiviso tecniche di primo soccorso e parlato della loro esperienza di volontariato.
“Molti giovani in Italia già fanno volontariato. Anche voi potete iniziare.”
Per coinvolgere i ragazzi, hanno fatto un semplice gioco: battere un dito alla volta fino a formare un grande applauso.
“Ognuno è una goccia, ma insieme diventiamo un acquazzone.”
L’esempio di Suor Romana
Suor Romana, oggi 89enne, è chiamata “l’ingegnere” per aver progettato e realizzato tre case per le comunità del Sacro Cuore. Nonostante l’Alzheimer, conserva il suo spirito visionario:
“Adesso posso pensare di comprare delle mucche buone, produrre latte e formaggio, venderlo, guadagnare e crescere.”
Anche senza conoscere i dettagli del progetto HIC SUM, ha intuito la logica economica e solidale alla base della missione.
Collaborazione con le istituzioni
Dopo uno degli incontri formativi, i volontari sono stati invitati a tenere un altro incontro in una scuola pubblica.
Collaborare con le istituzioni sarà un dono prezioso.
Conclusione della prima parte
La prima parte della missione si è conclusa con un piatto di pasta e ricotta appena prodotta.
Il 20 marzo 2025 i volontari partiranno per una nuova tappa.