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HIC SUM! L’Eccomi alla riEvoluzione Delle Opere di Misericordia

Sono trascorse ormai due settimane dalla quarta formazione per gli Ambasciatori delle Opere di Misericordia nel mondo ed ancora sono animata da un entusiasmo tale da voler condividere l’esperienza

La formazione ha visto la presenza di oltre trenta partecipanti di cui venti religiose di diverse Congregazioni provenienti da quattro continenti: Europa, Africa, Asia e America Latina.

Il tutto è iniziato con “Eccomi!” verso la riEvoluzione delle Opere di Misericordia ma innanzitutto un momento di rivoluzione e consapevolezza personale davanti al Signore durante la celebrazione eucaristica.

Il tema della formazione era incentrato su come diffondere le Opere di Misericordia nel mondo. Fin da subito abbiamo capito che non si trattava di una vera e propria formazione ma più di una “trasformazione” perché, in realtà, le opere di misericordia le pratichiamo già tutti ma si trattava di porre l’accento sullo spirito con cui vengono vissute in un mondo, come quello di oggi, in continuo cambiamento.

Nel linguaggio comune tendiamo sempre a porre l’accento sulle Opere di Misericordia corporali, trascurando spesso quelle spirituali che sono invece alla base dell’agire e che pertanto dovrebbero camminare insieme in un percorso di consapevolezza.

spazio+spadoni

Anche i piccoli gesti che abitano la nostra quotidianità (come un sorriso, una stretta di mano, un semplice saluto della vita quotidiana) se vissuti con un sentimento di compassione e misericordia sono da riconoscere come opere di misericordia.

Di fatto, ogni cristiano e ancora di più le religiose, vivono già nelle loro normali attività, le Opere di Misericordia chiamate anche comunemente opere di carità.

Quello che insieme abbiamo scoperto è la necessità però di rivitalizzare il nostro modo di operare valorizzando il tema della reciprocità che ci porta a riconoscere la dignità di ogni persona: sia di colei che fa un’opera di misericordia attraverso un gesto concreto e sia di colei che lo riceve.

Fare spazio alla preghiera

La principale Opera di Misericordia di noi cristiani deve essere la preghiera dalla quale deve partire il nostro agire sull’esempio di Gesù, come ci ha ricordato don Giovanni Dombo nella sua relazione proprio su questo tema.

La formazione, per le religiose, iniziava ogni giorno dall’incontro con il Signore, attraverso la preghiera delle lodi mattutine e la celebrazione della Santa Messa e terminava con la preghiera del vespro. Dunque, al sorgere del sole partivamo dal Signore per poi riconsegnare tutto a Lui al tramonto “Io sono la vite, voi siete i tralci, restate in me, porterete frutto”.

Alla scuola dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo agisce in noi anche a nostra insaputa. Marco Chiolerio ci ha aiutato a capire meglio il gran bisogno di invocarlo sempre prima di ogni nostra azione specie se di grande importanza come lo è quello di vivere e promuovere le Opere di Misericordia.

Fare spazio all’accoglienza

Abbiamo compreso che praticare le Opere di Misericordia secondo il comandamento di Dio “siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei Cieli..” è molto diverso dal fare opere di solidarietà, perché nasce da un senso di gratitudine in quanto noi stessi primi beneficiari della misericordia di Dio.

spazio+spadoni

E abbiamo il dovere di rendere partecipi di questa misericordia tutti i fratelli e le sorelle perché nessuno è così ricco da non aver bisogno dell’aiuto degli altri e nessuno è così povero da non avere niente da dare agli altri.

Siamo passati poi a considerare il valore del lavorare insieme prendendo ad esempio lo stormo di uccelli che sottolinea che l’unione fa la forza. Se dobbiamo promuovere le Opere di Misericordia nel mondo e non solo nelle nostre comunità religiose ma in tutti gli ambiti della vita, da quello ecclesiale a quello sociale, economico e politico, urge la necessità di mettere in campo le capacità di ciascuno, con umiltà, perché come cita un proverbio africano “se vuoi arrivare primo corri da solo, se vuoi arrivare lontano cammina insieme”.

La sfida più grande per noi come artigiani delle Opere di Misericordia è proprio la comunicazione che deve animarci come famiglia affinché operiamo in sinergia sostenendoci vicendevolmente in questa missione.

La vera accoglienza nasce dall’ascolto. Infatti, per la prima volta erano presenti alla formazione i volontari rappresentanti delle misericordie che hanno dato la disponibilità ad accogliere e ospitare le religiose in questi mesi estivi prima del loro rientro nel collegio dove studiano, e questo è stato davvero una particolarità di questa quarta formazione a sottolineare anche la crescita di spazio + spadoni come famiglia dove si avverte sempre di più la voglia di camminare e crescere insieme…proprio come lo stormo.

Fare spazio all’ascolto

Quello di Roma è stato un momento molto bello che ha visto tutti i partecipanti coinvolti non solo nell’ascoltare i formatori ma anche nella libertà di porre domande, offrire una piccola riflessione, un contributo o una testimonianza a partire da ciò che veniva presentato.

Infatti, l’ultimo momento di queste giornate, per volontà del fondatore di spazio + spadoni, è stato dedicato proprio all’ascolto di ciascun partecipante.

A conclusione della formazione c’è stato un senso di gratitudine in tutti i partecipanti espresso in un canto africano dalle parole “non posso ripartire senza ringraziare” perché ogni incontro porta con sé e in sé una trasformazione.

 

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